ECONOMIA

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

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 [ Solidarietà, anno VII n. 4, novembre 1999]


Una nuova iniziativa per il diapason di Verdi

Il Maestro Arturo Sacchetti presenta il suo progetto per un’orchestra nel La verdiano (432)

Alla conferenza internazionale dello Schiller Institut tenutasi a Oberwesel (Germania) il 24-25 luglio 1999, il maestro Arturo Sacchetti ha presentato il suo progetto per le celebrazioni verdiane a Busseto nel centenario dalla morte del grande compositore italiano (2001).

Sacchetti, rinomato organista, direttore di coro ed orchestra, già direttore artistico di Radio Vaticana ed attualmente direttore del Festival Perosiano a Tortona, ha preso la parola durante la sessione musicale, insieme ad Anno Hellenbroich, direttore del coro e orchestra dello Schiller che sta preparando la Passione secondo San Giovanni di Bach, su cui è intervenuto, e Liliana Gorini, che ha presentato il Lied di Johannes Brahms "Mainacht" come esempio dell’uso del colore vocale. Il Mo. Sacchetti è stato assistito durante la sua presentazione dalla moglie, la pianista ed organista Natalia Kotsioubinskaia, e dal primo oboe della sua orchestra a Tortona, Giampiero Del Santi, che hanno eseguito alcuni esempi da sonate di Ponchielli e Rossini per oboe e pianoforte nelle due accordature, quella altissima odierna (La=444 Hz) e quella voluta da Giuseppe Verdi nel 1884 (La=432 Hz), nonché un passaggio dalla famosa aria di Aida "O cieli azzurri" insieme al soprano Liliana Gorini, per far sentire la differenza di colore e la morbidezza del suono con l’accordatura verdiana. Lo stesso esempio era stato eseguito dal soprano verdiano Antonella Banaudi alla conferenza tenutasi nel Salone Barezzi nel febbraio 1997, per presentare Canto e Diapason, a cui avevano partecipato, oltre al Mo. Sacchetti, il famoso tenore Carlo Bergonzi, che sostiene l’iniziativa dello Schiller per il La verdiano dal 1988, il famoso baritono Piero Cappuccilli e Lyndon H. LaRouche. Pubblichiamo stralci dell’intervento del Mo. Sacchetti:

"Dopo quest’audizione sarà apparsa chiaramente la differenza tra i due tipi di accordatura. Il vero problema, per l’ accordatura a 430 Hz è rappresentato dagli strumenti musicali. Soltanto quando gli strumenti musicali potranno riprodurre questo tipo di accordatura, le voci, sia solo che corali, potranno adeguarsi. Ciò che è certo: non è possibile passare in poco tempo da un’accordatura alta ad un’accordatura bassa a 430 Hz. Sia gli strumenti a corda, abituati a un certo tipo di trazione della corda, sia gli strumenti ad ancia, che hanno necessità di ance costruite apposta per questo tipo di accordatura, richiedono strumenti dell’epoca verdiana, o copie. Al momento attuale non siamo ancora nella condizione di applicare questo tipo di accordatura nel nostro paese. È un percorso che deve iniziare. Ma l’aspetto più importante è spiegare ai musicisti perché questo tipo di accordatura presenta dei vantaggi rispetto all’accordatura alta. Con un’accordatura a 430 Hz, un’accordatura verdiana, bassa, questi sono i vantaggi: il colore innanzi tutto, perché l’accordatura alta rende i suoni molto aspri e brillanti. Per colore intendo quello degli strumenti, ma di conseguenza quello delle voci. La fusione tra gli strumenti è una realizzazione difficilissima per un direttore d’orchestra: questa diventa quasi impossibile con gli strumenti ad accordatura alta. L’accordatura alta degli strumenti stimola la celerità, cioè la rapidità del ritmo. Non soltanto, ma influisce sulla dinamica. Per quanto riguarda invece la voce umana, è evidente dalla tabella pubblicata su <Canto e Diapason che portando l’accordatura alta il passaggio di registro, che è un elemento fondamentale nella caratteristica vocale, viene pregiudicato. Questo perché i compositori, soprattutto del genere vocale, conoscevano perfettamente la voce umana e i passaggi di registro. E nella invenzione della melodia avevano particolare cura che certe fioriture non coincidessero con i passaggi di registro. In questo momento viviamo una fase di transizione, di passaggio tra un’abitudine all’accordatura alta e il tentativo di riconquistare l’accordatura originale. Il primo problema che si pone è quello di usare gli strumenti cosiddetti moderni per portarli all’accordatura bassa. Vorrei fare ascoltare un primo esempio di questo tentativo, l’esecuzione dell’oratorio Mosè di Lorenzo Perosi (inciso su CD dalla Bongiovanni). Per quest’esecuzione gli strumenti sono stati accordati a 435-437 Hz. Questo tipo di accordatura è stato praticato per consentire alle voci (quattro baritoni, due bassi, due tenori e un soprano) di avere un’estensione naturale per le voci. L’opera è stata composta nel 1900, quando il diapason all’epoca era 437. Dall’introduzione dell’orchestra ci si accorgerà della morbidezza e della spontaneità del colore.

