ECONOMIA

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

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[Solidarietà, anno VIII n. 2, giugno 2000]


La Casa Bianca dichiara l’AIDS una "minaccia alla sicurezza nazionale"

Dal 1974 Lyndon LaRouche ha più volte proposto una mobilitazione d'emergenza

La Casa Bianca ha reso noto il 1 maggio 2000 i risultati di uno studio commissionato da Clinton alla CIA sulla "Minaccia globale di malattie infettive e le sue implicazioni per gli USA". Il rapporto illustra le gravi minacce poste dall’HIV-AIDS ma anche da altre 20 malattie infettive, tra cui tubercolosi, malaria e colera, che "sono riemerse e si diffondono geograficamente dal 1973, spesso in maniera più virulenta e più resistente ai medicinali". Inoltre, almeno "trenta agenti virali precedentemente ignoti sono stati identificati dal 1973 ... per i quali non esistono cure". La CIA considera questa diffusione delle infezioni una minaccia alla sicurezza e sottolinea in particolare le implicazioni economiche dal punto di vista della perdita di forza lavoro e delle difficoltà delle nazioni colpite che rischiano di precipitare in una spirale di instabilità politica e sociale. Il rapporto riferisce che l’epidemia HIV-AIDS "si diffonde rapidamente in India, Russia, Cina e in molte altre parti dell’Asia" dove la situazione finirà per degenerare presto replicando il modello africano.

La CIA sottolinea che anche se la situazione è più grave in Africa, nei paesi in via di sviluppo, e più recentemente nel territorio dell’ex Unione Sovietica, le infezioni si diffondono anche negli Stati Uniti in maniera preoccupante, tanto che dal 1980 ad oggi si è verificato un raddoppio dei decessi per malattie infettive.

Il 30 aprile il Washington Post aveva anticipato come l’epidemia globale HIV-AIDS, insieme alle epidemie di altre infezioni vecchie e nuove in tutto il mondo, è considerata dal governo USA una minaccia alla sicurezza nazionale. Il giornale, che riferiva fonti ufficiali del Consiglio di Sicurezza Nazionale, ha posto in particolare risalto la terribile situazione in Africa. Si prevede che il 25% della popolazione giovane adulta dell’Africa sub-sahariana sarà decimata dalle epidemie. Nei nove paesi dell’Africa meridionale l’infezione si aggira tra il 12 e il 26 per cento della popolazione totale. Sandra Thurman, che presiede l’ufficio della politica sull’AIDS, ha detto al Post: "La cosa più preoccupante, che la gente appena comincia ad afferrare, è che l’Africa è la punta dell’iceberg. Siamo all’inizio di una pandemia che non ha precedenti in questo secolo e forse in tutta la storia".

Gli antefatti

Il rapporto, prodotto dalla CIA nel gennaio 2000, presenta somiglianze sorprendenti con i due rapporti pubblicati quindici anni fa dalla Executive Intelligence Review. "Degrado economico e minaccia epidemica globale" è il titolo del rapporto diffuso dall’EIR nel 1985. Il dott. James Mason, responsabile della politica per le malattie infettive dell’Amministrazione Reagan, rispose all’EIR con una lettera in cui affermava: "Non concordiamo con le vostre analisi e conclusioni secondo cui il futuro della vita umana sarebbe minacciato e che ci troviamo di fronte ad un collasso ecologico-biologico ... Non possiamo inoltre convenire con le conclusioni secondo cui la sicurezza nazionale sarebbe minacciata dalle malattie e dalle situazioni descritte nel vostro rapporto. Lo sarebbero se non disponessimo di sorveglianza, esperienza, ricerca e controlli adeguati, e di un adeguato livello di vita. Siamo quindi ottimisti ... gli stanziamenti per l’AIDS sono passati da 5,5 a 100 milioni di dollari."

Evidentemente sbagliava. Faceva finta di non capire che la situazione epidemiologica globale non si controlla con quegli stanziamenti, ma dipende dalla situazione di crescita generale o di involuzione economica complessiva dell’intero pianeta, così come sottolineava LaRouche.

Purtroppo, sebbene le dichiarazioni recenti della CIA riconoscano l’entità della minaccia rappresentata dall’HIV-AIDS, alla Casa Bianca non sono state ancora raggiunte le conclusioni sin da allora esposte da LaRouche: senza una svolta totale e fondamentale della politica economica mondiale le prossime generazioni pagheranno conseguenze tanto gravi da essere inimmaginabili.

Medicinali per l’Africa

Un’iniziativa d’emergenza presa da Clinton dopo la pubblicazione del rapporto è l’Ordine Esecutivo, firmato il 10 maggio, che consente ai paesi africani di ridurre notevolmente i costi dei medicinali per il trattamento dell’infezione HIV/AIDS, altrimenti controllati monopolisticamente dalle case farmaceutiche. Gli USA in pratica si impegnano a non procedere legalmente nei confronti di quei paesi che produrranno i medicinali anti AIDS senza rispettare i brevetti. In altre parole i governi africani saranno liberi di far produrre a basso prezzo quelle medicine o di importarle da altri paesi che le offrono a basso prezzo.

Nell’Ordine Esecutivo si sottolinea anche la necessità di stimolare lo sviluppo delle infrastrutture necessarie alle prestazioni medico-sanitarie e di incoraggiare politiche che offrono incentivi alla ricerca pubblica e privata di nuovi vaccini o di altre cure per combattere l’epidemia HIV/AIDS in Africa.

