ECONOMIA

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

ECONOMIA

  



[Solidarietà , anno IV n. 5, dicembre 1996]

Dossier Iran-Contras

L'EIR ha presentato due rapporti speciali nel corso di affollate conferenze stampa a Washington il 19 settembre ed il 26 ottobre 1996. Il primo prende le mosse dalle rivelazioni fatte dal quotidiano californiano San Jose Mercury News per ricostruire gli "anni della droga", ma riconducendo le responsabilità non tanto alla CIA quanto alle strutture parallele di governo. Il secondo è un dossier sui grandi traffici internazionali di armi, gestiti da quelle strutture, e sulle vittime più eccellenti, a cominciare dal Premier svedese Olof Palme.

Di seguito proponiamo qualche pagina dei due dossier, partendo dalla introduzione scritta da Lyndon LaRouche. Invitiamo chiunque intenda fare uso pubblico di queste informazioni a citare l'EIR come fonte. I due rapporti sono intitolati: "Would a President Bob Dole prosecute drug super-kingpin George Bush", settembre 1996, e "George Bush and the 12333 serial murder ring", ottobre 1996.

Per chi conosce l'argomento è evidente che le pagine che seguono non sono solo un rapporto speciale: sono prove da presentare in tribunale. Le prove raccolte sono sufficienti a mettere sotto inchiesta l'ex Presidente americano George Bush ed altri per reati gravi. I reati sono l'importazione di cocaina da parte di agenti della banda di Bush e il conseguente intralcio della giustizia da parte di uomini di Bush ad alto livello all'interno del Dipartimento di Giustizia USA.

Il quotidiano californiano San Jose Mercury News va lodato per il coraggio e la perseveranza nel fornire i tasselli finali del mosaico che mostrano il ruolo svolto da George Bush nel dilagare della "cocaina dei poveri" (il crack) negli Stati Uniti, nella prima metà degli anni Ottanta, da quando egli prese il controllo dell'operazione Contras nel 1983. Il grosso delle prove determinanti sono state raccolte e pubblicate dall'Executive Intelligence Review da oltre dieci anni. Le nuove informazioni fornite dalle rivelazioni del Mercury News confermano e danno maggior peso emotivo alle prove che erano già disponibili. Contribuiscono a definire un nuovo fattore politico che potrebbe porre fine all'insabbiamento delle inchieste precedenti al Congresso USA sull'allora vicepresidente George Bush e sul col. Oliver North, il quale testimoniò quasi in lacrime alla Commissione inquirente.

Guardando al quadro più vasto, come facciamo in queste pagine, si riconoscerà che il dilagare del crack e della cocaina sia uno dei capi d'accusa principali contro Bush e i suoi. Se vogliamo quindi far rivivere negli USA la repubblica costituzionale federale, che fu quasi distrutta da quando Bush fu nominato vicepresidente negli anni Ottanta, si dovrà prima di tutto identificare e mettere sotto inchiesta la vasta organizzazione mercenaria fuorilegge, finanziata col traffico di droga, che Bush creò con l'autorità conferitagli dai decreti di sicurezza nazionale 2 e 3, nonché dalla posizione di Bush come "zar dell'anti-droga" all'epoca in cui gli agenti di Bush nei Contras importavano la droga negli Stati Uniti.

Partiamo dal presupposto che la CIA sapesse che il "governo segreto" del vicepresidente George Bush importava tonnellate di cocaina nelle strade americane (anche se la CIA non era autorizzata ad interferire con le operazioni di Bush, o anche solo a parlarne); ma sarebbe errato affermare che responsabile del traffico di droga sia stata la CIA, in quanto si contribuirebbe così a coprire le spalle del vero responsabile, Bush. Il ruolo di Bush nel traffico di cocaina nelle strade americane inizia dopo che il Congresso USA costrinse l'amministrazione Reagan a ridurre, fino al completo disimpegno, il sostegno della CIA alle operazioni dei Contras in Nicaragua.

Come mostrano le prove qui addotte, l'aspetto più importante del traffico di cocaina dei Contras negli Stati Uniti sta nel fatto che fu concepito per continuare l'operazione di sostegno dei Contras nonostante il divieto, trasferendo le attività dalle mani della CIA e di altri enti federali direttamente nelle mani dell'organizzazione mercenaria diretta da Bush, e finanziata privatamente. I mercenari e le loro operazioni non erano diretti dai cauti burocrati della CIA in attesa di godersi la pensione, ma dal National Security Council staff (un organismo presso la Casa Bianca, che porta lo stesso nome dell'ufficio del governo NSC) e dal gruppo "Focal Point" all'interno dello stato maggiore al Pentagono.

La questione cruciale è questa: che cosa spinse i Contras a vendere a prezzi stracciati il crack nei ghetti metropolitani degli Stati Uniti, dove la "cocaina dei poveri" non era ancora diffusa? Quando l'emendamento Boland tagliò i fondi del governo americano ai Contras, George Bush, il suo consigliere per la sicurezza nazionale Don Gregg ed il loro lacchè Ollie North si rivolsero ad alcuni enti stranieri, ed a finanziatori privati, per ovviare ai mancati finanziamenti del governo, senza escludere fonti di finanziamenti illegali.

La trasformazione dei Contras in trafficanti di crack avvenne grazie agli accordi in perfetto stile affaristico che questi raggiunsero con il cartello della cocaina colombiano. I Contras avrebbero ricevuto dati quantitativi di cocaina che dovevano piazzare in mercati diversi da quelli normalmente riforniti dal cartello colombiano. Occorreva aprire un mercato finora inesistente, a prezzi stracciati. Ecco perché il San Jose Mercury News parla di crack fornito alle bande giovanili rivali di Los Angeles. Nei ghetti molti sono morti, e molti afro-americani e ispano-americani stanno scontando una pena nelle carceri americane al posto del padrino George Bush.

Sul fronte della droga vi sono molte più prove di quelle citate dal Mercury News. Vi erano ad esempio i "piloti di Bush", come il paracadutista Hasenfus, un agente dei servizi segreti militari che ha sollevato uno scandalo internazionale. Alcuni erano trafficanti di marijuana, come Barry Seal, che divenne un informatore, ed erano diretti da personaggi quali l'agente dell'FBI Oliver "Buck" Revell ed il Col. Ollie North, dall'aeroporto regionale di Mena, nell'Arkansas. Altri facevano parte dell'operazione che poi il vicepresidente George Bush, nello stile che lo contraddistingue, fece ricadere sulle spalle del Gen. Manuel Noriega, durante una visita di Bush nel Panama.

In base ai decreti NSDD 2 e NSDD 3 le operazioni di Bush, quando era vicepresidente, non si limitavano all'America Latina. Bush utilizzò il suo gruppo al National Security Council, e nella sezione "Focal Point" al Pentagono, per creare un vasto "governo segreto", finanziato privatamente, le cui attività corrotte continuano ancor oggi ed hanno portato varie istituzioni sull'orlo della rovina.

Anche dopo l'uscita di Bush dalla Casa Bianca, il suo esercito di mercenari continuò ad operare, e lo fa tuttora, dentro e fuori gli Stati Uniti, senza mostrare alcun rispetto per le istituzioni e per i diritti dei cittadini, e molto spesso in diretto contrasto con gli interessi degli USA all'estero. Fino a quando non esorcizzeremo le legioni del Demone Bush dalle posizioni di potere che hanno assunto nella vita nazionale, nessun cittadino sarà al sicuro, neanche al più alto livello, giacché nemmeno il nostro governo è immune dalle montature giudiziarie imbastite dai vari Robespierre della banda di Bush.

Studiate dunque le prove contenute nelle pagine che seguono. è tempo di mettere sotto inchiesta e smantellare il vasto apparato mercenario ed il governo segreto creato da Bush e tuttora operante. Il futuro della nazione e delle nostre famiglie dipende dalla nostra capacità di agire prima che sia troppo tardi.

Lyndon H. LaRouche, Jr.
Leesburg, Virginia (USA)

13 settembre 1996



[Solidarietà , anno IV n. 5, dicembre 1996]

Il cartello di George Bush lanciò l'epidemia del crack

Dal 18 al 20 agosto, il San Jose Mercury News pubblicò una serie di rivelazioni esclusive documentando come la Forza Democratica Nicaraguense (FDN), i Contras, sotto la regia di George Bush, inondarono di cocaina crack i ghetti americani nella prima metà degli anni Ottanta. Secondo gli articoli del Mercury, che si basano su una serie di processi federali e documenti dell'FBI, recentemente resi noti, tra il 1981 ed il 1986 l'apparato Bush-Contras ha inondato le strade di Los Angeles di quintali di cocaina i cui profitti, nell'ordine delle centinaia di milioni di dollari, sono andati ai ribelli Contras in America Centrale. Come risultato della perfidia di Bush, oggi centinaia di migliaia di emarginati, provenienti dalle minoranze più povere, scontano pene carcerarie o si vedono comunque preclusa ogni prospettiva di inserimento sociale.

