ECONOMIA

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

ECONOMIA

 

      Tratto da un articolo di Harley Schlanger
      publicato sul numero del 4 febbraio 2005 della rivista EIR


    L’America, tra fondamentalismo e modello repubblicano


    Perché negli Stati Uniti attecchisce il fanatismo religioso? La risposta sta nel fenomeno del "liberismo". Che cosa accade quando si riesce ad estirparlo? Qualcosa che si verifica solo in America.


    Il fondamentalismo religioso, come è noto, è stato l'asso della manica che lo stratega elettorale di Bush, Karl Rove, ha tirato fuori per vincere le presidenziali del 2 novembre 2004. Com'è possibile che gli americani abbiano finito per rieleggere Bush? che una ventata di fanatismo sia bastata a sopraffare la chiara percezione dei suoi sistematici fallimenti politici degli ultimi quattro anni?
    Per comprendere il fenomeno occorre prendere in esame le radici storiche e culturali di un certo tipo di religiosità, con cui l'oligarchia soprannazionale ha più volte influito decisamente sugli avvenimenti politici della repubblica americana, sebbene questa fosse riuscita a sottrarsi al controllo diretto dell'imperialismo britannico nella rivoluzione del 1763. Ma si tenga ben presente che non si tratta in realtà di religione, ma di semplici tecniche di controllo ideologico e sociale.
    Per un pubblico italiano è opportuno puntualizzare che questa problematica della popolazione americana è spesso abusata: c'è chi vuole mescolare il profondo senso di missione, l'ideale di una società dedita a realizzare il bene comune, non solo per gli Stati Uniti, ma per l'intera comunità mondiale, con il fanatismo religioso di bassa lega: si tende a dire che "la radice è la stessa". Ovviamente l'incapacità di distinguere nasce da una forma di scetticismo, che è forse la principale tara ideologica europea, anche se ci si compiace a considerarlo disincanto. La cosa più semplice da fare, tanto per cominciare, è considerare la differenza tra le presidenze di Abramo Lincoln e F.D. Roosevelt, animate da un forte senso di "missione" di fronte al mondo, e quelle di "cristiani rinati", come Carter e Bush. Alle prime due corrispondono boom economici ineguagliabili, di portata mondiale, dovuti al dirigismo economico, mentre alle seconde due corrispondono le involuzioni economiche peggiori della storia moderna, di nuovo, non solo per l'America, ma per il mondo intero. Poi occorre riflettere un attimino se è ammissibile pensare che "è la stessa pappa". La distinzione è meglio chiarita di seguito.

    L'eletto del signore (Shultz)

    Per quanto riguarda George Bush, l'aspetto più preoccupante è che forse sono troppi gli americani che si identificano con le sue stesse illusioni, tanto da non rendersi conto che debbono scaricarlo prima che sia troppo tardi.
    Verso la fine dell'aprile 1998, George W. Bush fu invitato, insieme ai principali esponenti del partito repubblicano, ad un incontro che si tenne all'Hoover Institution, presso la Stansford University.
    Ad invitarlo fu George Shultz, eminenza grigia del partito repubblicano e gran decisore negli ultimi quarant'anni della storia degli Stati Uniti.
    Alla fine di quell'incontro, Shultz ricorda di aver detto a Bush: "Credo che tu debba diventare presidente". Bush allora si era ricandidato a governatore del Texas, una carica che in quello stato conferisce poteri limitati, ed era completamente digiuno di politica estera: che cos'è che, in uno sprovveduto del genere, poté far colpo sul gran burattinaio di vecchio pelo? "Era molto tranquillo -- spiega Shultz -- aveva la sicurezza interiore che alcuni hanno e altri no". [1]
    E che cosa dava a Bush quel tipo di "sicurezza interiore"? Lui stesso ha ammesso che, pur appartenendo ad una famiglia illustre, che gli ha dato un'infanzia da privilegiato, è stato sempre un ubriacone senza prospettive, un disastro negli affari, uno che tirava avanti alla giornata. Dubya riconosce anche di essere stato la pecora nera della famiglia, incline a commettere sciocchezze e allergico a lavorare con il cervello o anche ai semplici sforzi di riflessione.
    Di famiglia Episcopale, quando sposò Laura si convertì al Metodismo, anche se allora sembrava non dare molto peso alla religione.
    Quando gli parve che i suoi sbandamenti cominciavano ad essere eccessivi, Bush si decise di chiedere un incontro privato al reverendo Arthur Blessit, predicatore evangelico itinerante che allora, nel 1984, era approdato a Midland, nel Texas. Blessit gli chiese se fosse sicuro che sarebbe andato in paradiso e Bush ovviamente nicchiò. Blessit, famoso tra l'altro per portarsi appresso, di città in città, una croce di oltre tre metri e mezzo, lo convinse a pregare insieme a lui. Almeno per un altro anno però Bush non cambiò registro.
    L'estate successiva Dubya incontrò il rev. Billy Graham nella tenuta dei Bush nel Maine. "Sei a posto con Dio?" gli chiese Graham, e Bush risposte: "No, ma vorrei esserlo". Bush racconta che in quell'occasione Graham "gettò il seme di senape" della salvezza nella sua anima. [2] Il seme però germogliò solo un anno più tardi, e Bush continuò a fare l'ubriacone fino al quarantesimo compleanno, quando smise di bere improvvisamente, come riferisce il New York Times "com'è suo solito: decisamente, impulsivamente, e senza introspezione di sorta".
    Dubya riconosce così la sua incapacità di introspezione: "non perdo tempo a cercare di capirmi ... non mi occupo di psicochiacchiere".
    Fatto sta che gli incontri con i predicatori, e soprattutto un probabile ultimatum da parte di sua moglie, produssero la trasformazione di Bush, la sua conversione, e passò di colpo dalle sbornie all'ebbrezza della grazia divina.