La decisione è giustificata da Clinton con i seguenti motivi: "1) Da quando è esplosa l’epidemia mondiale di HIV/AIDS, l’infezione è stata contratta da circa 34 milioni di persone che vivono nell’Africa Subsahariana; 2) di questi malati circa 15 milioni sono deceduti; 3) i deceduti rappresentano l’83% del totale dei morti per AIDS in tutto il mondo. Per questo motivo sono indispensabili degli incentivi efficaci allo sviluppo di nuovi farmaci, vaccini e terapie con combattere la crisi di HIV/AIDS ... e promuovere le infrastrutture sanitarie e un miglioramento delle prestazioni mediche per la popolazione in generale, in particolare in rapporto all’epidemia HIV/AIDS" in Africa.

Nei mesi scorsi l’associazione del settore farmaceutico USA, PHARMA, aveva cercato di ostacolare la produzione a basso costo di medicinali da parte del Sud Africa riuscendo ad ottenere che il vice Presidente Al Gore minacciasse il governo di Mbeki di sanzioni commerciali


La credibilità di Lyndon LaRouche nell’emergenza AIDS

 Settembre 1974 – LaRouche propone la costituzione di un gruppo di studio interdisciplinare per approfondire la tesi secondo cui la riduzione dei consumi, che la politica del FMI e della Banca Mondiale imponeva ai paesi in via di sviluppo, avrebbe portato come conseguenza all’olocausto biologico, al riemergere di malattie infettive già debellate e all’insorgere di malattie mortali nuove, creando sul lungo termine condizioni globali come quelle della grande peste che quasi dimezzò la popolazione europea nel XIV secolo.

4 gennaio 1975 – Nella sezione dedicata alla scienza di un documento politico LaRouche scrive: "Se non si soddisfa il fabbisogno alimentare, fornendo un minimo di 2.500-3000 calorie al giorno, insieme ad un minimo indispensabile di proteine animali, non sarà possibile sviluppare nelle popolazioni povere il potenziale immunologico necessario ad impedire l’esplodere di pandemie mortali che potrebbero costituire una minaccia all’intera popolazione mondiale alla fine degli anni Ottanta".

9 settembre 1977 – Il giornale New Solidarity di LaRouche pubblica un articolo intitolato "L’olocausto ecologico mira al settore avanzato" in cui viene descritta la politica deliberata di Wall Street di affamare il terzo mondo. La conseguenza di tale politica, afferma l’articolo, sarà l’esplodere di epidemie che si diffonderanno tanto nel settore in via di sviluppo che in quello avanzato.

31 dicembre 1981 – In un discorso LaRouche afferma: "Nel National Security Council c’è il Comitato Ad Hoc per gli affari demografici che pianifica il genocidio come politica strategica seguita dagli Stati Uniti". Riferendosi al rapporto Global 2000 in cui si impostava ufficialmente la politica malthusiana dell’amministrazione Carter, LaRouche ha concluso: "Chi lo ha scritto ha in mente di uccidere come minimo due miliardi di persone", con fame, malattie e guerre.

9 luglio 1985 – In un articolo pubblicato dalla rivista EIR LaRouche afferma: "Se non si decide immediatamente un’inversione totale delle tendenze registrate tra il 1967 ed il 1985 in materia di nutrizione, sanità e igiene, si verificherà un’esplosione di epidemie di virus e di microbi, sia vecchie che nuove, da cui nessuna popolazione uscirà immune. Se non si decide al più presto un’inversione degli indirizzi economici che condizionano l’alimentazione, la sanità e l’igiene ... non saranno colpite solo alcune popolazioni ma si verificherà un crollo generale dell’intera biosfera ... che finirà ad un livello termodinamico inferiore".

15 settembre 1985 – "Diffondi il panico non l’AIDS" è il titolo di una dichiarazione di LaRouche che propone controlli universali, emergenza economica e un programma di ricerca medico-biologica in grande stile.

15 febbraio 1986 – L’EIR presenta al pubblico lo studio speciale intitolato "Piano d’emergenza per combattere l’AIDS e altre epidemie".

11 ottobre 1986 – Conferenza stampa di LaRouche a Washington in cui propone che USA ed URSS uniscano le forze per una Iniziativa di difesa strategica biologica per combattere l’AIDS.

"...Ricercare accordi a più livelli, bilaterali e multilaterali tra stati nazionali sovrani, al di sopra degli enti sovranazionali ... Unione Sovietica e Cina debbono far parte delle nazioni a cui rivolgersi per raggiungere questo trattato. ...Gli USA dovrebbero investire almeno 3 miliardi di dollari l’anno in un progetto di ricerca scientifica sull’AIDS sullo stile del Progetto Apollo".

11 ottobre 1988 – "Il mondo è oggi minacciato dall’epidemia più pericolosa mai conosciuta ... l’AIDS" dice LaRouche nella dichiarazione in cui si candida alla presidenza, per cui suggerisce una mobilitazione d’emergenza.

4 giugno 1988 – Discorso televisivo nazionale. LaRouche espone il suo programma da 3 miliardi di dollari l’anno per combattere l’AIDS e prevede anche la necessità di ampliare gli ospedali per far fronte ad una futura emergenza.