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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

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Una battaglia bipartisan contro la privatizzazione

 Dallo Strategic Alert dell'EIR del 20 gennaio 

La battaglia per difendere le pensioni è stata definita da Lyndon LaRouche uno scontro decisivo per la salvaguardia della Costituzione del paese, e per sconfiggere i fautori di un governo dittatoriale mondiale. Il tema è sempre più dibattuto negli USA e sull'argomento l'associazione politica LaRouchePAC sta diffondendo una documentazione con cui ha già saturato gli ambienti politici della capitale.
E' molto importante notare come, all'inizio di gennaio, ambienti repubblicani contrari alla riforma della Social Security abbiano preso l'iniziativa di far trapelare in pubblico un promemoria di Peter Wehner, collaboratore della Casa Bianca, in cui si propone ai repubblicani del Congresso di spacciare l'argomento (fasullo) secondo cui il sistema previdenziale "è in rotta di collisione con un iceberg" e che occorre ridurre le pensioni del 20%.
Il promemoria arriva addirittura a calcolare che, in base al sistema vigente, nel 2050 i pensionati incasserebbero la bellezza del 40% in più di quanto ci sarebbe effettivamente nelle casse; altrove sostiene che tale spesa comporterebbe un aumento delle tasse 20%. Alla stampa è stata fatta trapelare anche la proposta, presentata il 3 febbraio all'incontro dei parlamentari repubblicani alla Casa Bianca, secondo cui i tagli delle pensioni dovrebbero salire al 25% entro il 2025.
Le rivelazioni hanno rilanciato le proteste dell'opposizione, dopo che la Casa Bianca aveva bollato come false precedenti fughe di notizie sulle proposte di ridurre le pensioni a cui si stava lavorando. Diversi repubblicani hanno chiesto alla Casa Bianca di rinunciare alle proposte o all'intera riforma. Dopo tali rivelazioni, hanno detto esperti parlamentari, una riforma sarebbe stata solennemente bocciata persino in un Congresso a maggioranza repubblicana.
La Casa Bianca cerca ora di rimediare con un'ondata di iniziative propagandistiche, a cui partecipano personalmente anche Bush e Cheney. Tema centrale la solita menzogna: se non si fa la riforma, l'intero sistema pensionistico finisce in bancarotta; invece, per garantire la "sicurezza" futura, occorre affidare i versamenti dei giovani contribuenti alle finanziarie di Wall Street.
L'on. Sander Levin, uno dei democratici più impegnati in questa battaglia, ha risposto l'11 gennaio che la Social Security non corre nessun rischio né ora né in futuro. Con lui, nel denunciare menzogne e distorsioni della Casa Bianca, si sono schierati Barbara Kennelly, ex parlamentare ora dirigente del Comitato di difesa della Social Security e del Medicare che vanta 3,2 milioni di iscritti, e Roger Hickey, condirettore della Campagna per il futuro dell'America e del New Century Alliance for Social Security e Medicare. Anche l'on. Stephanie Tubbs-Jones, già distintasi tra i primi parlamentari che hanno contestato Bush per le truffe elettorali in Ohio, ha denunciato la riforma come una decisione presa a tavolino di spingere nella miseria le minoranze. Il sen. Ted Kennedy si è impegnato a combattere la riforma previdenziale, che ha definito "una bonanza per Wall Street".


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