ECONOMIA

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

ECONOMIA

  

 


Cheney rilancia la politica guerrafondaia contro l'Iran

Benedetto XVI a Ratisbona e Bernard Lewis

Guerra asimmetrica globale: il presidente George W. Nerone

Il generale Ivashov: come dice LaRouche, dietro questa guerra c’è l’oligarchia finanziaria internazionale

L’eredità di Wohlstetter nella strategia nucleare dei neo-cons

La guerra di Halliburton

Gli USA nella trappola della privatizzazione delle forze armate

Il pericolo di guerra e i “piegatori di cucchiai” tra i militari USA

Per Cheney la guerra è l'alternativa alla minaccia della pace

Mini-nukes: il fantasma di Bertrand Russell abita nel Pentagono di Cheney e Rumsfeld

Per un nuovo Trattato di Westfalia

Come gli USA vedono la NATO e l'Unione Europa

La dottrina LaRouche

Impeach Cheney

Dopo il pastrocchio: Cheney e i neo conservatori se la prendono con LaRouche

Halliburton: il teorema neo-con è fallito

Il vice presidente Cheney deve andarsene

Un mondo di stati nazionali sovrani

Preparare un controgolpe a Washington

Il partito della guerra non è invincibile

La vera alternativa alla guerra

LaRouche: l'11 settembre un anno dopo

Guerre e terrorismo, conseguenze del crac finanziario

Gli USA verso lo stato di polizia

Brzezinski e l’11 settembre

LaRouche, Rafsanjani e l’11 settembre

Gli USA minacciati dal colpo di stato

Dialogo delle civiltà per la ricostruzione mondiale

Nuove considerazioni sullo scudo spaziale

Medio Oriente: il fondamentalismo che viene dall'occidente

Organizzazione regionale sotto una nuova Bretton Woods

La destabilizzazione geopolitica globale


 

La destabilizzazione geopolitica colpisce esattamente il percorso delle antiche vie della seta e il percorso meridionale dell’attuale Ponte di Sviluppo Eurasiatico, cioè le arterie indispensabili di un’integrazione infrastrutturale eurasiatica.
La guerra in Irak del 1991 e il conflitto Kurdo 1  hanno bloccato una via di collegamento tra Europa, Medio Oriente e Asia. La Guerra dei Balcani 2 ha bloccato la navigazione danubiana, ed ha impedito la costruzione del collegamento ferroviario tra il Sudest Europa e la Turchia. I conflitti nella regione caucasica 3 hanno bloccato i collegamenti ferroviari da costruire tra Europa, Russia europea e Medio Oriente interrompendo inoltre il flusso di petrolio che da Baku attraversa la Russia per arrivare in occidente. Il perenne conflitto afghano 4, i diversi focolai in Asia Centrale 5, i rischi di insurrezione nella provincia cinese del Xinjiang 6, boccano i principali corridoi di collegmento necessari tra Cina, Medio Oriente e l’Europa. La minaccia di un conflitto tra India e Pakistan 7 ostacolerebbe lo sviluppo delle linee ferroviarie lungo la via della seta meridionale.

[Solidarietà, anno VII n. 4, novembre 1999]

La destabilizzazione geopolitica globale

I sempre più frequenti focolai di crisi strategica sono alimentati da un unico centro di coordinamento

Il mondo è scivolato in un nuovo girone di conflitti armati. Dopo le aggressioni in Irak e nei Balcani, ciò che a partire dall'estate sta avvenendo in Indonesia, in Asia Centrale e nella regione caucasica, insieme all’ondata di terrore che ha scosso la Russia, costituisce un livello qualitativo nuovo di destabilizzazione di portata globale

Solidarietà sostiene che c’è una coordinazione, una "stanza dei bottoni", dove i conflitti strategici, sia quelli condotti sotto le "sacre bandiere" dell’ONU e della NATO sia quelli condotti con il terrorismo cieco, vengono innescati e manipolati.