Non c'è città negli Stati Uniti che non sia stata colpita dall'epidemia del crack. Le bande rivali delle strade di Los Angeles, i Crips e i Bloods, a cui andavano i quintali di cocaina di alta qualità ma a basso costo hanno trasformato in un campo di battaglia i quartieri centro-meridionali di Los Angeles, la vicina cittadina di Compton e centinaia di città e paesi in tutta l'America. La loro guerra ha già mietuto decine di migliaia di vittime, e milioni di feriti.

Nella serie di articoli delSan Jose Mercury News, scritta dal cronista Gary Webb di Sacramento (California), non appare il nome del Vice Presidente Bush, né si parla del suo ruolo di "comandante supremo" della guerra segreta in America Centrale, mentre le responsabilità principali vengono sostanzialmente ricondotte alla CIA. Però, verso la fine del 1981, grazie ad una serie di Decreti Esecutivi e Decreti di Sicurezza Nazionale, molti dei quali sono adesso pubblici, l'allora Vice Presidente George Bush fu posto a capo di tutte le operazioni di "intelligence" dell'amministrazione Reagan. Tutto il complesso delle operazioni segrete eseguite da agenti e funzionari della CIA, da ufficiali del Pentagono, da altri enti federali, ricadeva sotto la supervisione e gli ordini del Vice Presidente Bush. In un'intervista all'EIR, Webb ha ammesso che pur avendo avuto alcune indicazioni che l'operazione non fosse solo della CIA, semplicemente non ha ricostruito tutta la struttura di comando sui Contras risalendo fino alla Casa Bianca.

Un quadro devastante

Ciò che Webb ha individuato è comunque devastante. Dall'inizio dell' amministrazione Reagan, gli Stati Uniti erano coinvolti attivamente in una guerra surrogata in Nicaragua per abbattere il regime sandinista, il quale aveva preso il potere nel 1979 con un golpe appoggiato dall'allora amministrazione di Jimmy Carter.

L'apparato della FDN nella zona della baia di San Francisco, che controllava la rotta di trasporto di cocaina a Los Angeles, era ben noto e strettemente controllato dalla gerarchia dei Contras, guidata da George Bush. Adolfo Calero, ex membro del consiglio di amministrazione della Coca Cola a Managua, in Nicaragua, e il capo prescelto del "governo in esilio" della FDN, era sulla busta paga di Bush e North negli anni Ottanta. Secondo documenti legali ottenuti dal San Jose Mercury News

e adesso in possesso anche dell'EIR, Calero fece frequenti viaggi nella zona della Baia all'inizio degli anni Ottanta, e fu fotografato con il capo della mafia della cocaina, Juan Norwin Meneses Cantarero, almeno in una riunione pubblica per raccogliere fondi per i Contras. Meneses era ufficialmente il capo del servizio di "spionaggio e sicurezza" dell'FDN in California, e fu presente a tutte le riunioni pubbliche e private con Calero, compreso almeno un incontro con Rob Owen, un assistente di Oliver North alla Casa Bianca ed ex assistente nell'ufficio senatoriale di Dan Quayle. In messaggi a North che furono scoperti durante l'indagine dell'Inquirente Speciale Lawrence Walsh, Owen ammetteva di essere consapevole del fatto che i Contras erano finanziati da grandi trafficanti di cocaina.

Allo stesso tempo, Meneses fu messo sotto osservazione speciale dall'ente americano anti droga DEA, che lo riteneva un importante trafficante di droga internazionale, almeno dal 1974, quando era conosciuto a Managua come "El Rey de Drogas". (Nel 1984, la DEA ottenne un avviso di garanzia contro Meneses per contrabbando di cocaina, ma l'avviso, e l'ordine di arresto allegato, che non contemplava la possibilità di pagare una cauzione, non furono mai consegnati. Fino alla fine degli anni Ottanta, Meneses è stato oggetto di ben 45 indagini della DEA.)

Il processo di Ross

Il trafficante di crack a Los Angeles Ricky Donnell Ross, processato a San Diego nel marzo 1996, ha detto che la linea di trasporto di cocaina della FDN fu aperta nel 1981 - cioè prima ancora del primo intervento delle "truppe" della FDN in Nicaragua. Oscar Danilo Blandón Reyes, uno dei testimoni chiave nel processo contro Ross, era stato una figura centrale nel giro di cocaina. Blandón raccontò in tribunale che nella primavera del 1981 aveva ricevuto una telefonata da un altro esule nicaraguense a Miami, Donald Barrios, che sollecitava il suo aiuto nel lanciare una resistenza militare organizzata contro il regime sandinista. Blandón era stato il capo di un programma di esportazione agricola del valore complessivo di 27 milioni di dollari per il governo Somoza defenestrato dai sandinisti. Per questo motivo Blandón era disposto a collaborare.

Blandón aveva ricevuto l'ordine di andare all'Aeroporto Internazionale di Los Angeles per incontrare un altro esule nicaraguense, Meneses, che sarebbe venuto in aereo da San Francisco con i dettagli del piano. Pochi giorni dopo i due, provenienti ambedue da famiglie in vista dell'era Somoza, andarono nell'Honduras, per un vertice di pianificazione col Colonello Enrique Bermudez, l'ex addetto militare nicaraguense a Washington, che era già stipendiato dalla CIA col compito di organizzare una forza di resistenza contro i Sandinisti, composta primariamente da ex-membri della Guardia Nazionale di Somoza.

In seguito Blandón ammise che in quel vertice furono elaborati i piani per finanziare i Contras con il traffico di cocaina. (Il 1 dicembre 1981 il Presidente Reagan firmò un decreto segreto che autorizzava la CIA a spendere 19,9 milioni di dollari in aiuti militari segreti ai Contras - una cifra ben lontana da quella necessaria per lanciare un'operazione militare seria contro il regime Sandinista, che aveva l'apoggio dei cubani e dei sovietici.)

Durante il suo viaggio di ritorno, Blandón si fermò a San Francisco per partecipare ad un "corso di addestramento" su come trafficare stupefacenti. In cattedra sedeva un vecchio maestro del mestiere, Meneses. Blandón fu incaricato di aprire un linea di trasporto di cocaina nella zona di Los Angeles.

Gli affari di cocaina di Blandón partirono alla grande quando stabilì un collegamento con Ricky Donnell Ross, nuovo ma importante trafficante di Los Angeles, responsabile della "zona calda" del centro-sud della città. All'inizio Ross aveva conosciuto un altro trafficante di cocaina nicaraguense, Henry Corrales, che iniziò a fornire a Ross ed al suo partner, Ollie Newell, quella che Ross chiamava "cocaina a prezzi stracciati". Il fornitore di Corrales era Blandón. Presto, Blandón prese il controllo diretto del "conto corrente" di Ross.

La cocaina arriva nel ghetto

Fino a quando Blandón e Ross non stabilirono le loro linee di fornitura, la cocaina era una droga poco conosciuta a Los Angeles, pur essendo la "droga prediletta" nel jet set di Hollywood. Alla fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta, quando la cocaina cominciava ad arrivare all'ingrosso negli Stati Uniti, il prezzo era ancora al di fuori della portata dei giovani dei ghetti. Presto la situazione cambiò grazie a Ross, Blandón e Meneses. Blandón vendeva la cocaina a Ross a prezzi stracciatissimi. Ross ha detto che Blandón la vendeva almeno a 10.000 dollari al chilo in meno rispetto alla concorrenza. "A volte la dava via gratis," testimoniò al processo Chico Brown, un collaboratore di Ross.

Ross passò cocaina per milioni di dollari nelle mani dei Crips, una banda di Los Angeles che era stata creata da membri di bande di detenuti delle carceri di massima sicurezza in California. Tra i capi delle bande carcerarie quali la Famiglia Guerriera Nera, che diedero vita ai Crips e i Bloods, spiccano i veterani dell'Esercito di Liberazione Simbionese e dell'Esercito di Liberazione dei Neri, ambedue gruppi terroristici degli anni Settanta. Ross divenne il fornitore principale sia dei "Crips" che dei loro rivali, i "Bloods".

Le strutture parallele del governo segreto

L'apparato del "governo segreto" di Bush - costruito fra il 1981 e il 1986 - si avvaleva della "esclusiva" della CIA e del Pentagono nella conduzione delle "operazioni speciali", ma non per questo le operazioni pilotate dall'apparato di Bush dalla Casa Bianca erano operazioni della CIA o del Pentagono. Erano organizzate in modo da evitare di coinvolgere la struttura ufficiale degli enti del governo federale, in linea con la "privatizzazione" di molte operazioni della CIA e dei servizi americani. Da qui nacque il fenomeno degli "asteroidi", gli spezzoni privati dei servizi le cui orbite sono tutt'altro che prevedibili, dettate massimamente dalle prospettive finanziarie più allettanti, anche se il loro centro di gravità resta il governo segreto.

