Il testo della mozione del Senato
premesso:
che a partire dal 1997 le crisi finanziarie in Asia, in America Latina, in Russia e il crollo del più grande hedge fund LTCM non rappresentano ormai casi isolati o fortuiti ma sono piuttosto manifestazioni di una crisi dellintero sistema finanziario e monetario internazionale, che è più volte giunto sulla soglia di una implosione vera e propria;
che nel processo di globalizzazione e di totale internazionalizzazione dei mercati finanziari un qualsiasi crollo in qualunque mercato finanziario diventa un momento di instabilità nellintero sistema, a causa principalmente di due fattori:
a) gran parte delle operazioni sono svolte a breve e a brevissimo termine;
b) il cattivo funzionamento delle istituzioni internazionali, quali il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale, nellassolvere al loro compito, come recentemente si è dimostrato in modo clamoroso nelle vicende economiche della Russia;
che negli ultimi mesi molti esperti di economia internazionale, che fino a poco prima non avrebbero espresso pubblicamente le loro preoccupazioni, hanno cominciato a paventare pericoli di un imminente crac finanziario: Ernst Welteke, governatore della Bundesbank, infatti, il 18 ottobre 1999, a Lipsia, ha ammonito circa i contraccolpi negativi non solo sulle borse ma sullintera economia della cosiddetta "bolla speculativa" creata dal valore eccessivo dei corsi azionari; lex cancelliere Helmut Schmidt sul giornale Welt am Sonntag del 1º agosto 1999 ha sottolineato che "la gente non capisce che, il boom in borsa è totalmente sopravvalutato e che ci sono psicopatici che fanno salire i titoli ancora di più... Quanto allindice Dow Jones, la data del crollo non è nota, ma verrà ed è sicura come lamen in chiesa";
che a partire dalla decisione del 15 agosto 1971 di sganciare il dollaro dal valore delle riserve auree sono state introdotte misure di deregolamentazione economica, monetaria e finanziaria che hanno segnato la fine del sistema instaurato a Bretton Woods nel 1944, che attraverso misure di controllo sui cambi e sui movimenti di capitale e di creazione di credito per investimenti reali soprattutto col piano Marshall aveva sostenuto la ricostruzione delle economie distrutte dalla guerra consentendo un periodo di sviluppo delle economie;
che negli ultimi trentanni, invece, si è manifestata una vera e propria divaricazione tra leconomia reale e quella finanziaria; questultima ha dato vita ad una gigantesca bolla finanziaria e speculativa, che ha trasformato completamente le strutture delleconomia mondiale; si calcola che questa bolla di strumenti finanziari ammonti ad almeno 300.000 miliardi di dollari, a fronte di un PIL mondiale di 40.000 miliardi di dollari; del resto gli stessi dati relativi alleconomia statunitense, forniti dal Departement of Commerce, dalla Federal Reserve Board of Governors e dalla Federal Departement Insurance Corporation confermano tutto ciò; infatti alla fine del primo trimestre del 1999 il totale degli strumenti finanziari aveva raggiunto il livello di 96,97 trilioni di dollari contro un prodotto interno lordo di 9,07 trilioni con un rapporto 10,7 a 1; è evidente perciò che la situazione americana non costituisce uneccezione, bensì è la regola riscontrabile anche nelleconomia del Giappone, nelle nazioni europee e ovunque nel resto del mondo:
che questo processo ha avuto degli effetti devastanti in particolare per le economie e i livelli di vita delle popolazioni delle nazioni in via di sviluppo, come per esempio in Malaysia, dove lattacco speculativo del 1997, della durata di poche settimane, ha di fatto distrutto i progressi di quella nazione maturati in 40 anni di impegno e lavoro, come il presidente Mahathir ha pubblicamente denunciato; la decisione della Malaysia di rispondere alla destabilizzazione speculativa e alla globalizzazione sfrenata, introducendo una serie di misure di controllo sui cambi e sui movimenti di capitale, ha permesso di stabilizzare quella economia (aumentando tra laltro il prodotto interno lordo del 6 per cento in un solo anno), come è stato costretto ad ammettere perfino il vice direttore del Fondo monetario internazionale, Stanley Fisher;
