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Come gli USA vedono la Nato e l'Unione Europea


di Lyndon LaRouche

8 giugno 2004 – L'attuale ruolo strategico dell'Europa può essere compreso competentemente dagli ambienti di potere negli USA solo nel modo seguente.
Il mondo, nella sua totalità, è attualmente dominato da due fattori primari che minaciano direttamente una catastrofe globale. Il primo è lo sfascio generale del sistema monetario e finanziario vigente che è già iniziato. Il secondo è la guerra perpetua, la politica anglo-americana del primo ministro britannico Tony Blair e del vice presidente Cheney, che minaccia di diventare nucleare, e di cui l'impantanamento asimmetrico in Iraq è solo un esempio.
Sebbene contro tale guerra si sia levata un'opposizione utile e significativa, sebbene talvolta tentennante, da parte di alcuni governi europei, finora in Europa occidentale e centrale non è ancora stata ufficialmente riconosciuta la natura dei rimedi necessari per far fronte al crollo finanziario e monetario. Le pressioni che sui governi continentali provengono soprattutto dall'Inghilterra, specialmente a motivo degli aspetti deplorevoli del rapporto Hutton [sulla scomparsa dell'esperto inglese di armamenti David Kelly avvenuta nel luglio 2003 -- Ndr], hanno costituito un ovvio fattore che ha pericolosamente aggravato la tendenza a vacillare dell'Europa continentale occidentale.
L'aspetto peggiore della cosa è che, fatta eccezione per un sostegno generale a favore di riforme monetarie ispirate a Bretton Woods manifestato da importanti ambienti politici italiani, non ci sono quasi segnali di sorta di un'effettiva volontà di cambiare la politica economica provenienti dai governi nell'Europa occidentale e orientale. La sottomissione protratta ai dogmi imperialisti anglo-americani della "austerità fiscale" e della "globalizzazione" significa rendere inevitabile una depressione mondiale peggiore di quella che si verificò tra il 1928 ed il 1933, e di conseguenza significa che l'attuale diffusione di conflitti asimmetrici, sempre più generalizzati e aggravati dal probabile ricorso alle armi nucleari, diventa sempre più impossibile da ostacolare.
Peggio, l'estensione del raggio d'azione della NATO, implicita nell'ampliamento dell'Unione Europea, non solo accresce la foga della folle corsa verso una globalizzazione sempre più radicale, ma genera una fonte di conflitto tra l'Europa occidentale e la Russia in quanto crea una situazione sempre più simile a quella già prodottasi tra gli USA ed i suoi vicini meridionali.
Se a novembre si verificherà un adeguato cambiamento il governo negli USA, queste difficoltà poste dalle tendenze in Europa potrebbero essere affrontate e risolte. Così, un problema cruciale adesso è rappresentato dal senatore John Kerry, la cui incompetenza è andata peggiorando, ed è diventata sempre più evidente nel periodo successivo alla tornata di primarie tenutesi in diversi stati il 2 marzo. L'inettitudine crescente di Kerry minaccia di provocare una rielezione altrimenti improbabile dell'attuale burattino del vice presidente Cheney, il presidente George Bush. O, in alternativa, Kerry diventerà presidente, continuando ad essere, com'è stato di recente, un prigioniero opportunista di quegli interessi anglo-americani adesso istericamente decisi ad imporre misure di austerità feroce, sul modello seguito dall'economista di Hitler Hjalmar Schacht.
Il caso di Kerry dovrebbe ricordare agli europei più attenti la vicenda dei sindacati tedeschi che finirono per opporsi al cancelliere Kurt von Schleicher, avversario credibile del partito nazista, finendo così per dare il via libera alla nomina di Adolf Hitler a Cancelliere. Molti dei nostri leader sindacali negli USA, che spesso operano direttamente contro l'interesse dei loro iscritti, evidentemente non hanno imparato nulla dal comportamento tenuto dai loro fratelli tedeschi nella prima metà del gennaio 1933.
Fortunatamente vi sono ancora spiragli per un deciso migliormento degli indirizzi politici degli USA. I seguenti elementi sono fondamentali per comprendere tali possibilità e debbono pertanto essere presi attentamente in considerazione.