Per capire come funzionava il "governo segreto" di Bush, occorre esaminare un organismo istituito alla Casa Bianca nel contesto dello scontro tra Bush e Al Haig in occasione dell'attentato a Reagan del 1981. L'organismo, che aveva assunto il nome fuorviante di Consiglio di Sicurezza Nazionale (National Security Council, NSC), non apparteneva all'omonimo organismo ministeriale, ma era uno staff della Casa Bianca.

Nel dicembre 1981 il Presidente Reagan firmò il decreto Executive Order 12333, che "esonerava" le agenzie di intelligence USA dalle restrizioni degli anni Settanta. Il decreto E.O. 12333, relativo a tutte le operazioni di "spionaggio estero", conteneva provvedimenti per l'uso di "risorse" private da parte della comunità di intelligence e delle forze dell'ordine. Il decreto E.O. 12333 affidava inoltre al NSC la revisione, guida e direzione di tutte le attività dei servizi - compreso il controspionaggio e le "attività speciali" (ovvero operazioni segrete) - mettendo di fatto la CIA, i servizi militari e le operazioni speciali alle dipendenze del NSC. è bene ribadire che non si intendeva lo staff del Consigliere di Sicurezza Nazionale del Presidente, bensì lo staff del NSC controllato da George Bush dalla Casa Bianca

Nel gennaio 1982 fu emanato un decreto di Sicurezza Nazionale (NSDD), il numero 2, che formalizzò questa struttura del NSC anche per l'America Centrale.

Nel frattempo però, il 14 dicembre 1981, era stato emesso un altro decreto di Sicurezza Nazionale, relativo alla "gestione della crisi" (NSDD-3), che completò la prima fase della presa di controllo da parte di George Bush sui servizi e sulle operazioni segrete. Fu il decreto NSDD-3 a creare lo Special Situation Group, SSG, guidato dal vicepresidente, contro il volere del Segretario di Stato George Schultz, in quanto lo Special Situation Group di Bush andava a frapporsi tra il Presidente e il Segretario di Stato.

Quindi, come conseguenza dei decreti NSDD-2 e NSDD-3, un'unica persona veniva a collocarsi al vertice del meccanismo del "governo segreto". Questa struttura riuniva tutte le funzioni di intelligence e di "gestione della crisi" della politica estera sotto il controllo operativo del vicepresidente degli Stati Uniti.

L'apparato di Bush continuò a crescere negli anni successivi. Nell'aprile 1984 il Presidente Reagan firmò il decreto NSDD-138, che diede vita al "Gruppo di Lavoro per gli Incidenti Terroristici" (Terrorist Incident Working Group, TIWG) che rispondeva allo SSG di Bush. Poi, nel luglio 1985, il Presidente Reagan mise Bush a capo di una nuova "Task Force sul terrorismo", composta da funzionari del Pentagono, della CIA, del Dipartimento di Stato, del NSC, da Oliver "Buck" Revell del l'FBI e dall'israeliano Amiram Nir. (North disse in seguito di essere l'autore di quel decreto firmato da Reagan).

La task force del vicepresidente presentò nel febbraio 1986 un rapporto in base al quale si decise di stabilire un organismo permanente: l'Operations Sub-Group, OSG, ufficialmente un sottogruppo del TIWG di Bush. Inoltre, fu stabilito un ufficio permanente di anti-terrorismo dentro lo staff del NSC, guidato da - indovina chi? - Oliver North. I due assistenti di North, Craig Coe e Robert Earl, furono semplicemente spostati dalla task force di Bush.

L'Operations Sub-Group era un gruppo di coordinamento interministeriale specializzato nell'aggirare i regolari servizi e la polizia. Per esempio, quando l'agente della FBI "Buck" Revell operava su ordine dell'OSG, non era tenuto a rispondere del suo operato al direttore dell'FBI. L'OSG fu usato, tra l'altro, per pedinare e rendere la vita difficile ai nemici di Bush, soprattutto a coloro che si opponevano alla sua politica sui Contras.

Un incidente che documenta il modo in cui l'Operations Sub-Group prendeva di mira persone che erano sulla "lista nera" del governo segreto è il caso di Jack Terrell, un soldato mercenario che dal marzo 1986 aveva testimoniato davanti al Congresso e aveva concesso interviste ai giornali sul traffico di droga dei Contras. Terrell era stato interpellato anche da investigatori federali a Miami che indagavano sul traffico di armi e droga collegato ai Contras, e di conseguenza era un testimone federale.

Quando andarono in onda due programmi che parlavano del coinvolgimento dei Contras nel traffico di droga, uno alla National Public Radio (NPR), il 5 maggio 1986, e l'altro alla CBS-TV, il 25 giugno, Oliver North e Richard Secord (vedi oltre) misero in moto un piano per far tacere Terrell, come documentano gli atti resi pubblici dalla Commissione di Inchiesta del Congresso sul caso Iran-Contras. Dai documenti risulta che "Buck" Revell, funzionario dell'FBI, si servì dello Special Operations Group per pedinare notte e giorno Terrell. Altri funzionari dell'FBI obiettarono, e affermarono che North "cercava di interferire con un'indagine dell'FBI sulle accuse che i Contras fossero coinvolti nel traffico di droga".

Le operazioni segrete del Pentagono invece passavano attraverso il "Focal Point". Si tratta di un ufficio ben camuffato all'interno dello Stato Maggiore della Difesa, il Support Activities Branch, con incarichi di logistica, nell'ambito dello Special Operation Division (SOD) che tra il 1984 e il 1897 diventò Joint Special Operation Agency. Una sorta di super CIA "negli scantinati" del Pentagono, che disponeva di risorse di gran lunga più vaste della stessa CIA. A questo ufficio facevano capo l'Intelligence Support Activity (ISA), la Delta Force e poi il Seal Team 6 della Marina. Il SOD, che operava indipendentemente dalla gerarchia militare, fu impegnato nel 1982 insieme all'ISA nelle operazioni di spionaggio in America Centrale in favore dei Contras, spacciandosi come "la CIA". In quell'anno poi fu deciso che le componenti "in nero" del SOD, compreso l'ufficiale capo del "Focal Point", fossero scorporate dal Pentagono e riciclate come un altro contingente di "privati" nella fascia degli "asteroidi".

L'inchiesta 'Iran-Contras' si rivela un diversivo

Il 25 novembre 1986 nacque un mito. Fu una frode - prontamente ripresa e diffusa dagli organi di informazione - con la quale proteggere l'apparato del "governo segreto" che finanziava gran parte delle sue attività con i proventi del traffico di droga, sotto il controllo del vicepresidente George Bush.

Era il 25 novembre 1986 quando l'allora Ministro della Giustizia Edwin Meese diede una conferenza stampa in cui per la prima volta le operazioni di sostegno per i Contras, che erano recentemente divenute pubbliche, furono messe in relazione allo scandalo delle armi in cambio degli ostaggi in Iran. Meese collegò i due scandali, precedentamente separati, che furono poi etichettati "Contragate" e "Irangate" oppure "Iranscam", nel momento in cui sottolineò che i profitti del traffico di armi fra Israele e l'Iran erano stati "dirottati" ai Contras.

"L'unica persona nel governo statunitense che era precisamente al corrente di questa situazione", dichiarò Meese, era Oliver North, un membro dello staff del Consiglio di Sicurezza Nazionale che operava alla Casa Bianca.

Da quel momento, gli organi di informazione, compiacenti come sempre, concentrarono tutta l'attenzione sul Colonnello dei Marines Oliver North e sul cosiddetto scandalo "Iran-Contras". Poi cominciarono a chiedersi fino a che punto il Presidente Reagan fosse al corrente delle attività di North. Infine vi furono le udienze al Congresso USA, trasmesse in diretta televisiva, con le famose immagini di Ollie North sul punto di scoppiare in lacrime.

Oliver North non era assolutamente un rinnegato, o un cane sciolto del Consiglio di Sicurezza Nazionale. Era semplicemente un funzionario di una struttura ben definita, ma segreta, che faceva capo a George Bush. Questo apparato conduceva una miriade di operazioni segrete, sorvegliava cittadini statunitensi, trafficava in armi in tutto il mondo, e fu responsabile dell'inondazione di droga negli Stati Uniti. Lo scandalo "Iran-Contras" intendeva coprire queste realtà.

"Iran-Contras"

L'inchiesta sullo scandalo Iran-Contras iniziò allo scopo di insabbiare le prove di una partecipazione dei Contras nel traffico di droga.

