ECONOMIA

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

ECONOMIA

 

     


    [Solidarietà, anno XII n. 1, febbraio 2004]


    Perché Cheney e Ashcroft
    minacciano un nuovo 11 settembre?


    Da tempo il movimento di LaRouche denuncia con vigore l’esistenza di un coordinamento di forze politiche ispirate ad una ideologia massimamente autoritaria che viene chiamata Sinarchismo.
    È una tendenza storica che risale alla rivoluzione francese e a Napoleone Bonaparte e che nel secolo passato è stata a volte chiamata “fascismo universale” e anche “nazicomunismo”.
    Oggi i ‘neoconservatori’ americani e internazionali intorno a Cheney apertamente manifestano e attuano questa ideologia sinarchista autoritaria. È quindi una struttura che ha un vertice nell’oligarchia, soprattuto quella finanziaria, e una base fanatica che può essere facilmente strumentalizzata per azioni di grande destabilizzazione. Senza alcuna contraddizione, essa si può dare un volto sia di destra che di sinistra, entrambi miranti a soluzioni autoritarie; a volte un ben orchestrato scontro destra-sinistra può fungere anch’esso da trampolino di lancio per la desiderata soluzione autoritaria (per approfondire alcuni aspetti storici della questione invitiamo a leggere il numero dell’agosto 2003 di Solidarietà, pag. 32)
    Di seguito sono riportati alcuni articoli che dettagliano una denuncia precisa di LaRouche contro una rete specifica del sinarchismo internazionale che opera come una internazionale fascista nell’Argentina, in America Latina e in altri paesi dell’Europa, soprattutto la Spagna e l’Italia. 
    Il 22 agosto 2003 l’EIR aveva pubblicato un’analisi (qui riassunta), in cui Lyndon LaRouche denunciava il rischio di un nuovo 11 settembre 2001, “ma questa volta fatto ricadere sulle popolazioni ispaniche, invece che su quelle arabe”. Si ricorderà che poco tempo prima sia Cheney che il ministro di Giustizia americano Ashcroft avevano incominciato una campagna di guerra psicologica annunciando imminenti e devastanti “attacchi terroristici” contro l’America e altre nazioni occidentali. Cheney lo ha ripetuto anche nella sua visita a Roma il 26 gennaio: “dopo l'11 settembre, il mondo ha potuto intravedere, ma solo in parte, la grandezza della minaccia del terrorismo internazionale”. Nei suoi discorsi fa capire che il peggio deve ancora venire.
    L’EIR documentava inoltre che il 16-17 novembre 2002 Blas Piñar, ex fedelissimo di Francisco Franco e oggi leader della formazione della destra sinarchista Fuerza Nueva, aveva organizzato a Madrid una riunione dell’internazionale fascista: con delegazioni argentine, messicane, venezuelane, e, bene in vista, la formazione fascista Forza Nuova di Roberto Fiore (vedi Solidarietà, febbraio 2004, pag 25).
    Sempre nell’agosto 2003 un gruppo di sostenitori di Lyndon LaRouche in America Latina si era dissociato dalla organizzazione internazionale dopo essere stato chiamato a rendere conto su contatti molto discutibili con ambienti di una certa destra, sia in America Latina che in Spagna, individuata come il movimento sinarchista. Questi individui sono entrati nell’orbita di Blas Piñar, e in America Latina coltivano amicizie negli ambienti della rivista Maritornes, pubblicata da carlisti argentini, e collegata ad ambienti che vogliono ricostruire l’impero spagnolo.
    Il fondatore della rivista, Victor Eduardo Ordonez, già in passato aveva dato spazio in copertina su un’altra rivista, Cabildo, alle citazioni di Corneliu Codreanu, il fondatore della Guardia di Ferro che combattè al fianco di Hitler e oggi è l’idolo di Forza Nuova. Da notare che Codreanu è anche l’idolo di due organizzazioni espressamente sinarchiste in Messico (vedi Solidarietà, agosto 2003, pag. 39).
    Un altro personaggio argentino del raggruppamento di Maritornes, Antonio Caponnetto, portava un attacco a LaRouche sul n. 76 della rivista spagnola Abril, che propaganda regolarmente le idee di Juan Donoso Cortes. Secondo questo ideologo del secolo scorso: “l’istituzione dei sacrifici sanguinari” è “la più universale” di tutte le istituzioni e di tutti i dogmi. Le nazioni più civili e le tribù più selvagge credono nella ‘vittima pura offerta come olocausto perfetto’.”