    È più facile che pensare

    Bush parla così di quel suo nuovo fervore: "La mia fede mi libera ... mi consente di prendere decisioni che ad altri possono non piacere". [3] Questa nuova "libertà" è analizzata dal dott. Justin Frank, affermato psichiatra della George Washington University, nel libro «Bush sul divano: nella mente del presidente». Per Frank la religione di Bush è il modo in cui lui cerca di rapportarsi con la realtà: "usa la religione per esemplificare o addirittura sostituire il ragionamento, tanto da riuscire anche a non pensare affatto in certi casi". [4] Forte di questa sua trasformazione personale e di questa sua nuova libertà, Bush si buttò in politica riuscendo a farsi eleggere per due volte governatore del Texas. Quando incontrò Shultz, nel 1998, stava già considerando di candidarsi alla presidenza. La sua "fortezza", però, più che dalla fede proviene da un'illusione profonda.
    Secondo quando riferisce il suo biografo Stephen Mansfield, Bush disse al pastore evangelico texano James Robison: "Ho sentito la chiamata. Credo che Dio voglia che mi candidi alla presidenza ... lo sento che Dio lo vuole ... Non so come spiegarlo ma sento che il paese avrà bisogno di me. Qualcosa deve succedere e, a quel punto, il paese avrà bisogno di me. So che non sarà facile ... ma Dio vuole che lo faccia". [5] I fatti dell'11 settembre 2001 gli hanno dato il proverbiale "colpo di grazia" e il suo "God complex", come lo chiama qualcuno in America, lo ha invasato completamente. Jim Wallis, un predicatore evangelico che lo conobbe prima dell'11/9, commenta così quest'ultima trasformazione: "La prima volta che vidi Bush ad Austin era un Metodista disposto ad imparare, aperto. Poi invece [nel febbraio 2002] cominciai a vedere quello che emerse più tardi, l'anno seguente, un calvinista messianico americano. Non vuol avere nulla a che fare con chi non crede in lui" [6]. Dall'11/9 Bush parla spesso del "piano di Dio per l'America", con l'idea che Dio starebbe di guardia per proteggere gli Stati Uniti dai "malvagi" ed è per questo che ha scelto lui.

    Il "God complex"

    Guardando nella testa di Bush, il dott. Justin Frank spiega che lì "la religione non solo elimina il dubbio con la certezza, ma scaccia l'ambiguità con il dualismo ... Eliminando l'ambivalenza e la sfumatura dalla sua testa, lui si considera un sistema di credenza fisso così com'è fissa la sua fede fondamentalista..."
    "Si ammanta della certezza di essere il bene, arrivando ad autoassolversi anche delle responsabilità di atti distruttivi, senza neanche ammettere che possa aver compiuto un errore" [7] Il risultato è di fronte agli occhi di tutti. Un caso clamoroso di questa instabilità fu la risposta che Bush dette in una intervista di Tim Russert. Il giornalista gli aveva chiesto che cosa ne pensasse del risentimento internazionale che stava suscitando contro gli USA con la sua distruzione unilaterale dell'Iraq, vista l'assenza di armi di distruzione di massa e di collegamenti con l'11/9: "Caspita, non lo so. Io so che quando faccio sul serio, quando esigo qualcosa sul serio dalla gente, procuro delle tensioni. Ma io, caspita, non capisco perché la gente lo fa. Ma ti posso dire comunque che non cambierò! Vedi? Non cercherò di smussare gli angoli, non cambierò la mia filosofia o il mio punto di vista". Un'altra dimostrazione della capacità di eliminare il dubbio con la certezza Bush l'ha data in una intervista del 16 gennaio: "Perché gli Stati Uniti non hanno catturato Osama bin Laden?", gli è stato chiesto, e lui ha risposto: "Perché si nasconde. Vedi, Bin Laden è elusivo e si trova in una regione remota del mondo".

    La "risonanza" nell'elettorato

    Evidentemente però il problema non è quello di un presidente con problemi mentali da barzelletta, ma quello di una popolazione che si lascia imbrogliare e vota per lui, e quello di una comunità internazionale che stenta a reagire.
    Com'è possibile che più di 59 milioni di americani abbiano votato per George Bush?
    Dai sondaggi elettorali condotti sia il 2 novembre che nei giorni successivi risulta che a votare per Bush sono stati gli strati dei fondamentalisti cristiani, soprattutto quelli che si dicono "cristiani rinati".
    Anche se John Kerry ha spesso parlato delle sue convinzioni religiose e di come esse avrebbero influenzato le sue decisioni politiche, se fosse stato eletto presidente, la macchina di Bush ha curato l'elettorato bigotto in maniera maniacale, tanto che i discorsi di Bush erano regolarmente infarciti di frasi su misura per quella base, come dei veri e propri "messaggi in codice". A dargli manforte sono intervenuti i televangelisti e le reti della destra cristiana, il cui peso politico continua ad aumentare dal primo successo che ebbero nel 1980, nell'elezione di Ronald Reagan. Negli ultimi quattro anni le attività di queste reti è stata coordinata dalla Casa Bianca da Karl Rove e da Tim Goeglein, vice direttore dei rapporti con il pubblico.
    La storia è nota: le crociate contro l'aborto, i matrimoni gay e contro i "liberals" che vogliono estirpare le radici cristiane degli Stati Uniti hanno surclassato, nella mente dell'elettorato, i problemi dell'economia che va a rotoli, della politica imperiale fatta di guerre tanto dispendiose quanto distruttive e dell'instaurazione di uno stato di polizia.
    La campagna elettorale del 2004 non rappresenta la prima volta che la gente viene manipolata con la religione affinché si rinchiuda in sé stessa, fugga la realtà e rinunci ad organizzarsi socialmente in maniera da poter affrontare le crisi reali che la minaccia. L'operazione gestita da Rove e dai suoi accoliti "religiosi", con il generoso sostegno delle corporation di Wall Street, è solo l'ultimo capitolo di una lunga storia.