Generalmente, la parte dell'inchiesta relativa all'Iran si riferisce a certe iniziative prese dall'amministrazione Reagan-Bush, nel 1985-1986, per vendere un quantitativo di missili all'Iran nella speranza di ottenere il rilascio degli ostaggi americani in Libano. Pur violando la politica pubblicamente dichiarata degli U.S.A., e certi statuti civili, l'iniziativa non poteva essere considerata un atto criminale. Di fronte alle massicce vendite di armi e munizioni all'Iran dopo il rilascio degli ostaggi americani nel gennaio del 1981, eseguite direttamente o quanto meno approvate dall'amministrazione Reagan-Bush, la vendita del 1985-1986 era pressoché insignificante.

La parte dell'inchiesta relativa invece ai Contras si riferisce all'appoggio segreto degli U.S.A. per i Contras nicaraguensi (i "contro-rivoluzionari" anti-sandinisti), appoggio fornito dal 1984 al 1986 contro le obiezioni del Congresso e in violazione degli "Emendamenti Boland" che, come abbiamo visto, sospendevano il finanziamento dei Contras. I finanziamenti segreti provenivano da fondi privati e fuori bilancio, amministrati da un consorzio semi privato chiamato "The Enterprise" (L'Impresa), diretto dal gen. Richard Secord.

Sollevando l'indignazione dell'opinione pubblica per quel modesto finanziamento illecito, costituito dal dirottamento di fondi dall'operazione per gli ostaggi in Iran ai Contras, si mirava ad occultare le ben più vaste dimensioni del racket criminale, specialmente la promozione su larga scala del traffico di droga internazionale. Le operazioni più grandi erano l'operazione dei Contras in America Centrale, e la guerra in Afganistan. In realtà, l'appoggio segreto per i "Combattenti per la Libertà" in Afganistan era un'operazione di maggior peso dello stesso sostegno ai Contras, finanziato con una fetta del traffico di droga di dimensioni ben più vaste.

Si stima che la CIA abbia speso 3 miliardi di dollari per fornire armi ai Mujaheddin afgani. Come in molte operazioni di quel tipo, gli Stati Uniti pagavano e i britannici controllavano l'operazione attraverso gruppi di sostegno "umanitario," ONG, etc. Perfino i 3 miliardi di dollari degli U.S.A. costituivano solo una piccola parte del finanziamento complessivo. Secondo alcune stime, i cartelli della droga di Medellin e di Calì avrebbero versato tra i 10 ed i 20 miliardi di dollari ai Mujaheddin afgani. Prima dell'inizio della guerra, era poco l'oppio e l'eroina che provenivano dal Pakistan e dall'Afganistan; verso la metà degli anni Ottanta, la "Mezzaluna d'Oro" nell'Asia sud-occidentale aveva superato il "Triangolo d'Oro" dell'Asia sud-orientale, e produceva ben la metà dell'eroina che entrava negli Stati Uniti!

Allo stesso tempo, la tossicodipendenza nella zona stessa saliva alle stelle: nel 1980 c'erano solo 5.000 tossicodipendenti nel Pakistan, nel giro di circa cinque anni erano oltre 1.3 milioni.

(L'operazione afgana, che fornì la droga negli anni '80, ha anche prodotto i mercenari del terrorismo degli anni '90, i quali, dopo essere stati dimessi alla fine della guerra nel 1989, furono riusati dai britannici. Per ulteriori informazioni, EIR Special Report 13.10.95)

Queste due operazioni segrete, Afganistan e Contras, che sommersero gli Stati Uniti di stupefacenti, avrebbero potuto essere chiamate lo scandalo Afgan-Contras", oppure "Narco-gate". Invece, ci fu lo scandalo "Iran-Contras", e fu soppresso lo scandalo sul traffico di droga di Bush, che era già noto allora.

Guardiamo che cosa succedeva nei mesi che precedettero lo scandalo "Iran-Contras".

"Contragate"

Nel gennaio-febbraio 1986, investigatori della Procura Federale di Miami iniziarono ad indagare sulle accuse di traffico di droga ed armi rivolte ai Contras. Nell'aprile 1986, sei mesi prima che iniziasse lo scandalo "Iran-Contras", un sotto-comitato della Commissione Esteri del Senato U.S.A. aveva aperto un'inchiesta sul traffico di droga ed armi collegato ai Contras. Il Comitato dichiarò che, man mano che procedeva l'inchiesta, "emergevano informazioni significative che riguardavano trafficanti di droga internazionali, e particolarmente legami con i cartelli della cocaina in Colombia". Sulla base di tali informazioni, disse il Comitato, le accuse ai Contras rientravano in un'indagine più vasta che "riguardava i rapporti fra politica estera, narco-traffico e ordine pubblico."

Durante la primavera e l'estate del 1986, all'"Operations Sub-Group" cresceva la preoccupazione per le rivelazioni pubbliche sull'operazione Contras ed i suoi legami con i narco-trafficanti. Il 5 maggio 1986 la National Public Radio (NPR) fece un servizio radiofonico sui Contras e i loro legami col traffico di droga ed armi, con la partecipazione di Jack Terrell. Come disse Terrell in seguito, la storia della NPR ha gettato benzina sul fuoco: "La Casa Bianca ha sguinzagliato i suoi insabbiatori ed ha fatto di tutto per mettere a tacere chi disapprova il suo operato intimidendoli o calunniandoli".

Un altro bersaglio dell'OSG furono l'economista e uomo politico americano Lyndon LaRouche e i suoi colleghi, che dagli inizi degli anni Ottanta avevano rivelato che i Contras erano trafficanti di droga. Lo stesso giorno del programma alla NPR, un messaggio in codice di Richard Secord a North faceva riferimento ad uno degli agenti di Secord che "ha raccolto informazioni contro LaRouche".

Durante l'estate e l'autunno del 1986 vennero alla luce molte informazioni sull'operazione Contras, riguardanti soprattutto il traffico di droga.

La storia dei Contras esplose il 5 ottobre 1986, quando un aereo da trasporto C-123 della Southern Air Transport, una compagnia aerea collegata alla CIA, fu abbattuto nei cieli del Nicaragua. Il pilota rimase ucciso, ma un membro dell'equipaggio, Eugene Hasenfus, sopravvisse e fu catturato dai sandinisti. Hasenfus possedeva informazioni che riconducevano direttamente a individui noti come agenti della CIA.

Quasi un mese dopo, il 3 novembre 1986, il giornale libanese al-Shiraa rivelò che il governo americano vendeva missili segretamente all'Iran nella speranza di ottenere il rilascio degli ostaggi tenuti in Libano. L'attenzione degli organi di informazione e del Congresso, che fino a quel punto era concentrata sull'America Centrale, si spostò improvvisamente sul Medio Oriente. A quel punto non c'era alcun collegamento tra le due storie.

Il 25 novembre, il ministro Edween Meese diede la famosa conferenza stampa "diversiva", e la storia del narcotraffico dei Contras fu seppellita sotto un torrente di notizie e speculazioni su Oliver North e gli ayatollah iraniani.

North non fu coinvolto nell'operazione Contras fino al 1984. Quando, nell'ottobre 1984, il Congresso USA approvò il secondo Emendamento Boland, che poneva fine a tutte le operazioni della CIA a sostegno dei Contras, l'appoggio continuò in segreto e direttamente dalla Casa Bianca. L'operazione di sostegno ai Contras divenne a quel punto "privata", sotto la supervisione di George Bush. Gran parte di questa operazione fu organizzata dall'ex agente della CIA Felix Rodriguez, che dall'epoca del servizio in Vietnam era amico molto stretto di Donald Gregg, il Consigliere per la Sicurezza Nazionale del vicepresidente Bush, che aveva alle spalle una lunga carriera nella CIA e nel Consiglio di Sicurezza Nazionale sotto Carter.

Alla fine del 1984, Gregg presentò North a Rodriguez, che già operava in America Centrale sotto la direzione di Bush da più di un anno. Nel gennaio 1985, l'ufficio di Bush provvide affinché Rodriguez potesse stabilire una base di rifornimento per i Contras presso la Base Aerea Ilopango nel Salvador. Più tardi, questa divenne la principale base aerea usata dall'operazione North-Secord; era anche, secondo testimoni, una delle basi principali per il trasporto di droga.

Su suggerimento del direttore della CIA William Casey, North convinse il generale Richard Secord ad aiutare l'operazione di rifornimento per i Contras. Secord mise insieme uno staff di agenti speciali dell'esercito e dell'aviazione, la maggior parte dei quali aveva prestato servizio in diverse occasioni per il "Focal Point" della Divisione di Operazioni Speciali, collegato alla CIA, e dipendente dallo Stato Maggiore della Difesa.

