ECONOMIA

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

ECONOMIA

 

  

La Nuova Bretton Woods in breve

Helga Zepp-LaRouche rilancia l'appello per una commissione ad hoc per la Nuova Bretton Woods (maggio 2006)

L’America Latina propone la Nuova Bretton Woods all’Assemblea Generale dell’ONU

Adesioni da tutto il mondo al Comitato ad hoc per la Nuova Bretton Woods (maggio 2005)

La Camera dei Deputati approva la mozione per la nuova Bretton Woods (6 aprile 2005)

Dibatto alla Camera sulla nuova Bretton Woods (marzo-aprile 2005)

Mozioni parlamentari all’inizio del 2004

Mozione Peterlini al Senato per la Nuova Bretton Woods 

Unanimità del parlamento italiano per la Nuova Bretton Woods

Il testo della risoluzione

Prime reazioni internazionali

Nuovo appello per un Comitato ad hoc per la Nuova Bretton Woods

I grandi passi della Nuova Bretton Woods

Eneas Carneiro al parlamento brasiliano stravince con il programma di LaRouche

LaRouche negli Emirati Arabi e a São Paulo

Senatori italiani : risolvere la crisi argentina con la Nuova Bretton Woods

Crollano i mercati finanziari torniamo a BrettonWoods!

Commercio senza valuta ma con un paniere di merci

Comitato ad Hoc per una nuovaBretton Woods

A Chiang Mai il primo polo della sopravvivenza



[Solidarietà, anno X n. 3, novembre 2002]


Commissione ad Hoc
per la Nuova Bretton Woods

Il 21 settembre 2002 Helga Zepp-LaRouche, presidente dello Schiller Institut, l’economista Nino Galloni, l’economista russa Tatyana Koryagina e i parlamentari armeni Hrant Khachatrian e Haik Babookian hanno rilasciato la seguente dichiarazione:

Sei anni fa fu diffuso un appello che proponeva la costituzione di un Comitato Ad Hoc per una Nuova Bretton Woods. All’iniziativa aderirono 500 parlamentari di quaranta paesi, centinaia di leader dei diritti civili, sindacalisti, industriali ed esponenti di varie organizzazioni. Tra i firmatari figurano Jose Lopez Portillo, ex Presidente del Messico, e Joao Baptista Figueredo, ex Presidente del Brasile. Nel frattempo però i governi degli stati del G-7 non hanno mostrato l’intenzione di affrontare seriamente una situazione economica e finanziaria che da allora ha continuato ad aggravarsi in maniera drammatica. Il sistema finanziario e monetario mondiale è entrato nella fase finale della sua crisi sistemica. L’Argentina sprofonda nel caos, seguita dal resto dell’America Latina. Il Giappone affonda sempre più in una depressione; la Banca del Giappone acquista in borsa le azioni delle banche in difficoltà per ritardare il loro fallimento ed evitare conseguenze sistemiche. La bolla della New Economy è scoppiata, il modello economico americano è scosso alle fondamenta da una crisi di fiducia, le grandi banche rischiano di fallire, i debiti in tutto il mondo sono diventati impagabili, le amministrazioni comunali sono insolventi e altre bolle stanno per scoppiare. Se a questa situazione si aggiunge anche una guerra in Iraq, con conseguenze incalcolabili per la situazione strategica e per l’economia mondiale, l’umanità rischia una vera e propria catastrofe, rischia di sprofondare in una nuova epoca buia. Per questo motivo è urgentemente necessario cambiare l’ordine del giorno della politica mondiale. I sottoscritti chiedono la convocazione immediata di una conferenza di emergenza che si collochi nella tradizione di quella indetta a Bretton Woods da Franklin Delano Roosevelt nel 1944. Lo scopo della conferenza dev’essere la creazione di un sistema monetario e finanziario nuovo, come proposto dal candidato presidenziale Lyndon LaRouche, nel quale i meccanismi che hanno condotto alla distruzione delle capacità produttive industriali e alla creazione delle bolle speculative siano sostituiti da meccanismi che consentano la crescita dell’economia mondiale e della piena occupazione produttiva. Gran parte del debito mondiale dovrà essere cancellato in quanto né le nazioni del cosiddetto Terzo Mondo, né gli USA né le amministrazioni locali possono pagarlo. La speculazione in derivati dev’essere cancellata in blocco. C’è bisogno di cambi fissi che rendano possibile effettuare investimenti a lungo termine, e di un sistema bancario nazionale in ogni paese, sul modello della Kreditanstalt für Wiederaufbau, che sia preposto alla emissione del credito per la ricostruzione economica.
Al posto di una politica di guerre interminabili senza un qualsiasi piano di pace, occorre una prospettiva economica capace di garantire la pace mondiale. La realizzazione di un Ponte di Sviluppo Eurasiatico come elemento centrale di un piano di ricostruzione mondiale non significa soltanto il superamento della disoccupazione e della crisi, ma rappresenta il comune interesse di tutte le nazioni che vi prendono parte. Pertanto il Ponte di Sviluppo Eurasiatico, come concetto concreto per un nuovo e giusto ordine economico mondiale rappresenta anche la giusta prospettiva per la pace. Il permanere delle tendenze attuali verso il crollo finanziario e verso la guerra garantiscono una catastrofe completa. Per questo motivo occorre cambiare l’ordine del giorno della politica mondiale, prima che sia troppo tardi!

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