Zbignew Brzezinski, che fu il consigliere di sicurezza nazionale USA del Presidente Carter, è il più noto esponente attuale del pensiero geopolitico. È l’autore del libro "The Grand Chessboard" di cui ha recentemente riproposto il contenuto in una serie di articoli sulla rivista Foreign Affairs.

La geopolitica risale all’Inghilterra di Edoardo VII ed ha i suoi massimi luminari nell’inglese Halford Mackinder e nel tedesco Karl Haushofer. Con quelle dottrine l’Inghilterra ha orchestrato la Prima e la Seconda guerra mondiale per impedire che il continente eurasiatico si integrasse e desse vita ad un decisivo sviluppo economico mondiale.

Già negli anni di Carter, Brzezinski si fece promotore della teoria dell’Arco di Crisi, cioè la destabilizzazione di tutti i paesi che vanno dal vicino all’estremo oriente tramite conflitti etnico-religiosi o dispute territoriali. Allora la scusa con cui ci si riprometteva di perseguire questa strategia era quella di "lavorare ai fianchi" l’impero sovietico. Oggi la razionalizzazione in voga è la teoria sui "conflitti di razze e di religioni" di Samuel Huntington.

L’EIR ha prodotto diversi studi sulle teorie di Brzezinski mettendo anche in luce i suoi interessi personali nelle compagnie petrolifere che contano di appropriarsi degli enormi giacimenti dell’Asia Centrale.

Lyndon LaRouche ha in diverse occasioni denunciato la follia geopolitica in quanto comporta il rischio sempre più concreto di un nuovo conflitto mondiale ribadendo questo suo monito in una dichiarazione sulla crisi di Timor Est .

Sul piano politico e diplomatico, a tessere le trame di Brzezinski c’è la sua discepola Madeline Albright, il segretario di Stato USA che notoriamente segue un’impostazione tutt’altro che "in sintonia" con i propositi politici di un Presidente Clinton ormai debilitato da scandali e "veleni".

A Washington è risaputo che la Albright sia convinta che gli avvenimenti che scuotono i Balcani, l’Indonesia, la Russia, ecc. costituiscano una opportunità unica per la realizzazione di una globale "comunità di democrazie", un’espressione in cui riassume il suo programma politico. In realtà è solo un eufemismo dietro cui si cela il programma di interventi illimitati da parte dell’alleanza tra USA, Inghilterra e altri paesi del Commonwealth negli affari di qualsiasi stato nazionale.

Questa formula, secondo alcuni osservatori qualificati, rappresenta una tarda riedizione del programma "Progetto Democrazia" della politica estera e di sicurezza dell’epoca Reagan-Bush. Si trattava di un programma in cui la "democratizzazione a tutti i costi" serviva in realtà a giustificare i traffici di armi in cambio di droga dell’Iran/Contras, gestiti direttamente da Bush (senior). In quel progetto la Albright ricoprì un ruolo notevole con un incarico ufficiale. Per questo rinnovato Progetto Democrazia, sotto il nome di "comunità di democrazie", la Albright starebbe attualmente mobilitando tutta una serie di organizzazioni non governative, le NGO.

Chi si sforza di individuare i fili tra burattini e burattinai dovrebbe leggere il libro di Jim Huntley "Pax Americana", pubblicato nel 1998, in cui si auspica la costituzione di una "unione di democrazie" sotto una preminenza americana, ovviamente solo nominale. Si dice infatti che il libro avrebbe affascinato la Albright al punto da farne la sua bandiera e il suo programma. L’autore è un professore ultrasettantenne che ha insegnato per tanti anni all’Atlantic College del Galles, università nota per l’influenza che vi ha per lungo tempo esercitato lord Louis Mountbatten, esponente di spicco della famiglia reale inglese.

Il libro è dedicato a Clarence Streit, uno dei pochissimi americani ammessi nel "The Milner Group", centro ristretto di coordinamento dell’intera Tavola Rotonda londinese. Streit gestiva l’organizzazione delle borse di studio Rhodes grazie alle quali gli americani più "idonei" venivano fatti studiare a Oxford, secondo i precetti stabiliti dal massimo fautore dell’imperialismo inglese Cecil Rhodes.