North non "dirigeva" l'operazione di rifornimento dei Contras, così come non "dirigeva" qualsiasi altra operazione. Si limitava ad eseguire gli ordini impartitigli da George Bush e, in misura minore, dal direttore della CIA Casey. Infatti, la famosa operazione di rifornimento aereo di North e Secord era in larga parte subordinata a quella condotta dall'ufficio di Bush attraverso Don Gregg e Felix Rodriguez. Tutti costoro avevano in comune il fatto che sapevano bene che le loro operazioni si basavano sul traffico di droga.

I "Narco-contras"

Mentre si continuava a dare in pasto all'opinione pubblica gli aspetti minori dello scandalo "Iran-Contras", un comitato della Commissione Esteri al Senato seguiva una traccia più importante, sotto la direzione del sen. John Kerry. Jack Blum, un investigatore alle dipendenze del senatore, testimoniò in commissione l'11 febbraio 1987 affermando che i Contras trasportavano droga "non a chili, né a sacchi, né a quintali, ma con aerei da trasporto".

Qualcuno che ha seguito da vicino l'inchiesta ha confidato all'EIR che il 75 per cento delle prove sul traffico di droga dei Contras non furono mai usate dal Comitato Kerry. Nondimeno, quello che avevano trovato era devastante, ma fu quasi completamente ignorato dai media.

L'ultimo rapporto del Comitato, intitolato "Droga, Ordine Pubblico e Politica Estera", uscito nel 1988, affermò che il Comitato aveva scoperto prove schiaccianti sui Contras, che sostanziavano molte delle accuse inizialmente presentate al Comitato quando iniziò la sua indagine nella primavera del 1986.

Il rapporto dice:

"Sulla base di queste prove, è chiaro che individui che hanno fornito sostegno ai Contras erano coinvolti nel traffico di droga, che la rete di rifornimento ai Contras fu usata da organizzazioni di trafficanti, e che elementi dei Contras stessi erano consapevoli di ricevere assistenza finanziaria e materiale da trafficanti di droga".

Stando al rapporto, questi collegamenti includevano:

"Coinvolgimento nel traffico di narcotici da parte di individui associati al movimento Contras.

"Partecipazione di trafficanti di stupefacenti nelle operazioni di rifornimento per i Contras attraverso relazioni commerciali con le organizzazioni Contras.

"Assistenza ai Contras da parte di trafficanti di droga, compresi soldi in contanti, armi, aerei, piloti, servizi di rifornimento aereo ed altri materiali, in modo volontario da parte dei trafficanti.

"Pagamenti a trafficanti di droga da parte del Dipartimento di Stato USA utilizzando fondi autorizzati dal Congresso per l'assistenza umanitaria ai Contras, in alcuni casi dopo che i trafficanti erano stati incriminati dagli enti federali per reati di droga, ed in altri casi mentre i trafficanti erano ancora sotto indagine da questi stessi enti".

In più occasioni il rapporto Kerry documenta la consapevolezza o il coinvolgimento personale di Oliver North in casi che coinvolgono trafficanti di droga o fondi provenienti dalla droga.

Versamenti cosiddetti "umanitari" ai Contras furono fatti attraverso l'"Organizzazione di Assistenza Umanitaria Nicaraguense" (NHAO), diretti e controllati personalmente da North. Il rapporto del Comitato Kerry dimostra che molti versamenti NHAO finirono ad attività coinvolte nel traffico di droga.

SETCO (vedi oltre) "ha ricevuto fondi per operazioni di rifornimento dai conti bancari dei Contras aperti da Oliver North".

La Diacsa, impresa che l'ente antidroga DEA aveva messo sotto inchiesta nel 1985-1986 per traffico di droga e riciclaggio di denaro sporco, fu usata dalla FDN per "trasferimenti interbancari". "Il riciclaggio di denaro attraverso la Diacsa nascondeva il fatto che alcuni fondi per i Contras provenivano da versamenti organizzati dal col. Oliver North".

Il Dipartimento di Stato continuò ad effettuare versamenti ai Contras attraverso la Diacsa anche dopo che i dirigenti dell'impresa erano stati incriminati per traffico di cocaina e riciclaggio di denaro sporco in più occasioni a partire dal gennaio 1985.

Nel giugno 1985 North propose alla DEA di versare ai Contras un milione e mezzo di narcodollari sequestrati nell'aereo pilotato dal collaboratore della giustizia Barry Seal.



[Solidarietà, anno IV n. 5, dicembre 1996]

La Rete Gregg-Rodriguez-North

Le persone con cui Don Gregg, Felix Rodriguez e Oliver North hanno lavorato nell'operazione Contras potrebbero riempire una lista di ricercati dalla polizia per terrorismo e traffico di droga. Gli elementi più noti sono:

Juan Ramón e Matta Ballesteros

Il re della cocaina dell'Honduras, fu condannato nel luglio 1990 per aver preso parte al complotto per rapire, torturare e uccidere l'agente DEA Enrique Camarena. Il Los Angeles Times del 7 luglio 1990 scrisse che Ballesteros "è considerato uno dei principali re della droga" sulla scena mondiale.

Al tempo dell'affare Camarena, Matta Ballesteros era proprietario di una compagnia aerea privata in Honduras, la SETCO Air, che ricevette più di 500.000 dollari dal Dipartimento di Stato USA per consegnare "aiuti umanitari" ai Contras in un programma diretto da North dalla Casa Bianca. Altri finanziamenti, presi direttamente dai conti segreti di North e Secord in Svizzera, sono anche andati alla SETCO Air.

Il rapporto del comitato Kerry dice: "nel 1986 la SETCO ricevette 185.924 dollari in fondi del NHAO dal Dipartimento di Stato per il trasporto di assistenza umanitaria alla FDN (Contras) nell'Honduras. Un rapporto della Dogana USA del 1983 affermò che 'la SETCO è una compagnia aerea costituita da imprenditori americani che trattano con Matta e portano stupefacenti negli Stati Uniti'. Il Matta a cui ci si riferisce è Juan Matta Ballesteros, un trafficante di cocaina di quella regione che era ricercato dalle polizie degli Stati Uniti per il brutale omicidio dell'agente DEA Enrique Camarena in Messico".

Un appunto nel diario di Oliver North del 9 agosto 1985 toglie ogni dubbio sulla sua completa consapevolezza del legame Contras-cocaina: "è probabile che il DC-6 dell'Honduras usato per consegne da New Orleans sia anche usato per il trasporto di droga negli Stati Uniti". L'aereo menzionato da North era proprietà di Matta Ballesteros.

Rafael Caro Quintero

Secondo l'agente della CIA Laurence Victor Harrison, Matta e due membri del cartello di droga messicano, Rafael Caro Quintero e Felix Gallardo, ottennero la protezione di North e della CIA in cambio dell'addestramento dei sandinisti nei "ranch" della droga in Messico, ed il trasporto aereo di armi alle basi dei Contras nell'America Centrale.

Secondo un articolo del Washington Post del 5 luglio 1990, un ranch vicino a Vera Cruz, nel Messico, di proprietà di Caro Quintero, capo della mafia messicana e ispiratore della tortura e omicidio di Camarena, fu usato dalla CIA per addestrare guerriglieri centro-americani. Secondo l'informatore della DEA Laurence Victor Harrison, la CIA usava il Direttorato di Sicurezza Federale (DFS) messicano "come un paravento nel caso in cui fossero sorte domande su chi controllava quell'operazione di addestramento. Rappresentanti del DFS, che fungeva da paravento per il campo di addestramento, agivano d'accordo con i più importanti padrini della droga per assicurare un flusso di stupefacenti dal Messico agli Stati Uniti".

Francisco Chanes e Frank Castro

Documenti governativi ora accessibili dimostrano come North e Co. fossero fin dall'inizio al corrente di dove finissero i proventi del traffico di droga. Il 26 settembre 1984 la polizia di Miami fornì all' Agente Speciale dell'FBI George Kiszynski un rapporto investigativo che identificava una rete di trafficanti di cocaina a Miami che passavano tantissimi soldi ai Contras. Secondo gli atti della testimonianza al Congresso, pochi giorni dopo essere stato consegnato a Kiszynski, il rapporto confidenziale era già arrivato ad Oliver "Buck" Revell, il tramite di North per il programma della Casa Bianca per l'America Centrale.

Il documento della polizia di Miami diceva chiaramente: "Frank Castro è uno stretto collaboratore di un individuo noto col nome di Francisco Chanes... Chanes è un trafficante di stupefacenti... Chanes forniva sostegno finanziario ai gruppi anti-[Fidel]Castro e i guerriglieri Contras nicaraguensi; i soldi provenivano dal traffico di droga... Frank Castro contattò Mr. Coutin per dare sostegni finanziari alla Legione Cubana per combattere il governo marxista sandinista del Nicaragua... I sostegni finanziari erano proventi della droga".