    La Colonia della Baia del Massachusetts

    Nel 1630 si verificò nel New England il primo grande afflusso migratorio. John Winthrop e gli 800 compagni di viaggio che sbarcarono con lui nella Baia del Massachussetts non cercavano soltanto un rifugio contro la persecuzione religiosa, ma cercavano una forma nuova di governo, diversa dalle monarchie europee, tanto che Winthrop disse ai suoi "dobbiamo considerarci come una cittadella in cima alla collina, gli occhi di tutti saranno puntati su di noi". [8] La Grande Migrazione dei puritani si colloca nel mezzo della Guerra dei Trent'anni che infuriava nel continente europeo, e mentre l'Inghilterra stava scivolando verso la guerra civile e la rivoluzione. Sebbene i termini formali di questi grandi conflitti furono "religiosi", la loro realtà era esistenziale: l'oligarchia sarebbe riuscita a imporre in maniera definitiva il suo controllo sul mondo, oppure le aspirazioni a creare un mondo migliore, affermatesi con il Rinascimento, sarebbero riuscite a trionfare o almeno ad alimentare le speranze dei popoli?
    Per garantirsi la libertà i leader puritani, soprattutto Increase Mather e suo figlio Cotton Mather, non dovettero combattere solo contro l'alleanza tra l'oligarchia e la chiesa anglicana, ma anche contro una élite mercantile del New England le cui fortune dipendevano dal commercio con l'Inghilterra. Nel 1688, forte del sostegno di questi mercanti, il governatore inglese sir Edmund Andros respinse la richiesta dei Mather di rinnovare gli statuti che garantivano una certa libertà al Massachussets.
    Gli stessi mercanti poi misero in campo un predicatore, un certo Solom Stoddard, figlio di uno dei mercanti più ricchi del Connecticut, che si schierò contro la Chiesa Congregazionalista dei Mather accusandola di essere "anti-democratica" ed "elitaria". Nei suoi sermoni e nei suoi scritti affermava che il clero non dev'essere istruito, perché tutti possono essere prescelti come guida, e respingeva l'idea che all'opera di Dio contribuiscono i "santi visibili", cioè coloro razionalmente impegnati a promuovere il bene comune, come lo erano ad esempio i Mather.
    Stoddard ripeteva il ritornello del calvinismo più oscurantista: "L'unico motivo per cui Dio decide di amare l'uno e non l'altro è perché così più gli aggrada. ... La volontà di Dio è sufficiente perché l'uno sia prescelto e l'altro respinto" [9]. Cotton Mather, di contro, spiega che la missione dell'uomo è scoprire le leggi di Dio, con l'esercizio della sua ragione.
    Sebbene Stoddard pretendesse di promuovere la democrazia, contro la gerarchia ecclesiastica difesa dai Mather, lo storico Perry Miller documenta come la sua intenzione non fosse altro che "rimettere poteri dittatoriali nelle mani dei ministri e degli anziani" che avrebbero poi fatto sí che a governare le chiese fossero i sinodi inglesi. [10]
    L'operazione purtroppo riuscì, tanto che molta gente cominciò a richiudersi in sé stessa e abbandonò il progetto di Winthrop di diventare la "cittadella sulla collina", un esempio per il resto del mondo.
    Polemizzando con questo stato di cose Cotton Mather scrisse: "Siamo diventati piccini in ogni cosa, nelle questioni civili, in quelle militari ed in quelle ecclesiastiche. Stiamo ridimensionando noi stessi fino a diventare niente". [11] Alla passività con cui accogliere il volere di Dio, predicata da Stoddard, Mather contrappose un'idea di Dio che non dispensa i fedeli dalla partecipazione attiva nel compiere il bene: "Compiere il bene è un onore inestimabile e un piacere impareggiabile.
    "Ci dobbiamo considerare onorati e gratificati da Dio quando ci viene posta di fronte un'opportunità di compiere il bene." Questo si estende all'ordinamento della società: "Governo si chiama l'ordinamento di Dio" per cui esso "deve perseguire vigorosamente quei fini nobili e benedetti per i quali è stato ordinato: il bene dell'umanità". [12] Tra i principali sostenitori di Mather c'era Josiah Franklin, padre di Benjamin Franklin, che diventerà uno dei principali promotori della Rivoluzione Americana. Il giovane Benjamin fu molto influenzato dai "Saggi" del Mather nella lotta che poi condusse per instaurare un governo repubblicano capace di operare per "il bene dell'umanità".

    Il Grande Risveglio

    A partire dal 1740, l'operazione iniziata da Stoddard contro il movimento repubblicano dei Mather, che passa sotto il nome di "revivalism", fu rilanciata alla grande da suo nipote, Jonathan Edwards, con il nome di Grande Risveglio. L'operazione era inquadrata in una più ampia strategia britannica per contenere i rischi di una rivolta contro la Chiesa d'Inghilterra e la monarchia sua proprietaria.
    L'assioma di fondo del Grande Risveglio è che la religione è sostanzialmente un fenomeno della sfera emotiva e non di quella intellettiva, che bisogna fidarsi del cuore e non della testa, che i cristiani debbono farsi guidare dalla rivelazione bibblica e non dalla ragione umana. Il movimento di Edwards nel New England si scagliò contro le "élites" ed in particolare contro coloro che si interessavano di questioni scientifiche.
    Edwards fu un grande ammiratore di John Locke del quale fece propria l'idea secondo cui l'uomo non sarebbe altro che un animale e la pose a fondamento della sua teologia. Dai suoi stessi scritti si apprende che Edwards leggeva Locke con piacere maggiore "del più avido degli avari quando affonda le sue mani nell'oro e nell'argento di un tesoro che ha appena scoperto". [13] Come seguace di Locke, Edward si dedicò a combattere il repubblicanesimo degli ambienti dei Mathers che erano gli eredi del grande scienziato e filosofo tedesco Gottfried W. Leibniz, che del Locke era stato il più grande e diretto avversario.
    L'idea di "vita, libertà e ricerca della felicità", originariamente coniata da Leibniz, è al centro dei diritti inalienabili dell'uomo consacrati dai Padri Fondatori nella Dichiarazione di Indipendenza americana del 1776. Gli stessi padri fondatori respinsero invece il degenerato concetto di Locke di "vita, libertà e proprietà".
    Nel riproporre l'idea della natura umana del Locke, Edwards evocò le immagini tristissime dell'uomo come animale da soma. Un suo famoso sermone, "Peccatori nelle mani di un Dio adirato", non concede spazio ad alcuna possibilità di redenzione, se non attraverso una sottomissione totale ad un Dio inconoscibile, feroce e ostile, che si compiace nello scaraventare dei miseri esseri umani nell'eterna dannazione.
    Tra alti e bassi il Grande Risveglio durò dal 1740 al 1770, finendo per scomparire come fattore apprezzabile negli anni della lotta per l'indipendenza dall'Inghilterra che fu guidata da Benjiamin Franklin e dal suo movimento giovanile.
    Le parole del Preambolo della Costituzione USA, che sanciscono l’impegno a "costituire un'Unione più perfetta, stabilire la giustizia, garantire la tranquillità interna, provvedere alla comune difesa, promuovere il bene comune e ottenere per noi stessi e per la nostra discendenza la benedizione della libertà", rappresentano il trionfo dell'impostazione leibniziana, sostenuta da Mather e Franklin, e una palese sconfitta di quella lockiana, sostenuta da Stoddard e Edwards per conto dell'impero britannico.