che lo stesso processo sta creando degli effetti estremamente negativi sui livelli di produzione e di occupazione, con conseguenze sociali preoccupanti, anche nei paesi più industrializzati; si tratta di un processo che, esautorando i governi e i Parlamenti democraticamente eletti, contemporaneamente mina lo stesso principio della sovranità nazionale e del mandato costituzionale, valido in Italia così come in tutti i paesi, di progresso e sviluppo; a livello internazionale oltretutto ciò fa aumentare il rischio di conflitti regionali e di guerre; considerato che il tasso di crescita della massa di strumenti finanziari in rapporto al prodotto interno lordo, così come avvenuto negli anni passati, in mancanza di qualsiasi regolamentazione e in relazione alla globalizzazione finanziaria, non potrà arrestarsi autonomamente, liberalizzando sempre più il mercato;
tenuto conto che vi è gravissimo rischio che tutte le operazioni di rifinanziamento della bolla finanziaria con aumenti di immissione di liquidità possano portare ad unesplosione inflativa su tutti i prezzi, non solo sui titoli finanziari,
impegna il Governo:
a prendere liniziativa di proporre la convocazione di una nuova conferenza internazionale a livello di capi di Stato e di governo come quella che si tenne a Bretton Woods nel 1944, con lo scopo di fondare un nuovo sistema monetario internazionale e prendere quelle misure necessarie per eliminare i meccanismi che hanno condotto alla creazione della bolla speculativa e per mettere in moto programmi di rilancio delleconomia reale tra cui:
un maggior controllo sui cambi delle monete, introducendo parità fisse, modificabili, qualora ve ne fosse la necessità, solamente attraverso la decisione dei governi responsabili e laccordo degli Stati impegnati nel nuovo sistema monetario;
una qualche limitazione sui movimenti di capitale;
lintroduzione di misure, quali la Tobin tax, miranti alla limitazione di operazioni speculative a breve termine, come le transazioni sui prodotti derivati;
la reintroduzione del sistema basato sulle riserve auree in modo tale da ancorare i valori delle monete a un punto di riferimento reale;
la creazione di nuove linee di credito esplicitamente orientate allo sviluppo di nuovi investimenti nei settori di economia reale, come lindustria, le tecnologie nuove, la ricerca scientifica, lagricoltura;
la definizione di grandi progetti infrastrutturali di portata continentale, in cui utilizzare le nuove tecnologie e le nuove acquisizioni della ricerca scientifica, che facciano da volano della ricostruzione industriale e della cooperazione pacifica delle nazioni e dei popoli;
a portare questa proposta in seno al Parlamento di Strasburgo, alla Commissione europea e a tutte le istituzioni dellUnione europea responsabili delle politiche economiche della Comunità e, attraverso accordi bilaterali, nei singoli governi e Parlamenti europei;
a sollecitare e sostenere tutte quelle iniziative di analogo tenore presso i governi degli Stati Uniti dAmerica e presso ogni altro governo del mondo, a cominciare dalla Cina, dallIndia e dalla Russia.
Il dibattito sulla nuova Bretton Woods al Parlamento Italiano
Il 6 giugno 2000 si è tenuto al Parlamento Italiano un dibattito sulla crisi finanziaria internazionale. Gli On. Michele Rallo e Alberto Simeoni hanno chiesto al governo di esprimersi sulla necessità di rifondare il sistema finanziario mondiale in una nuova Bretton Woods.
La risposta del governo è stata presentata dall'On. Gianfranco Morgando, Sottosegretario di Stato per il Tesoro, il Bilancio e la Pianificazione Economica. Ha ammesso la gravità della situazione ed i rischi insiti nel sistema finanziario mondiale, ha ammesso limportanza del dibattito, ma ha difeso la linea del governo che di fatto è succube del FMI.
Il testo completo del dibattito è pubblicato sul numero di ottobre 2000 di Solidarietà il bollettino d'informazione del Movimento Solidarietà che i non iscritti possono richiedere telefonicamente agli uffici di Milano: 02/2613058 02/26110612
In questo contesto Solidarietà pubblica due interviste apparse sulla rivista Executive Intelligence Review dell11 agosto:
"Il libero mercato fuori da ogni controllo danneggia lo sviluppo"
Intervista al Ministro per i rapporti con il Parlamento Patrizia Toia
"Il cancro che distrugge l'economia è la finanziarizzazione"
Intervista all'on. Giovanni Bianchi: (PPI)