Il cubano-americano Frank Castro, narcotrafficante pregiudicato, era un punto fermo delle operazioni a Miami di reclutamento e rifornimento dei Contras. Quando il rapporto della polizia di Miami fu passato all'FBI, e tramite esso alla task force interministeriale guidata da North, l'indagine di Miami sui legami tra i Contras e il traffico di cocaina fu insabbiata.

Il pentito Jack Terrell afferma che Tom Posey, del Civilian Military Assitance (CMA, un'operazione di assistenza ai Contras che aveva la pretesa di essere privata) lo presentò a un cubano chiamato Francisco "Paco" Chanes, co-proprietario della Ocean Hunter Seafood a Miami, una società che acquistava pesce surgelato dalla compagnia costaricana Frigoríficos de Puntarenas. Terrell dice che Chanes gli ha offerto una tangente di un milione di dollari per aiutarlo a contrabbandare cocaina negli Stati Uniti nascondendola nelle aragoste surgelate. Chanes disse che il CMA poteva guadagnare molti soldi con questa operazione.

Il rapporto del Comitato Kerry dice: "La Frigoríficos de Puntarena, una società costaricana che tratta pesce surgelato, era controllata e diretta dai trafficanti di droga pregiudicati Luis Rodríguez, Carlos Soto e Ubaldo Fernàndez. La Frigoríficos ricevette 231.587 dollari in forma di aiuti umanitari per i Contras dal Dipartimento di Stato alle fine del 1985 e all'inizio del 1986. Luis Rodríguez fu poi incriminato il 30 settembre 1988 per il traffico di droga che aveva condotto fra il novembre 1980 e il gennaio 1983".

John Hull

Il ranch di John Hull in Costarica, la cui pista aerea fu usata dall'operazione North-Secord di rifornimento dei Contras, era anche un scalo intermedio per la cocaina colombiana destinata agli Stati Uniti.

Il rapporto del Comitato Kerry dice: "John Hull era una figura centrale nelle operazioni Contras sul Fronte Meridionale quando erano controllate da Oliver North, dal 1984 alla fine del 1986... Cinque testimoni hanno riferito che Hull era coinvolto nel traffico di cocaina".

Il pilota Gary Betzner testimoniò che i suoi voli portavano armi per i Contras al ranch di Hull, e che poi portavano droga dal ranch di Hull agli USA.

Steve Samos

è uno dei responsabili del riciclaggio di soldi sporchi della droga nel Panama. Nel gennaio 1987, il Wall Street Journal scrisse che Samos fu usato dall'operazione North-Secord per due motivi:

1. Samos creò l'Amalgamated Commercial Enterprises nel novembre 1984, usata per gestire l'operazione di trasporto aereo dalla base aerea di Ilopango nel Salvador ai Contras. Il suo ruolo fu chiaramente accertato dall'Inquirente Speciale Lawrence Walsh.

2. Samos ha anche parecchi affari con il Banco de Iberoamerica di Panama, il quale, secondo il Wall Street Journal, poteva essere coinvolto nel finanziamento dei Contras. Faceva parte anche dell'apparato di riciclaggio che Samos aveva costruito per il contrabbandiere José Antonio Fernàndez.

Michael Tolliver

Il pilota Michael Tolliver, un contrabbandiere di droga pregiudicato, ammise nella sua deposizione al Comitato Kerry di aver trasportato una volta 20 quintali di marijuana alla base aerea Homestead in Florida, in cambio di armi per i Contras. Tolliver disse che era stato pagato per consegnare armi ai Contras, e che spesso portava droga nel volo di ritorno.

In una successiva deposizione processuale, Tolliver affermò di aver ricevuto pagamenti da Felix Rodriguez per la droga. Il Giudice Federale Patrick Kelly accusò il governo USA di "condotta criminale" nel caso Tolliver. Disse che il caso "puzza lontano un miglio" e che "riguarda il traffico di droga da parte di agenti degli Stati Uniti, o con l'acquiescenza degli Stati Uniti".




[Solidarietà, anno IV n. 5, dicembre 1996]

La storia di un agente della DEA

Il ruolo centrale di Felix Rodriguez, che lavorava sotto Don Gregg nell'ufficio di Bush, è documentato in modo esauriente nel rapporto finale dell'Inquirente Speciale del caso Iran-Contras, pubblicato nel 1993. Non a caso North aveva scritto nei suoi appunti: "Felix sta parlando troppo del collegamento col VP", cioè il vicepresidente.

Il ruolo di Rodriguez nel traffico di droga, descritto da Terry Reed e documentato anche dalla Commissione Kerry, è stato confermato dall'agente numero uno della DEA nel Salvador dal 1985 al 1991. L'ex agente DEA Celerino Castillo, detto "Cele", diede interviste alla rivista Texas Observer ed all'Associated Press nel 1994, affermando che Oliver North sapeva tutto sui voli che trasportavano droga nel e dal Salvador. Castillo pubblicò poi queste informazioni sul suo libro «Powder Burns: Cocaine, the Contras, and the Drug War».

Castillo sostiene che la rete di North e la CIA "trasportavano grosse quantità di cocaina negli Stati Uniti via Ilopango", la base aerea militare nel Salvador. I carichi andavano in Florida, Texas, e California. E aggiunge: "Oliver North guidava l'operazione. I suoi piloti erano trafficanti di droga conosciuti e nominati negli elenchi del governo, e ricevevano visti per entrare negli USA".

Castillo dice che la droga veniva trasportata ad Ilopango dall'America meridionale, immagazzinata nelle aviorimesse 4 e 5, e poi portata più al Nord per essere venduta negli Stati Uniti. Un'aviorimessa era controllata e diretta dalla CIA, e l'altra dal NSC, e gestita da Felix Rodriguez, alias "Max Gomez".

"Effettivamente, portavano cocaina dall'America Meridionale agli Stati Uniti via El Salvador", dove gli agenti di North e la CIA controllavano le operazioni nelle aviorimesse "ventiquattr'ore su ventiquattro".

In un memorandum del 14 febbraio 1989 inviato all'addetto USA in Guatemala Robert Stia, Castillo identificò fra i piloti assunti da Oliver North che frequentavano le aviorimesse 4 e 5, almeno una trentina di trafficanti di droga già noti. "Tutti questi piloti erano schedati dalla DEA come trafficanti, colpevoli di reati di primo grado, e assunti dalla CIA e dai Contras. E l'ambasciata USA nel Salvador concedeva il visto a queste persone benché fossero schedate nei nostri computer come trafficanti di stupefacenti".

Castillo racconta che nel 1986 informò personalmente George Bush e l'ambasciatore americano nel Salvador sul traffico di cocaina. Quest'ultimo: "Mi rispose che era un'operazione segreta della Casa Bianca guidata dal colonello Oliver North e che dovevamo starcene alla larga".

Il 14 gennaio 1986 Castillo incontrò il vicepresidente Bush ad un ricevimento nella residenza dell'ambasciatore USA in Guatemala. Castillo descrisse a Bush il suo lavoro di responsabile della lotta alla droga nella regione. Quando diede a Bush dettagli precisi sulle operazioni di traffico di droga di North, racconta Castillo, Bush "mi sorrise e mi piantò in asso".

A una conferenza stampa a Washington, il 2 agosto 1994, Castillo ha ribadito il fatto che, secondo lui, North sapeva che gli stupefacenti venivano trasportati dalla base di Ilopango. "Tutti i suoi piloti erano trafficanti di droga", disse Castillo. La maggior parte di loro era già stata arrestata per questi crimini. North "sapeva ciò che facevano, e si rifiutò di intervenire".

Castillo ha detto che all'epoca disponeva di due informatori ad Ilopango che avevano accesso a tutti i piani di volo ed ai piloti. Gli informatori vedevano la droga e i soldi, e i piloti parlavano apertamente della cocaina che portavano negli Stati Uniti e dei soldi. Quando la DEA introdusse i nomi dei piloti nel computer "ognuno di loro risultò schedato come un trafficante di stupefacenti".

Castillo ha anche indicato le 543 pagine dei quaderni di North che fanno riferimento al traffico di droga, già identificate dalla Commissione Kerry. "Robert Owens, suo amico, lo avvertiva del fatto che i Contras erano pesantemente coinvolti nel traffico di stupefacenti".

Castillo ha anche sottolineato che l'inchiesta della DEA su North non è ancora chiusa, ma che c'è un incartamento della DEA, registrato col numero GFGD 91-39, che riguarda un'inchiesta sul conto di North per contrabbando di armi nelle Filippine tramite noti trafficanti di droga.