    John Wesley e il Grande Revival

    Un'altra infiltrazione "religiosa" pilotata dall'Inghilterra fu quella dei "metodisti di Oxford", fondati nel 1739 da John Wesley. I seguaci di Wesley sbarcarono nel nuovo mondo sotto la guida di George Whitfield e si diffusero negli stati del Sud dove dettero vita ad un fenomeno analogo e contemporaneo a quello di Edwards nel New England. Emarginata dal movimento dell'Indipendenza Americana, questa congregazione rinacque poi verso la fine del decennio del 1790 come "Grande Revival" a partire da un raduno nel Kentucky.
    Nei grandi raduni in cui Wesley interveniva a predicare, la gente gridava "come se fosse in agonia ... e ben presto potevano gioire in Dio loro Salvatore". [14] I due movimenti, quello di Wesley e quello di Edwards, hanno soprattutto un punto dottrinale in comune, la salvezza si deve alla morte di Cristo piuttosto che ai suoi insegnamenti. Questo evidentemente induce alla passività di fronte all'ingiustizia; la gente fa finta di non vedere il male nel mondo per concentrarsi, egoisticamente, sulla propria salvezza, invece di impegnarsi a cambiare la situazione sociale. Un altro punto in comune è l'enfasi eccessiva nell'aldilà, nell'altra vita. Analizzando il Metodismo di Wesley e analoghi movimenti inglesi, lo storico E. P. Thompson osserva che quest'idea dell'altra vita "serviva non solo come una consolazione per i poveri ma anche come un compenso emotivo per le sofferenze e le privazioni del presente: si potevano immaginare non solo 'la ricompensa' per l'umile ma si poteva anche godere ad immaginare la punizione degli oppressori". [15]
    l movimento in pratica promuoveva lo status quo, in Inghilterra, e alimentava invece l'opposizione alla repubblica negli Stati Uniti. Poco dopo la morte di Wesley, nel 1793, la conferenza generale metodista in Inghilterra ribadì la sua totale lealtà alla Corona, negli USA invece, due nipoti di Edwards si batterono per la secessione del New England dagli Stati Uniti d’America. Essi sono il famoso Aaron Burr, notoriamente fedele a Londra al punto di occuparsi personalmente di uccidere il grande economista e segretario al Tesoro Alexander Hamilton, e Timothy Dwight, leader della Convenzione di Hartford che nella guerra del 1812 contro l'Inghilterra stava dalla parte di quest'ultima e propose la secessione del New England. [16]
    La storia del revivalismo, o più comunemente del fondamentalismo, consiste nel rifiuto di una élite istruita, nelle questioni religiose e in altre manifestazioni della vita sociale, da parte di predicatori carismatici in preda ad un eccesso di fiducia in sé stessi dettata dalla "fede interiore", insomma, degli esaltati o ciarlatani.
    Lo sviluppo del revivalismo si ebbe soprattutto nell'ultimo decennio del diciottesimo secolo, dopo il successo della Rivoluzione Americana contro l'Inghilterra. Avvenne parallelamente allo sviluppo di altre religioni "anti-establishment" come i battisti e i presbiteriani, in particolare nel Sud. Nel 1850 tre quarti di tutte le chiese americane erano metodiste, battiste o presbiteriane.

    Darby e il culto del "rapimento"

    A metà Ottocento, mentre gli Stati Uniti stavano andando incontro alla Guerra Civile e nel paese ribollivano i problemi dello schiavismo, fiorì di nuovo un movimento mirante a distogliere la gente dai problemi reali per indurla a concentrarsi sulla "propria salvezza personale". Il nuovo movimento religioso fu creato a partire dal 1830 da John Nelson Darby, fondato sulla dottrina della Seconda Venuta di Cristo. La sua era una escatologia molto complicata, tutta mirata a sostenere l'imminenza del "giudizio universale" e la "fine dei tempi", con la "rapture", o rapimento in paradiso della Chiesa, la battaglia dell'Armagheddon, l'interregno dell'Anticristo con le dovute Tribolazioni, la Seconda Venuta di Cristo.
    La dottrina è anche nota come dispensazionalismo premillenario, poiché la Seconda Venuta avrebbe inaugurato un nuovo millennio di pace.
    Nei tratti generali il darbynismo s'innestava sul precedente filone delle teologie revivaliste, premeva però sull'acceleratore dei tempi, facendo breccia sui tanti che erano in preda alla paura e che si sentivano piccoli ed impotenti, che consideravano il mondo popolato di fenomeni misteriosi ed ostili ed attendevano la liberazione. Si trattava di una dottrina che induceva la gente a concludere "tanto peggio, tanto meglio", più le cose si mettono male e prima arriverà l'estasi, il rapimento in paradiso.
    Inizialmente il termine "fondamentalismo" fu coniato per indicare i "conservatori" che partecipavano alle conferenze che i darbynisti tennero per 22 estati consecutive, le Niagra Bible Conference. Il movimento compì il suo balzo in avanti nel 1909, con la pubblicazione di una Bibbia ad hoc, la "Scofield Reference Bible", guarda caso per i tipi della Oxford University Press. Reduce dell'esercito sudista, quando fu poi ordinato ministro Scofield fu descritto in questi termini da un giornale del suo stato d’origine, il Kansas: "un politicante e intrigante ... che sta bene tra i mascalzoni", e riferisce che aveva lasciato lo stato quattro anni prima "a seguito di una serie di truffe e raggiri".
    Il progetto di Scofield di scrivere un commento alla Bibbia che sostenesse la dottrina di Darby incontrò sostenitori danarosi come Lyman Stewart, presidente della Union Oil Company of California e un gruppo di intermediatori immobiliari e investitori di Wall Street.
    Un altro sostenitore del darbynismo fu D.L. Moody, che promosse una nuova ondata di revivalismo dal Moody Bible College.

