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    Josè Briano e la scuola del belcanto

    “Il belcanto non è solo una scuola di canto, è anche una filosofia di vita”. L’ha dichiarato il Mo. Josè Briano, insegnante di canto dal Messico, parlando alla conferenza internazionale dello Schiller Institute che si è tenuta a Washington dal 14 al 16 febbraio 2004. “Belcanto significa sacrificare ogni cosa per la bellezza della voce”.

    Josè Briano ha messo in pratica i principii del belcanto facendo lezioni di canto ai giovani del movimento di LaRouche da tutti gli Stati Uniti, ed anche ai più piccini, come risulta dalla foto. Per i giovani del LYM (il movimento giovanile di LaRouche) che hanno lavorato con lui a Los Angeles, Filadelfia e Baltimora, comprendere i principii del belcanto è stata un’esperienza fondamentale, perché dimostra come, unita alla scienza, l’arte produca risultati strabilianti.

    Molti giovani abituati al “rap”, al rock e alle voci dei cantanti in voga, che per farsi sentire hanno bisogno di un microfono potentissimo, e il cui canto ha spesso poco a che fare con la bellezza, hanno scoperto l’amplificazione naturale della voce umana, grazie alla tecnica del belcanto, che consente di “mettere simultaneamente in funzione tutte le risonanze del corpo umano”, dalle cavità sinoidali della testa (la famosa “maschera”) alla risonanza di petto, risonanze che cambiano a seconda del registro in cui si canta (registro grave, o di petto, registro centrale o misto, e registro acuto, o di testa, fino ad arrivare al famoso Do di petto sovravuto, che si chiama così perché, sorprendentemente, alla fine del registro acuto ritorna la risonanza di petto).

    Dopo aver lavorato singolarmente con ogni voce (tenori, baritoni, bassi, soprani e mezzosoprani) il Maestro Briano ha aiutato gli aspiranti cantanti a trovare il giusto equilibrio vocale in un’opera importante, il mottetto di J.S. Bach “Jesu meine Freude”, con cui i giovani del LYM stupiscono i loro coetanei nelle varie università degli Stati Uniti, per non parlare dei professori, cantandolo a quattro voci senza alcun accompagnamento, e senza microfoni e amplificatori, per la strada.