Ollie North difende un narco-terrorista

Un altro caso documentato in cui Oliver North intervenne direttamente in difesa di un narcoterrorista è quello del gen. José Bueso-Rosa, dell'Honduras. Bueso-Rosa fu condannato da un tribunale americano nel 1985 nell'ambito di un complotto per assassinare il Presidente dell'Honduras. Complotto finanziato da un affare plurimiliardario di cocaina.

Il Dipartimento di Giustizia lo aveva definito "il caso di narco-terrorismo più significativo scoperto finora". Nondimeno, North intervenne direttamente presso le autorità federali nel tentativo di evitare l'incarcerazione di Bueso-Rosa! La Commissione Kerry afferma che funzionari ad alto livello del governo USA, compreso North, "intervennero con un giudice federale per ottenere una riduzione di cinque anni della sentenza per il generale José Bueso-Rosa, che era stato condannato nel 1985 per il complotto contro la vita del Presidente dell'Honduras Suaza Cordoba".

Il rapporto Kerry dice anche che l'attentato sarebbe stato finanziato con 40 milioni di dollari ricavati da una partita di cocaina venduta negli Stati Uniti.

Secondo il rapporto della Commisione Kerry, Oliver North "ha suggerito un intervento a favore di Bueso-Rosa" per evitare che parlasse del suo sostegno ai Contras. Ad una riunione di funzionari ad alto livello del Dipartimento di Stato e del Dipartimento di Giustizia, tenutasi il 24 settembre 1986, dopo che Bueso-Rosa era già stato condannato ad una pena detentiva, North insistette che Bueso-Rosa fosse rilasciato e rimandato nell'Honduras, invece di scontare la pena in un carcere americano. North non riuscì a farlo scarcerare, ma riuscì a farlo trasferire da una prigione di sicurezza media nell'Alabama, al campo di sicurezza minima "Club Fed" presso la base aerea Eglin in Florida.

I continui sforzi di North a favore di Bueso-Rosa erano malvisti da funzionari dell'FBI, del Dipartimento di Giustizia e della DEA. Testimoniando davanti alla Commissione Kerry, un funzionario disse che interventi come quello di North avevano "indebolito la politica di Reagan" contro il terrorismo e la droga.




[Solidarietà, anno IV n. 5, dicembre 1996]

Che cosa accadeva veramente all'aeroporto di Mena?

C'è chi sostiene che uno dei centri mondiali del traffico di droga negli anni Ottanta fosse un paesino dell'Arkansas occidentale chiamato Mena. Il traffico di droga era solo un aspetto della storia. La pista aeroportuale di Mena era anche un punto importante per il trasporto di armi ai Contras nicaraguensi e in certe tenute del luogo furono addestrati guerriglieri e piloti Contras.

Nel 1985 due funzionari locali, uno del fisco (IRS) e l'altro della polizia dell'Arkansas, cominciarano a raccogliere informazioni su Mena. Da quest'indagine furono emessi in meno di due anni almeno trenta avvisi di garanzia che furono però presto ritirati.

Nel 1987, almeno nell'Arkansas, i traffici di droga in cambio di armi che avvenivano a Mena non erano più un segreto. Giornali e reti televisive locali tentarono di indagare. Per esempio, un articolo pubblicato dall'Arkansas Gazette alla fine del 1987 diceva che un investigatore del Congresso era arrivato nell'Arkansas occidentale per interrogare diverse persone. "Stiamo seguendo varie piste relative alla droga e le armi", dichiarò l'investigatore.

Il rapporto dela Commissione Kerry, intitolato "Droga, Ordine Pubblico e Politica Estera", dice a proposito delle indagini sul traffico di droga a Mena: "Malgrado fossero disponibili prove sufficienti ad emettere avvisi di garanzia per riciclaggio di denaro sporco, e contro le forti obiezioni di funzionari statali e federali delle forze dell'ordine, non fu emesso alcun avviso. Il motivo era evidentemente che un processo avrebbe rivelato informazioni concernenti la sicurezza nazionale".

Nella seconda metà degli anni Ottanta furono aperte almeno altre sei inchieste sulle operazioni nella zona di Mena, tutte insabbiate per motivi di "sicurezza nazionale". Chi aveva il potere di bloccare tutte queste indagini federali? Sicuramente non l'allora governatore dell'Arkansas, Bill Clinton.

Droga in cambio di armi

Come per qualsiasi scandalo importante è necessario separare il grano dalla gramigna. La storia di Mena è stata arricchita di distorsioni e disinformazioni da quelli che vogliono screditare la storia, o dirottare l'attenzione dai veri colpevoli ad altri, come Bill Clinton, che avevano avuto solo ruoli marginali. Per esempio, sebbene molto di quello che riporta il libro «Compromised» scritto da Terry Reed nel 1994 sia chiaramente vero e confermato da altre fonti, l'EIR non è riuscita a trovare alcun riscontro del fatto che Oliver North e William Barr, il ministro della Giustizia di Bush, fossero presenti personalmente a Mena.

è fuori dubbio però che Mena fosse il centro di una grande operazione di sostegno ai Contras, di traffico di droga in cambio di armi, eseguita sotto il controllo di George Bush, il Consigliere di Sicurezza Nazionale di Bush, Donald Gregg, l'agente della CIA e vecchio amico di Gregg, Felix Rodriguez, e il lacchè di Bush, Oliver North. Il loro agente sul posto era Barry Seal, un agente della CIA e informatore della Drug Enforcement Administration (DEA). L'operazione Mena proseguì dal 1981 fino all'ottobre 1986, quando uno degli aerei di Seal usato a Mena fu abbattuto nei cieli del Nicaragua, mentre portava un carico di armi per i Contras. Quando l'aereo fu abbattuto, Rodriguez telefonò all'ufficio di Bush per informare Gregg dell'incidente.

George Bush aveva il controllo

Quanto al fatto che questa fosse un'operazione "della CIA", ricordiamo al lettore che sulla base dei decreti presidenziali 12333 e dei Decreti di Sicurezza Nazionale 2 e 3, formalmente a capo di tutte le operazioni segrete di quel tipo era il vicepresidente George Bush. Gli appunti di un partecipante ad una riunione del 12 agosto 1986 nell'ufficio di Gregg contengono la seguente affermazione che fa luce su chi fosse il vero capo di Rodriguez: "Felix dice che sta lavorando per la CIA con la benedizione del VP", cioè il vicepresidente.

Quando Seal fu incriminato per traffico di droga nel 1984 si precipitò subito a Washington per prendere accordi con lo staff di Bush, come confermano diversi rapporti rilasciati in seguito. Nella primavera del 1984 Seal era diventato un informatore della DEA, in modo tale da disporre della copertura necessaria per continuare l'operazione droga in cambio di armi.

Recentemente questi fatti sono stati portati alla luce da Richard Ben-Veniste, rappresentante legale dei democratici alle udienze al Senato sullo scandalo Whitewater. Ben-Veniste era anche stato l'avvocato di Seal. L'11 marzo 1996 il Wall Street Journal ha pubblicato un editoriale contro Ben-Veniste, dicendo che "Mr. Ben-Veniste ci ha detto un'altra cosa enigmatica: 'Io ho fatto la mia parte quando ho spedito Barry Seal nelle braccia del vicepresidente Bush, il quale lo accolse a braccia aperte come un agente segreto'."

Altre informazioni sull'operazione di Mena sono uscite in un articolo dell'ex funzionario del Consiglio di Sicurezza Nazionale Roger Morris e la cronista investigativa Sally Denton. Denton e Morris notano che, benché lo scandalo Mena "sia stato utilizzato da estremisti di destra contro Clinton", l'ironia è che "l'operazione di Mena fu lanciata dalle due amministrazioni precedenti, che erano repubblicane". Dimostrano anche che nove indagini diverse su Mena, dal 1987 in poi, finirono nel nulla, "a causa di giurie che si diceva contaminate oppure indagini al Congresso soppresse dal NSC nel 1988 sotto Ronald Reagan o a causa di disinteresse sotto George Bush."

Gran parte degli articoli su Mena, pubblicati dal 1992, mettono sotto accusa il Presidente Clinton che all'epoca era governatore dell'Arkansas. I commenti dell'ex parlamentare dell'Arkansas Bill Alexander sono molto utili a riguardo, perché fu uno degli individui che nel 1988 fece pressioni affinché si aprisse un'indagine sulle attività a Mena. "Mena fu un'area di operazione del governo USA per dare sostegno ai Contras in America Centrale", esportando armi e importando droga, Alexander disse al New York Post. "Fino ad ora non coinvolge Clinton. Avvenne prima di Clinton".