    Gli anni Venti

    Negli anni Venti, dopo la prima guerra mondiale, gli Stati Uniti dominati dal Proibizionismo divennero il teatro dello scontro tra i darwinisti, che predicavano il loro tipo di evoluzionismo, e i fondamentalisti, che predicavano l'infallibilità della Bibbia. Per le città e le campagne giravano personaggi come Billy Sunday, ex giocatore di baseball improvvisatosi predicatore, che dicevano semplicemente: "Con Cristo sei salvo, senza di lui sei perduto ... Vivrai per sempre in paradiso o per sempre all'inferno. Dipende da te e devi decidere adesso". Le folle che accorrevano ad ascoltare personaggi del genere crescevano a vista d'occhio.
    Personaggi come Morgan, Rockefeller, Weyerhauser, Swift, Armour e Marshall Field, sponsorizzarono questa crociata perché sul piano economico si traduceva nella dottrina liberista del laissez-faire -- quello che accade è una necessità voluta dal cielo. I predicatori esortavano inoltre i lavoratori ad obbedire e criticavano come opera del Maligno le regolamentazioni stabilite dal governo.
    Un quadretto impareggiabile di questa schiera di ipocriti e imbroglioni stipendiati ci è stato lasciato dallo scrittore Sinclair Lewis nel romanzo «Elmer Gantry» del 1926, da cui è stato tratto in epoca recente il film «Il figlio di Giuda». Ma, per quanto dirompente, la denuncia di Sinclair Lewis riuscì a sensibilizzare solo gli strati più istruiti, e l'ondata del fondamentalismo revivalista pilotata dall'elite plutocratica cominciò a scemare soltanto più tardi, quando il paese cominciò a sprofondare nella Grande Depressione, quando milioni di poveri, affamati, senza tetto e diseredati non avevano altri a cui rivolgersi o da cui sperare se non il governo. Certo che per loro gli effetti del New Deal di Roosevelt -- creazione di posti di lavoro, regolamentazione bancaria, controllo delle acque, bonifiche ed elettrificazione di vastissime regioni del paese, miglioramento dell'istruzione e istituzione della previdenza sociale -- furono una vera benedizione, senza tanto predicare.
    Se Franklin D. Roosevelt non fosse riuscito nel suo intento, quello che si prospettava per l'America fu allora descritto sempre da Sinclair Lewis, in un romanzo del 1935 intitolato «Qui non può accadere» (It can't happen here), in cui prospetta l'avvento del fascismo negli Stati Uniti sotto una veste "cristiana".

    Contro il New Deal

    Le riforme di F.D. Roosevelt riuscirono a ripristinare in America almeno in parte i princípi dei padri fondatori, di Leibniz, Franklin e Hamilton, quel tanto che bastò per rilanciare l'economia, sconfiggere la depressione, sconfiggere il nazismo, e innescare un simile processo di sviluppo in molte parti del mondo, soprattutto con la ricostruzione del dopoguerra. Costretta alla ritirata, l’oligarchia finanziaria anglo-americana tornò alla carica già nel 1938 con un’operazione fondamentalista chiamata "Riarmo morale", un movimento fondato dal Frank Buchman. Messa in campo negli USA, quest'operazione era però stata architettata e sperimentata ad Oxford (tanto per cambiare), in un movimento che originariamente fu chiamato "Il gruppo di Oxford". Nel 1936 Buchman espresse la sua ammirazione per il Nazismo in questi termini: "Ringrazio il cielo per Adolf Hitler".
    Finché Roosevelt fu in vita, però, il movimento non riuscì a crescere. I primi successi cominciò a riscuoterli dopo la seconda guerra mondiale, quando si sbracciò a presentare il Comunismo come l'Anticristo e poi, nella Guerra Fredda, quando gestì la copertura religiosa per le mostruosità che furono allora commesse in nome dell'"anticomunismo", dal "Red Scare" di Harry Truman al maccartismo.
    L'aspetto più importante del "Riarmo morale", per quando riguarda la diffusione del fondamentalismo religioso, è che operò in tandem con un'altra operazione, la setta del reverendo Sun Myung Moon che poi prese il nome di "Chiesa dell'Unificazione", pilotata dai servizi segreti della Corea del Sud, la KCIA [17]. La Lega anticomunista mondiale (WACL) del rev. Moon fu impegnata negli anni Ottanta a sostenere le operazioni illecite di armi in cambio di droga note come "Iran-Contra", mentre lo stesso Moon provvedeva a sostenere finanziariamente l'American Coalition for Traditional Values di Tim LaHaye. Quest'ultimo ha anche presieduto la Coalition for Religious Freedom, sempre di Moon, operazione finanziata direttamente dal gen. Bo Hi Pak della KCIA. [18]
    La galassia delle associazioni fondamentaliste finanziate da Moon comprende anche Focus on the Family, di James Dobson, e la Family Research Council di Gary Bauer. Con i soldi del suo impero Moon ha anche salvato dalla bancarotta il Liberty College del noto telepredicatore Jerry Falwell.
    L'impegno che accomuna tutte queste entità è criticare il "governo centralizzatore" nella forma assunta sotto il New Deal del Presidente Roosevelt.
    Un altro filone del fondamentalismo americano è quello del rev. Billy Graham che dagli anni Quaranta è impegnato nel revival del Grande Risveglio di Johathan Edwards, anche se di fronte agli arrabbiati di oggi Graham può apparire un po' datato.