Una lezione di geometria politica

Le cause per la crisi in corso sono due. La prima è la svolta radicale verso la guerra nucleare preventiva che avvenne sotto il presidente Harry Truman, subito dopo la morte del presidente Franklin D. Roosevelt. La seconda è la svolta anglo-americana che avvenne coordinatamente dopo la morte del presidente John Kennedy, sia nella guerra ufficiale che gli USA conducevano in Indocina sia con la trasformazione del paradigma culturale, negli USA e in Inghilterra, tale per cui gli Stati Uniti, che erano la principale nazione produttrice del mondo, finirono per diventare una decadente utopia "post-industriale", una svolta indotta tra l'altro dalle attività svolte dal Congress for Cultural Freedom.[1]
La politica di Truman per un "governo mondiale" attraverso la guerra nucleare preventiva, come concepita da Bertrand Russell, e la trasformazione del paradigma culturale avvenuto negli ultimi quarant'anni, hanno avuto comulativamente l'effetto di trasfomare il comportamento dei governi e delle popolazioni, specialmente quello dei cosiddetti "baby boomer", la generazione che è cominciata a diventare adulta negli anni Sessanta, tanto da portare alla decadenza economica e culturale che ha accompagnato l'emergere di una nuova forma di imperialismo, chiamata "globalizzazione". Le iniziative degli ultimi quarant'anni volte sostenere questa involuzione economica e culturale, per ultimo con i meccanismi monetari e finanziari iperinflazionistici dei prodotti finanziari derivati, in particolare sotto il comando di Alan Greenspan alla Federal Reserve, ha prodotto le crisi gemelle della guerra e dello sfascio monetario-finanziario che attanagliano oggi il mondo.
L'eredità del liberismo anglo-olandese, che consiste nella sottomissione al cosiddetto "sistema di banche centrali indipendenti", ha deformato le istituzioni degli stati europei al punto in cui i governi sono adesso incapaci di prendere iniziative per ribaltare queste due svolte paradigmatiche ed i loro effetti. L'iniziativa deve provenire dagli Stati Uniti stessi, altrimenti non potrà arrivare con tutta l'urgenza necessaria. Se tale cambiamento non si verifica al più presto, l'intero pianeta piomberà in una epoca buia paragonabile a quella che si verificò in Europa nel XIV secolo.
Alcuni personalità in Europa, e particolarmente in Italia, hanno riconosciuto questo fatto tanto da proporre e sostenere la richiesta di fare ritorno alla tradizione di Franklin D. Roosevelt, del sistema di Bretton Woods del dopoguerra, con tassi d'interesse a lungo termine e implicitamente su riserva aurea. Un'improvvisa riforma tanto profonda delle principali istituzioni monetarie mondiali è l'unico modo possibile di mettere in moto davvero una genuina ripresa economica.
Chiunque sappia abbastanza di economia e non sia vittima del condizionamento derivante dalle attività internazionali del Congress for Cultural Freedom, riconoscerà la validità di un tale cambiamento immediato. Purtroppo il condizionamento culturale, che si potrebbe persino definire "lavaggio di cervello", ha affondato le sue radici molto profondamente tra coloro che detengono posizioni di responsabilità e finiscono per influire sulla vita mentale della popolazione in generale. Questo condizionamento di massa, la sua dimensione assiomatica sul comportamento culturale, è ciò che si deve intendere quando si parla dei "baby boomer", intendendo le caratteristiche di fondo del comportamento di coloro che hanno dai 40 ai 63 anni ed occupano oggi posizioni di una certa importanza politica e di altro tipo. Questa assuefazione ai precetti esistenzialisti del Congress for Cultural Freedom purtroppo domina il comportamento di massa persino di coloro ostili alle regole di comportamento a cui sono spinti a sottomettersi.
Il tessuto vivente della crisi mondiale di oggi si esprime nella maniera più chiara negli effetti di tale condizionamento su questi strati della popolazione dell'Europa e delle Americhe, un disorientamento che si riversa dalle regioni relativamente egemoniche dell'America settentrionale e dall'Europa occidentale sui paradigmi culturali indotti che riecheggiano in altre parti del mondo.
Ho spesso paragonato gli effetti indotti da questa svolta, che combina aspetti strategici e altri aspetti culturali, allo stato mentale proprio del pesciolino la cui unica esperienza è quella di vivere nella sua boccia di vetro. Le convinzioni indotte nel comportamento culturale accettato costituiscono l'involucro esterno della vita mentale di questi poveri pesciolini. Magari vedono il mondo oltre l'involucro in cui vivono, ma non si rendono conto che possono agire liberamente in quella più ampia dimensione percepita. Il condizionamento culturale proprio della utopistica guerra nucleare preventiva, la "boccia del pesciolino" nel nostro caso, e le forme connesse di condizionamento promosso dal Congress for Cultural Freedom, va capito mettendo a confronto le abitudini mentali indotte da tale segregazione alle analoghe regole di comportamento che vengono determinate, deduttivamente, da un condizionamento fideistico che induce a credere a definizioni, assiomi e postulati a priori, in una specie balorda di geometria cartesiana. Questi, che finiscono per diventare una caratteristica assiomatica dei comuni riflessi sociali, funzionano come catene mentali che rendono più o meno superfluo l'incatenamento fisico delle vittime.
Questa è la situazione descritta dai progetti utopistici prodotti da figure sataniche della Società Fabiana come H.G. Wells e Bertrand Russell, ed ai loro cloni come Aldous Huxley, George Orwell, Norbert Wiener, John von Neumann, Noam Chomsky ed altri, ma anche dai luminari venerati dal Congress for Cultural Freedom come Horkheimer, Jaspers, Heidegger, Brecht, Sartre, Adorno e Arendt.
Talvolta, come la storia ci ricorda, l'unica via d'uscita che resta alle tante vittime di questo lavaggio del cervello di massa è quella di rompere la "boccia del pesciolino". Accadde già, nel bene, quando Franklin D. Roosevelt diventò presidente degli Stati Uniti, e nel male, quando la banda guidata dall'inglese Montagu Norman insediarono Hitler alla Cancelleria. Le conseguenze che derivano dall'evasione del pesciolino attraverso eventi così traumatici possono essere buone o cattive. Chiaramente, mettendo a confronto il rovesciamento di Kurt von Schleicher in Germania e l'elezione di Franklin D. Roosevelt negli USA dobbiamo capire che c'è un aspetto nettamente definibile della volontà nel decidere che direzione imprimere alla storia di una cultura, una volta che la boccia del pesciolino è rotta.
La boccia sta per rompersi adesso. In ambedue i casi, la struttura culturale che essa ora rappresenta non può più continuare ad esistere così com'è. Pertanto la cosa più urgente è che la gente, ovunque e sempre più numerosa, si renda conto non solo del fatto che la generazione attualmente al comando è così condizionata come ho spiegato, ma che si renda anche conto del fatto che si sta aprendo una possibilità di rinsavire.
Questo è il mio messaggio sia agli americani che agli europei.