L'Inquirente Speciale non indagò mai sul traffico di droga

Durante la sua fallita campagna elettorale come candidato al Senato in Virginia, nel 1994, North disse spesso di essere completamente estraneo al traffico di droga perché, come ripeteva, "sono l'uomo più indagato del pianeta". La verità è che l'Inquirente Speciale Lawrence Walsh non si occupò mai delle accuse di traffico di droga, perché non le considerava di sua competenza.

Intervistato su questo argomento dall'EIR nel 1994, Walsh disse che la sua indagine non toccò la questione degli stupefacenti perché quando circolarono tutte le informazioni su quell'argomento, "cercavamo di indirizzare la nostra inchiesta all'interno ed alla testa dell'Amministrazione [Reagan-Bush], e non alla periferia, che poteva essere trattata anche da un procuratore qualsiasi". Sempre allora, in un'altra intervista su Oliver North, Walsh spiegò che una lunga indagine sul traffico di droga "avrebbe sottratto del personale dall'inchiesta sui reati principali in cui erano coinvolti funzionari ad alto livello del governo. La nostra responsabilità primaria erano le attività criminali commesse dai funzionari del governo e dal personale che lavorava con loro, piuttosto che persone sul campo che potevano essere incriminate da procuratori regolari. A causa di queste limitazioni, non è giusto affermare che il nostro mancato intervento corrisponda alla riabilitazione di qualcuno".

Il rapporto finale di Walsh del 1993, voluminoso e dettagliatissimo com'è, non tocca mai la questione della droga. Tuttavia, documenti adesso pubblici esaminati dall'EIR all'Archivio Nazionale dimostrano che l'ufficio di Walsh era in possesso di grandi quantità di prove sul traffico di droga da parte di individui coinvolti nel rifornimento ai Contras negli anni Ottanta, ma non si diede mai seguito alle prove e agli indizi investigativi. Questi documenti contengono una quantità sorprendente di informazioni sul traffico di droga da parte di piloti ed altri coinvolti nell'operazione Contras.

I documenti dell'ufficio dell'Inquirente Speciale contengono, ad esempio, precise informazioni supplementari su due casi pubblicizzati verso la metà degli anni Ottanta, quelli dei piloti di droga Michael Palmer e Michael Tolliver.

Spiegazioni poco plausibili

Un esperto dell'indagine di Walsh ha detto all'EIR che l'Inquirente Speciale concentrava le sue indagini sul trasferimento di fondi governativi provenienti dalla vendita di armi all'Iran in conti bancari privati in Svizzera, e che riteneva questo il principale reato in cui erano coinvolti North e Co. Inoltre, quando molte delle informazioni sul traffico di droga arrivarono al suo ufficio, Walsh era sotto pressioni politiche tremende perché concludesse l'inchiesta, e sarebbe stato molto criticato se l'avesse invece estesa.

Questa spiegazione presenta alcuni problemi. Prima di tutto è stato documentato che verso la metà degli anni Ottanta la Casa Bianca di Reagan-Bush ed il Dipartimento di Giustizia intervennero per bloccare delle indagini sul traffico di droga che avrebbero potuto rivelare operazioni segrete guidate dalla Casa Bianca e dal National Security Council. Secondo, una volta iniziata l'indagine di Walsh, qualsiasi altro magistrato la cui indagine coincideva con quella di Walsh si sarebbe trovato in un conflitto di competenze. Come ha detto all'EIR un investigatore ben informato, molti di questi casi "in realtà coincidevano".




[Solidarietà, anno IV n. 5, dicembre 1996]

Guerra in Afganistan: come la BCCI gestì le transazioni del "governo segreto"

I Contras in Nicaragua non costituivano l'unico "esercito segreto" agli ordini della gerarchia parallela del "governo segreto" di George Bush che negli anni Ottanta era finanziato con i proventi della droga. Come documenta un Rapporto Speciale dell'EIR del 13 ottobre 1995 intitolato "La nuova internazionale terrorista prende di mira l'Asia meridionale", dal 1979 al 1989 gli Stati Uniti, assieme ai britannici e agli israeliani, condussero una guerra surrogata nell'Afganistan contro l'Armata Rossa. Anche se il Congresso USA stanziò 3 miliardi di dollari di aiuti per i "mujaheddin afgani", e l'Arabia Saudita ed altri abbiano dato somme analoghe, si stima che il novanta per cento del costo della guerra sia stato coperto dalla vendita di eroina ed oppio dalla Mezzaluna d'Oro, prodotti in quantità enormi dai ribelli afgani nell'Afganistan, e raffinati in laboratori sotterranei al confine tra Afganistan e Pakistan. All'apice della guerra afgana, nella metà anni Ottanta, l'eroina proveniente dalla Mezzaluna d'Oro copriva la metà del consumo mondiale.

Come per l'operazione Contras in America Centrale, anche l'insurrezione afgana, dall'inizio alla fine, fu gestita sotto la coordinazione di Bush alla Casa Bianca.

Fonti a Washington hanno detto all'EIR che ai ribelli afgani sarebbero arrivati fino a 20 miliardi di dollari di proventi della droga del cartello colombiano, nell'ambito dell'accordo tra il cartello e la squadra segreta del vicepresidente Bush. Secondo il rapporto annuale del National Narcotics Intelligence Consumers Committe (NNICC), stilato dalla DEA, nel 1994 l'Afganistan è rimasto al secondo posto nella classifica delle nazioni produttrici di oppio nel mondo. Il governo degli Stati Uniti valuta che siano state prodotte 950 tonnellate di oppio su 29.180 ettari di colture di papavero d'oppio, un aumento del 38 per cento sulla stima di produzione per il 1993. Ufficialmente, però, in Afganistan la coltivazione di papavero d'oppio è fuori legge dal 1957.

Secondo molti esperti la stima del governo statunitense è inesatta perché la maggior parte del papavero da oppio nell'Afganistan viene coltivato su terre irrigate, e pertanto i raccolti dovrebbero ammontare a 1.200 tonnelate. Myanmar (Birmania) continua ad essere la principale produttrice di oppio al mondo, con una produzione di 2.300 tonnellate nel 1994. Rimane comunque assodato che l'Afganistan è uno dei primi produttori mondiali di oppio e di eroina.

Lo straordinario incremento della produzione d'oppio nella zona del confine afgano-pakistano si cominciò a notare nel 1978, in concomitanza con l'inizio della ribellione contro i vincitori della "Rivoluzione Saur" del 1978 che portò al potere a Kabul i comunisti afgani. è evidente che vi fu un collegamento fra l'insurrezione afgana, appoggiata dalle forze anti-sovietiche della regione e dall'Occidente, e l'aumento della coltivazione di papavero d'oppio nella zona.

A seguito della "Rivoluzione Saur", nel 1978, la massa dei fondi illeciti in questa parte del mondo crebbe fino a costituire notevoli impacci sul piano amministrativo. Nel 1973 fu creata una banca controllata dai britannici, la Bank of Commerce and Credit International (BCCI), con sede nel Lussemburgo e di proprietà del pakistano Agha Hasan Abedi, poi scomparso. La BCCI era primariamente controllata da asiatici che operavano in occidente e da istituti di beneficenza inglesi come la Fondazione ICIC. Ufficialmente sorse come banca islamica impegnata ad estendere prestiti a basso tasso d'interesse ai paesi poveri del Terzo Mondo. In realtà, però, la BCCI serviva a riciclare enormi somme di denaro proveniente dal traffico di droga, convogliandone una parte in attività illegali tra cui l'addestramento di terroristi per combattere la "minaccia sovietica".

Nel 1978, la BCCI registrò un incremento straordinario delle attività, dovuto al riciclaggio dei petrodollari, giungendo ad aprire più di 45 agenzie in Inghilterra. Molto più tardi, verso la metà degli anni Ottanta, si accertò chiaramente che la banca in realtà riciclava i soldi della droga e fu chiusa, mentre gli interrogativi più delicati, su quale fosse la vera fonte dei capitali della banca e perché le sia stato consentito di crescere indisturbata sotto la supervisione della Banca d'Inghilterra, furono elusi con la dovuta accortezza.

Quando la BCCI fu smantellata, i vincitori della Rivoluzione Saur erano scomparsi da tempo, ed anche i loro patrocinatori sovietici accorsi a difenderli erano stati umiliati e sconfitti sulle pianure dell'Afganistan. Il Pakistan, un paese chiave nei piani dell'amministrazione Reagan per fare argine al dilagare del comunismo, era stato trasformato in uno dei principali centri di produzione, tossicodipendenza e traffico di droga della regione.

La droga afgana, insieme alla droga pakistana, e le capacità spionistiche americane e pakistane, generarono il denaro sufficiente a mantenere la pressione militare sui sovietici in Afganistan ed altrove, ma anche per altre operazioni sporche come il finanziamento e rifornimento dei Kalistani, contro il governo indiano nello stato del Punjab, così come quello di vari gruppi secessionisti nel Kashmir.