    Lavaggio di cervello con "i valori della famiglia"

    Il fatto che il 2 novembre molta gente degli strati popolari abbia finito per votare per Bush dimostra il successo avuto dai fondamentalisti cristiani nel decantare l'impegno di Bush per i "valori della famiglia".
    Il già citato psichiatra Thomas Frank ha scritto anche un altro libro, intitolato «What's the Matter With Kansas?», in cui spiega come chi vota per i candidati "conservatori cristiani", come Bush, perché convinto di sostenere "i valori della famiglia", in realtà finisce per portare acqua al mulino di Wall Street, un mulino fatto di liberismo, delocalizzazione, meno tasse ai ricchi, deregolamentazione, meno welfare, privatizzazione (ad esempio delle pensioni), e tutte le altre mostruosità della "globalizzazione" che colpiscono i poveri per primi e la popolazione più in generale. Questi ambienti, nota Frank, "predicano Gesù", ma "razzolano a Wall Street".
    Gli elettori in questione sono tanto ideologizzati dalla propaganda da non essere neanche in grado di chiedersi: che cosa danneggia di più la famiglia media americana? I licenziamenti di massa, la riduzione dei salari, i tagli continui alla sanità, all'istruzione, alle pensioni e al welfare, e il crollo della produzione, oppure la legalizzazione dell’aborto, dei matrimoni gay e altri spauracchi «liberal» ? O anche più semplicemente: quando mai Gesù avrebbe predicato di ridurre le tasse ai più ricchi?
    Sempre Thomas Frank nota a questo proposito: "L'incapacità della base conservatrice di accorgersi della palese doppiezza dei suoi leader è proprio una delle meraviglie culturali del Grande Rigurgito".
    Come è stato possibile rendere la gente così balorda?