    Un altro 11 settembre?
    Resta da chiedersi se un raduno come quello di Madrid possa effettivamente costituire un pericolo serio come quello denunciato da LaRouche.
    Il 26 ottobre 2001, sei settimane dopo l’11 settembre, una rivista argentina di queste forze carliste, La Fratellanza Tradizionalista Carlo VII, ha pubblicato un articolo di Alvaro Pacheco Sere, presidente della fratellanza in Uruguay, che cita un famoso discorso di Juan Donoso Cortés, tenuto nel 1849, in cui auspica la dittatura. Pacheco dice che questo è l’esempio di come i carlisti da secoli mantengono ferme le loro posizioni contro “il nemico”, e sostiene che si tratta di una continua guerra di religione che essi combattono contro “il sistema mondiale anti-naturale e anti-legale ... che si fonda sulla sostituzione satanica in cui l’uomo impenitente si sostituisce a Dio.”
    Poi continua: “Lo storico 11 settembre 2001 ha alterato la marcia degli eventi mondiali”. Gli Stati Uniti, “che non sono mai stati una nazione nel senso classico, sono figli di un’idea: libertà, come concepita dalla rivoluzione”, adesso sentono i colpi dei gruppi rivoluzionari che essi stessi hanno fomentato contro gli altri. Richiamandosi ad una definizione delle torri gemelle di New York come le nuove colonne del tempio massonico, dice: “Secondo il pensiero tradizionalista, l’11 settembre 2001 appare come ‘il giorno in cui le Colonne furono abbattute’ ... la distruzione delle colonne e la ferita inferta ... al Pentagono paiono significare che qualche circolo ad alto livello, segreto e irriconciliabile, ha deciso che, li, la rivoluzione adesso è ripudiata”.
    “Regna l’anarchia”, continua Pacheco, una situazione che la legge positiva non può risolvere. “Il penoso disorientamento generale suscita l’apparizione e il desiderio di adempimento di promesse soprannaturali, fatte dalla nostra signora di Fatima per la conversone della Russia, e da San Paolo nella sua Lettera ai Romani sulla conversione del popolo ebraico”. “Le false premesse del pacifismo, dell’ecumenismo e della civiltà dell’amore predicate dal mondo moderno massonizzato, e con esso dalla Chiesa dal Vaticano II, sono state messe in discussione. Ovviamente, gli studi sull’Apocalisse e sui messaggi mariani si intensificheranno. Dio ha i suoi disegni. Bisogna aderire ad essi, e gli chiediamo umilmente fede, speranza e carità”.
    Questa interpretazione quasi “provvidenziale” dell’11 settembre va valutata insieme alla sua controparte “di sinistra” proposta da Hebe de Bonafini, leader filoterroristico delle Madres de Plaza di Mayo in Argentina. Il gruppo della Bonafini e quello dei carlisti continuano a fomentare la guerra di religione l’uno contro l’altro, come fecero negli anni Settanta durante la “sporca guerra” in Argentina. Nonostante le loro feroci rivalità queste formazioni contrapposte sono d’accordo sull’11 settembre.
    In una intervista del 9 ottobre 2001 a Radio 10, commentando il disastro di New York la Bonafini disse: “Non dovrei dire che sono contenta perché, almeno una volta, il sangue è stato vendicato? Certo, ne sono contenta e continuerò a ripeterlo. Per la prima volta gli Stati Uniti sono stati costretti a pagare per ciò che hanno fatto in tutta la loro esistenza ... Sono contenta che almeno una volta, la barriera del mondo, questa sporca barriera, piena di cibo, di oro, di ricchezza, è caduta su di loro”.

    Il servizio completo, corredato di una scheda sugli aspetti italiani dell'operazione, è pubblicato nel numero del febbraio 2004 di Solidarietà, il bollettino d'informazione del Movimento Solidarietà che i non iscritti possono richiedere via posta elettronica a movisol2@libero.it