ECONOMIA

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

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Cheney rilancia la politica guerrafondaia contro l'Iran

Benedetto XVI a Ratisbona e Bernard Lewis

Guerra asimmetrica globale: il presidente George W. Nerone

Il generale Ivashov: come dice LaRouche, dietro questa guerra c’è l’oligarchia finanziaria internazionale

L’eredità di Wohlstetter nella strategia nucleare dei neo-cons

La guerra di Halliburton

Gli USA nella trappola della privatizzazione delle forze armate

Il pericolo di guerra e i “piegatori di cucchiai” tra i militari USA

Per Cheney la guerra è l'alternativa alla minaccia della pace

Mini-nukes: il fantasma di Bertrand Russell abita nel Pentagono di Cheney e Rumsfeld

Per un nuovo Trattato di Westfalia

Come gli USA vedono la NATO e l'Unione Europa

La dottrina LaRouche

Impeach Cheney

Dopo il pastrocchio: Cheney e i neo conservatori se la prendono con LaRouche

Halliburton: il teorema neo-con è fallito

Il vice presidente Cheney deve andarsene

Un mondo di stati nazionali sovrani

Preparare un controgolpe a Washington

Il partito della guerra non è invincibile

La vera alternativa alla guerra

LaRouche: l'11 settembre un anno dopo

Guerre e terrorismo, conseguenze del crac finanziario

Gli USA verso lo stato di polizia

Brzezinski e l’11 settembre

LaRouche, Rafsanjani e l’11 settembre

Gli USA minacciati dal colpo di stato

Dialogo delle civiltà per la ricostruzione mondiale

Nuove considerazioni sullo scudo spaziale

Medio Oriente: il fondamentalismo che viene dall'occidente

Organizzazione regionale sotto una nuova Bretton Woods

La destabilizzazione geopolitica globale



[Solidarietà, anno IX n. 4, dicembre 2001]


Gli USA minacciati dal Colpo di Stato

È necessario mettere in discussione la legittimità dell’applicazione dell’articolo 5 del trattato della NATO

Dichiarazione di Paolo Raimondi, presidente del Movimento internazionale per i diritti civili – Solidarietà

Milano 16 novembre 2001

I grandi quotidiani francesi Le Monde e Le Figaro hanno pubblicato una serie di rivelazioni (vedi appendice sotto) volte a respingere la teoria ufficiale secondo cui Osama Bin Laden sarebbe stato il mandante unico degli attacchi dell’11 settembre contro gli USA. La lettera d’informazione Reseau Voltaire, collegata agli ambienti dei servizi francesi, nella sua edizione del 27 settembre si è spinta fino a confermare esplicitamente la tesi di Lyndon LaRouche secondo cui i fatti dell’11 settembre sono parte di un tentativo di colpo di stato gestito da ambienti militari estremistici negli USA.

L’11 settembre, nel corso di un’intervista radiofonica che stava dando in diretta, proprio mentre giungevano le notizie degli attacchi alle Torri Gemelle ed al Pentagono, Lyndon LaRouche sostenne che un’operazione di tali dimensioni, condotta con tutta quella precisione, poteva essere stata coordinata soltanto da elementi canaglia che appartengono agli apparati militari e di sicurezza degli stessi Stati Uniti.

Il fatto che ambienti dei servizi francesi abbiano non soltanto adottato questa tesi, ma abbiano iniziato a corroborarla sollevando interrogativi su vari aspetti degli avvenimenti dell’11 settembre che semplicemente non quadrano, ha un peso notevole sul dibattito in corso se le truppe italiane ed europee debbano partecipare alle operazioni militari in Afghanistan. Infatti, se a tirare le fila degli attacchi non sono, in definitiva, Bin Laden e altri terroristi islamici, ma degli ambienti di potere negli stessi Stati Uniti, verrebbe meno di colpo tutta la razionalizzazione costruita per invocare l’Articolo 5 del trattato della NATO.

Ancora più importante è il fatto, sollevato anche da Reseau Voltaire (Nota informativa 235-236), che qualora si accertasse che questo tentativo di golpe militare sia stato “realizzato da estremisti militari che dispongono della capacità di provocare una guerra nucleare”, occorrerà allora che l’intera questione sia posta sotto inchiesta e che si apra un dibattito molto serio ed approfondito sulla politica di sicurezza. A tale proposito si pone una domanda molto importante sulle motivazioni effettive del Presidente russo Putin che, al verificarsi degli attacchi, ha telefonato al Presidente Bush per informarlo che le forze nucleari russe non erano state poste in uno stato di massima allerta.

In una situazione come quella di oggi, non si discute soltanto della partecipazione dei contingenti europei nelle operazioni militari future, ma in primo luogo occorre discutere e chiarire definitivamente queste questioni di sicurezza. Ciò che chiediamo urgentemente al mondo politico è di analizzare pacatamente la situazione nella sua totalità, avvalendosi anche delle conoscenze e dell’esperienza dei nostri militari ed esperti dei servizi.

Non si deve trasformare l’attuale crisi strategica, senza precedenti nella storia umana, in uno dei tanti argomenti su cui le forze italiane di governo e di opposizione amano scontrarsi in maniera infantile.

APPENDICE:

27 settembre 2001: In Francia la lettera mensile d’informazione Roseau Voltaire scrive sul suo sito internet (www.reseauvoltaire.com): “circoli estremisti americani hanno tentato l’11 settembre un colpo di stato militare contro il governo USA”. Nella versione stampata della stessa edizione la cosa è meglio chiarita:

“Dalle 10 del mattino fino a quasi le 8 di sera [dell’11 settembre], gli esponenti del governo USA non pensavano che si trattasse dell’opera di terroristi arabi, ma che si trattasse di una manifestazione di un colpo di stato militare condotto da estremisti con base negli USA, che erano capaci di provocare una guerra nucleare”.

16 ottobre: Reseau Voltaire ha pubblicato informazioni riguardanti i collegamenti finanziari segreti tra circoli americani e Bin Laden. Tra questi si menziona anche la famigerata Banca di Credito e di Commercio Internazionale (BCCI), che deve la sua fama al coinvolgimento completo negli affari più sporchi dell’Iran-Contra.

31 ottobre: Il quotidiano francese Le Figaro ha riferito in prima pagina che ambienti ufficiali USA hanno avuto rapporti con Osama Bin Laden fino al luglio 2001. L’informazione è stata confermata il giorno successivo dalla Radio France International controllata dal governo francese.

12 novembre: Il principale quotidiano francese Le Monde ha rilanciato la storia dando molto rilievo ad un’approfondita recensione del libro «La verité interdite» (La verità proibita) scritto da due autori ben collegati ad ambienti di governo. La recensione è intitolata “Quando Washington negoziò con i Talebani” e riferisce come prima dell’11 settembre l’amministrazione Bush abbia condotto negoziati molto intensi con il regime talebano.

L’aspetto fondamentale di queste rivelazioni dei mezzi d’informazione non sta tanto in una completa corrispondenza alla pura e semplice verità, ma sta nell’intenzione di ostacolare un processo surrettizio di colpo di stato negli Stati Uniti, iniziato l’11 settembre. Vi sono molti circoli politici – non soltanto in Francia, ma anche in altri paesi europei ed in Russia – che sanno benissimo come i misfatti di New York e Washington non siano affatto “un attacco terroristico”, ma piuttosto un’operazione politica di dimensioni strategiche davvero sconvolgenti.