    La paura di essere abbandonati

    La caratteristica che accomuna fondamentalisti, millenaristi e catastrofisti, che ormai sono una grande maggioranza negli USA, è il terrore di essere abbandonati. A far leva su questa paura si è specializzato ad esempio Tim LaHaye, "la costola" del rev. Moon che da un decennio continua a sfornare libri venduti a milioni di copie, scritti insieme a Jerry Jenkins.
    Gli americani hanno paura di ritrovarsi nella posizione del capitano Rayford Steele, l'eroe di "Left Behind", cioè lasciato indietro, il primo di questa serie di libri di LaHaye.
    In breve: pilota di un aereo di linea, Steele si accorge durante un volo che quasi tutti i passeggeri a bordo sono inspiegabilmente scomparsi. Arrivato a casa, constata come anche sua moglie e il figlio siano scomparsi. Si ritrova da solo, con un vizioso coadiuvante pastore della chiesa frequentata da sua moglie, in preda al senso di colpa di non essere un "buon cristiano". Apprende che sua moglie, e tutti gli altri, sono stati rapiti in paradiso (la "rapture" dei fondamentalisti), perché sono buoni e Gesù li premia risparmiando loro i sette anni successivi di tribolazioni, con l'Anticristo che la fa da padrone nel mondo. Si accorge insomma di essere uno di quei pochi "left behind", lasciati indietro, da soli alle prese con le tribolazioni.
    Il riassunto della teologia di Darby, nel libro, è contenuto nei sermoni del pastore vizioso che ha deciso di cambiar vita e di preparare sé e gli altri, in modo da non essere lasciato indietro ancora una volta. Predica che per la salvazione occorre stipulare una "transazione", un contratto con Cristo. Siccome siamo tutti peccatori, sostiene, "non possiamo salvare noi stessi". Pensare che ci si possa guadagnare il favore di Dio e il Paradiso con le proprie opere "è forse l'errore più grave mai commesso". Il motivo per cui si deve compiere il bene, continua, "è in risposta alla salvazione", come dire, la conferma che sei stato prescelto.
    A salvarci è soltanto il fatto che Cristo è morto per noi, lui "ha pagato il prezzo ... perché ci ama. Quando diciamo a Cristo che riconosciamo di essere dei peccatori e di essere perduti, e otteniamo da lui il dono della salvazione, lui ci salva. Avviene una transazione. Passiamo dalle tenebre alla luce, dalla perdita al ritrovamento ... abbiamo così ciò che Gesù ha: il rapporto con Dio, la vita eterna, e giacché Gesù ha pagato per noi, i nostri peccati ci sono rimessi". [19]
    Questa è dunque la ricetta di LaHaye per la vita eterna. Da notare che non c'è nessuna menzione dei grandi insegnamenti impartiti da Gesù, né si dice che occorre imitarlo nel portare giustizia nel mondo, nel sollevare i poveri, nel perdonare le offese, ecc. A che dovrebbe servire dunque la vita? Avrebbe senso solo in quanto precede la morte, momento in cui si passa alla "transazione".
    Alla fine del primo racconto, Steele, con sua figlia, il pastore che ha ritrovato una motivazione e un famoso giornalista, costituiscono insieme la "Tribulation Force", un gruppo che percorrerà ben altri 11 tomi di questa saga catastrofista, fin quando l'Anticristo non sarà sconfitto e comincerà il millennio di pace, con la "apparizione gloriosa" di Gesù. E vissero felici e contenti.
    All'inizio del 2005, le vendite dei 12 volumi della serie avevano raggiunto i 60 milioni di copie. Sono libri che piacciono non perché siano ben scritti, anzi, sono pieni di ripetizioni, i personaggi non sono ben caratterizzati, c'è poca suspence, si fa presto a scoprire chi è l'Anticristo ed è scontato che sarà sconfitto prima di arrivare a pagina 75 del primo volume. La linea di forza dell'intera collana sta nel fatto che è cucita addosso ai tanti milioni di americani che oggi si sentono in qualche modo persi, abbandonati, sporchi e impotenti: left behind.
    LaHaye sa ben giocare sui sensi di colpa dei tanti che sono dediti agli eccessi: bevono, giocano d'azzardo, inseguono continue avventure sessuali, cercano solo di far soldi a discapito della vita familiare. LaHaye è abile ad allettare coloro che non sanno come controllare i propri impulsi, convincendoli che il problema è Satana che controlla il mondo e i loro corpi. Il suo appello non è rivolto solo alla paura della morte, ma soprattutto alla paura di non avere nulla per cui valga la pena di vivere. Dopo una settimana di stravizi e di vuotaggine, la domenica questa è la gente che va in chiesa e si chiede come placare quel profondo senso di insicurezza personale: "Come faccio a fare un patto con Dio in modo da mettere me stesso al sicuro?".
    Nell'80% della popolazione americana che ormai non dispone più di un reddito soddisfacente, i tanti che hanno votato per Bush sono in questo stato mentale, e la loro angoscia è amplificata da una situazione economica e politica sempre più disastrosa.
    Cercando di sottrarsi da questo mondo, come se fosse il regno di Satana, la gente cerca di sottrarsi alle proprie responsabilità di agire per migliorare le condizioni di vita morale e materiale dell'intera società.
    In uno scritto su questo tema ("Quegli sciocchi populisti che cercano di stipulare un contratto persino con Dio") Lyndon LaRouche spiega a questo proposito:
    "I principi che predeterminano le conseguenze delle nostre azioni sono universali. Sono le leggi dell'universo, che esistono come leggi naturali, che le accettiamo come tali o meno. Pertanto l'uomo non può negoziare un contratto d'affari con Dio.
    "All'uomo spetta di scoprire le leggi insite nell'universo di cui siamo parte e di usarle come quei poteri che ci consentono di migliorare l'universo secondo l'intento insito in tali leggi".
    Oltre ai finanziamenti della setta di Moon e le royalties dei libri venduti, LeHaye e altri come lui riscuotono sostegni e denari dalla destra repubblicana. Il Council for National Policy di LeHaye ha ottenuto finanziamenti da Nelson Bunker Hunt, dalla famiglia Coors, dalla Bradley Foundation, da Howard Ahmanson e da Richard DeVos of Amway (quest'ultimo finanzia anche i liberisti ad oltranza della Christian Freedom Foundation).
    Ci sono altri quattro aspetti che emergono dalla serie «Left Behind».
    Primo: l'Anticristo ce l'ha con i "cristiani" (cosa sentita con drammaticità tutta speciale dopo l'episodio dell'11 settembre). Questo si sovrappone facilmente alla "persecuzione dei cristiani" condotta dagli "umanisti secolari liberal". Ovvero, la sinistra liberal mira ad impossessarsi del Governo Federale, come strumento con cui obliterare i cristiani, nello stesso disegno anticristiano «evidentemente» portato avanti da Al Qaeda e Saddam.
    Secondo: per i "cristiani" è fondamentale sostenere Israele giacché il rimpatrio degli ebrei nella Terra Promessa è uno dei prerequisiti indispensabili alla "seconda venuta" di Gesù. Così i fondamentalisti americani proclamano il loro amore sconfinato per Israele. Si tratta però di un abbraccio un po' troppo asfissiante, visto che, secondo le dottrine fondamentaliste, gli ebrei non possono non riconoscere Gesù come il Cristo, in questa sua seconda venuta, e quindi o si convertono o sono condannati in eterno.
    Terzo: l'ente usato dall'Anticristo nella sua persecuzione dei "cristiani" è l'ONU. Nella fase in cui fervevano i preparativi per l'attacco contro l'Iraq, le ripetute manifestazioni di disprezzo verso le Nazioni Unite da parte di Bush venivano accolte con grande favore dal pubblico indottrinato da LaHaye.
    Quarto: le Nazioni Unite egemonizzate dall'Anticristo, ribattezzate "Comunità Globale", stabilirebbero la propria sede nella Nuova Babilonia, ovviamente in Iraq!
    Sebbene molti dei libri di LaHaye siano stati scritti prima dell'11 settembre, gli sviluppi successivi sono già in qualche modo anticipati in quelle pagine. Chiaroveggenza? No. Una spiegazione ovvia sta nei personaggi come Lewis Libby, uno stretto collaboratore sia del vice ministro della Difesa Wolfovitz che del vice presidente Cheney. Libby aveva messo a punto i piani di guerra imperiale e di guerra al terrorismo almeno dal 1992, molto prima dell'11 settembre. LeHaye e altri faccendieri della destra cristiana sono ben collegati con Karl Rove, il controllore del presidente Bush: la divisione dei compiti dovrebbe essere evidente.
    Alla fine di gennaio un articolo di Newsweek riferiva come l'ex consigliere legale di Bush e attuale ministro della giustizia Alberto Gonzales, il capo della CIA Porter Goss, il principale Speechwriter di Bush, Michael Gerson, i giornalisti dell'establishment di destra Tucker Carlson e Fred Barnes, e tant'altra gente nella stessa cordata aderiscono tutti alla stessa chiesa episcopale fondamentalista The Falls Church della Virginia settentrionale. «Alle funzioni domenicali è un po’ difficile distinguere tra stato e chiesa», ironizzava Newsweek.
    E' così che molti elettori sono stati convinti che Bush è il prescelto da Dio per guidare la nazione eletta nella battaglia finale. Questo messaggio, alimentato ad arte, è entrato in risonanza con un'altra convinzione ancora più preoccupante, diffusa in ambienti "post-millenaristi": essi sarebbero stati chiamati a distruggere i malvagi affinché possa iniziare il millennio di pace. In altre parole, il "rapimento" in Paradiso e la Seconda Venuta non si potranno verificare finché non saranno distrutte le forze del male.
    Quest'ultima corrente viene talvolta chiamata dei "ricostruzionisti", cioè gente convinta che "i cristiani hanno il compito di ricostruire l'intera società umana, cominciando dagli Stati Uniti e poi procedere oltre" [20]. Questa corrente è anche nota come "dominionisti" [21] e propaganda l'idea che le scritture del Vecchio Testamento debbano costituire il fondamento del sistema giuridico e che la legge secolare debba essere subordinata alla legge biblica o mosaica. Da qui prolificano crociate, come quella antiabortista di "Operation Rescue", tutte vertenti sui "temi singoli" (aborto, droga libera, matrimoni gay, ecc.), l'utilità di queste operazioni è stata evidente in occasione del voto di novembre, quando tutti questi crociati si sono schierati contro Kerry, colpevole di essere un "liberal", dunque automaticamente promotore di aborto, droga, omosessualità, ecc.
    La facilità con cui questa gente appioppa il giudizio definitivo e irrevocabile di "bene" e "male" è sconcertante.
    James Robison, un consigliere spirituale di Bush, scrive nel suo libro "The Absolute" che ci sono solo due visioni del mondo, quella del cristianesimo biblico e quella del relativismo: "l'intrattenitore, l'insegnante o il leader che mina l'importanza dei principi assoluti [della Bibbia] non è diabolicamente manipolato meno del terrorista".
    I "dominionisti" vedono in Bush la salvezza in quanto per loro il pericolo maggiore è che il governo federale cada in mano agli "elitisti liberal" come Franklin Delano Roosevelt. Essi sono contrari ad ogni "interferenza" del governo nell'economia, e sono nettamente schierati a favore dell'intero repertorio dogmatico arciliberista: basti pensare che uno dei loro massimi guru, Pat Robertson, fa campagna per la privatizzazione delle pensioni fin dal 1986. Per Robertson il pericolo numero uno è la perdita di libertà minacciata dal "big government", il governo impiccione che si occupa del bene comune come all'epoca di Roosevelt. (Lo stesso Robertson però è pronto a chiudere un occhio quando il governo incanala gli stanziamenti verso le grandi finanziarie di Wall Street).
    A ciò si aggiungono forme di fondamentalismo "più pratiche", o come dicono gli americani, "for dummies", per chi non vuole la pappa pronta. Ma non significa che queste siano meno deleterie e meno pilotate. Un caso famoso è quello del pastore Rick Warren di Lake Forest in California. Ha scritto un libro intitolato «Purpose Driven Life», una vita che abbia uno scopo. A chi gli presta attenzione solo per quaranta giorni Warren promette: "Conoscerete lo scopo che Dio riserva alla tua vita e comprenderai il più vasto contesto, come tutti i pezzi della vita si ricompongono in un tutt'uno. Con questa prospettiva lo stress diminuirà, prendere decisioni sarà più facile, si sarà più soddisfatti e, soprattutto ti prepari per l'eternità".
    Il libro è stato venduto in 16 milioni di copie. La furbizia di Warren sta nello spacciare la stessa filosofia dell'impotenza di Edwards eliminando però i toni esagitati dei catastrofisti che sostituisce con i toni salutisti che vanno tanto tra i baby boomer.