"Vorrei ora brevemente illustrare il progetto di Busseto, per le celebrazioni verdiane. La redazione di questo progetto è stata ispirata dall’azione che penso conosciate di Lyndon LaRouche, la cui opera, apparsa in italiano col titolo Canto e Diapason, ha posto in evidenza il rapporto tra accordatura e varie voci (soprano, mezzosoprano, tenore, baritono e basso). Il progetto di Busseto tende a riproporre il recupero delle opere di Verdi secondo l’accordatura originale, 430-432 Hz. Il progetto è rigoroso perché prevede la costituzione di un parco di strumenti accordati a 430 Hz. Questa dotazione strumentale è posta a disposizione di musicisti per un corso di formazione professionale. L’aspetto strumentale riguarda gli strumentisti e direttori d’orchestra. Dopo un periodo di studio per la pratica di questi strumenti accordati a 430 Hz, si inseriranno i vocalisti dell’Accademia di perfezionamento del Mo. Carlo Bergonzi. Da questa esperienza comune si perverrà all’allestimento di alcune opere, opere legate a Busseto per motivi particolari: l’opera I due Foscari composta a Busseto, in Casa Barezzi, Giovanna di Guzman versione italiana dei Vespri siciliani, unica opera rappresentata al Teatro Ducale di Parma, unica in Emilia. Alcuni allestimenti di opere degli anni Ottanta, risalenti all’epoca della presa di posizione di Verdi sull’innalzamento del diapason, Simon Boccanegra, Don Carlos e Otello. Questo è il progetto verdiano che tende come finalità a costituire per la prima volta un’orchestra con accordatura a 430 Hz. E a questa accostare le voci, sia solo che corali, per l’applicazione di questo tipo di accordatura. Questo progetto certamente scatenerà molte polemiche. Soprattutto perché esiste una parte del mondo musicale internazionale che sostiene l’accordatura alta. Senza motivazioni scientifiche, ma sostenendo che soprattutto le voci si debbano adattare o adeguare all’accordatura alta. In ogni caso il risultato dell’esecuzione nell’accordatura alta odierna non è coerente con il mondo sonoro dell’epoca ottocentesca. Quindi non solo per quanto riguarda le opere di Verdi, ma il mondo musicale dell’Ottocento, strumentale, sinfonico, cameristico, oratoriale e teatrale, oggi non corrisponde alla realtà dell’epoca. Questa realtà è un tradimento della verità creativa dei compositori. I cantanti più famosi hanno sostenuto per questo motivo la nostra iniziativa per tornare al La verdiano. Sono stati frequentissimi i casi in cui il cantante chiamava in camerino il primo oboe per ascoltare l’accordatura e decideva di non cantare. Quindi noi ci auguriamo con questo progetto di riuscire a sensibilizzare i musicisti affinché questo problema venga affrontato scientificamente, musicalmente, soprattutto nel rispetto della verità, dell’intento creativo ed anche degli interpreti."