[1]

Il Congress for Cultural Freedom fu un'associazione di influenti esponenti del mondo della cultura e dell'arte impegnati a screditare culturalmente il mondo comunista nell'Europa degli anni cinquanta, in pratica al servizio della politica estera anticomunista del governo USA, ma usando toni liberal di sinistra, quelli solitamente impiegati dalla Società Fabiana in Inghilterra. Un personaggio che fece allora da tramite tra i fabiani e il Congress fu David Williams.
Il leader più noto del Congress fu il prof. Sidney Hook. L'associazione assunse sin dall'inizio una dimensione internazionale, fu fondata a Parigi e a Berlino, tra il 1949 ed il 1950. Solitamente il Congress è accusato di essere stato uno strumento della CIA per le sue attività anticomuniste, ma pur essendo vero che il Congress fu finanziato dalla CIA, questo è solo un aspetto superficiale, perché la sua influenza ha una dimensione ben più profonda. Secondo LaRouche, infatti, il Congress for Cultural Freedom fu imposto all'Europa come veicolo per reimportare soprattutto nella Germania sconfitta, la stessa sostanza ideolgogica del fascismo, ma in uno stampo nuovo, come ad esempio la Scuola di Francoforte di Theodor Adorno, cosa che avvenne nel contesto della operazione di Allen Dulles di riciclare in ambiente anglo-americano gli "avanzi" ritenuti utili dell'internazionale nazista.
Tra le attività principali del Congress vi fu la promozione di autori modernisti e artisti astrattisti, il tutto volto ad egemonizzare e irregimentare in un'ideologia "liberal" un'opione pubblica sconvolta dal fascismo e disillusa dallo stalinismo. Alcuni nomi della crociata modernista sono: Jackson Pollock, Robert Lowell, Mary McCarthy, Isaiah Berlin, Jean-Paul Sartre, Sidney Hook., Michael Josselson, Arthur Koestler.
Paradigmatica è la parabola di Irving Kristol, che dopo essere stato nel Congress è diventato uno dei punti di rifemento della "rivoluzione neo-conservatrice" oggi al potere negli USA[1].