    I veri "miracoli"

    Riassumendo: quando le élite imperialiste sprigionano i loro "fermenti religiosi", gli Stati Uniti cadono nella depressione economica, come conseguenza delle ricette liberiste imposte all'economia grazie al controllo ideologico che tali élite esercitano sulla popolazione. Il fondamentalismo tende poi a rifluire quando gli effetti della depressione si fanno acuti e si presenta l'opportunità rara di fare appello al senso di realtà della popolazione. Ci sono due esempi di questo, l'elezione di due presidenti che altrimenti sarebbe stata improbabile; tanto improbabile che si può dire, ironicamente, che ha del "miracoloso". La prima è l'elezione di Abramo Lincoln, dopo il crac del 1857, e la seconda è l'elezione di F.D. Roosevelt dopo il crac del 1929. Essi furono ambedue eletti dopo una forte ondata di fanatismo religioso che aveva accompagnato lo sfascio dell'economia e l'affermazione al potere delle teste di legno dell'oligarchia monetarista.
    Con Bush ci risiamo. L'intervento politico del movimento di Lyndon LaRouche nel trasformare il partito democratico affinché torni alle sue radici rooseveltiane è un primo passo decisivo e riuscito nel restituire alla popolazione americana i suoi veri ideali universali.

    Tratto da un articolo di Harley Schlanger publicato sul numero del 4 febbraio 2005 della rivista EIR

    NOTE

    1. James Mann "Rise of the Vulcans: The History of Bush'War Cabinet (New York Penguin Books, 2004).
    Per un dossier su Shultz vedi: EIR, numeri del 3 e 10 dicembre 2004.

    2. Stephen Masfield «The Faith of George W. Bush» (New York: Jeremy P. Tarcher(Penguin, 2003).

    3. George W. Bush «A Charge to Keep» (New York: Perennial, 1999).

    4. Justin Frank «Bush on the Couch: Inside the Mind of the President» (New York: Harper Collins Publishers, 2004).

    5. Mansfield op. cit.

    6. Wallis è citato da Ron Suskind "Without a Doubt" New York Times Magazine 17 ottobre 2004.

    7. Frank op. cit.

    8. H. Graham Lowry «How the Nation Was Won» (Washington, EIR, 1987). Il libro approfondisce le idee che sono alla base della creazione della repubblica americana in contrapposizione all'egemonia imperiale britannica affermatasi con il Trattato di Parigi del 1763.

    9. Riferito da Perry Miller «The New England Mind: From Colony to Province (Boston, Beacon Press, 1953).

    10. Ibid.

    11. Lowry, op. cit.
    12. Lowry, op. cit.
    13. Perry Miller «Errand into the Wilderness» (New York: Harper Torchbooks, 1964).
    14. Citato da John Telford «John Wesley: Into All the World»
    15. E.P. Thompson «The Making of the English Working Class» (New York: Vintage Books, 1963).
    16. Anton Chaitkin «Treason in America: From Aaron Burr to Averell Harrimann» (New York: New Benjamin Franklin House, 1984).
    17. La KCIA ha funzionato in pratica come la succursale "off shore" della stessa CIA americana, o meglio, di reti "sotterranee" nei servizi americani. Grazie agli ingenti finanziamenti ottenuti per sostenere "l'anticomunismo" nel sudest asiatico, di cui il regime della Corea del Sud è stata la roccaforte, attraverso la KCIA queste reti spionistiche avevano mano libera per ogni sorta di operazioni illecite, che negli USA non avrebbero ottenuto la necessaria approvazione del Congresso.
    18. Sui rapporti tra Buchman e Moon: Lawrence Hecht "Moonification of the Science: the Russell-Wells 'No-Soul' Gang Behind the Moonie Freak Show" (21th Century Science & Technology inverno 2002-2003). L'articolo pone in rilievo il ruolo di Russell e Wells nella creazione del Moral Re-Armament negli USA.
    19. Tim LaHaye, Jerry B. Jenkins «Left Behind: A Novel of the Earth's Last Days» (Wheaton, III: Tyndale House Publishers, Inc. 1995).
    20. William C. Martin «With God on Our Side: The Rise of the Religious Right in America» (New York: Broadway Books, 1996).
    21. I "dominionisti" sono convinti che Cristo non tornerà fin quando la chiesa non avrà affermato il suo dominio su tutti i governi e le istituzioni del mondo. Un esponente dominionista come Pat Robertson affermò nel 1984 che la Destra Cristiana aveva cominciato ad affermarsi con l'elezione di Ronald Reagan "il nostro obiettivo è affermare il nostro dominio sulla società".