L'America Latina propone la Nuova Bretton Woods all'assemblea generale dell'ONU
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"Signor presidente, abbiamo bisogno di una nuova Bretton Woods" dice Lilian, attivista del movimento di LaRouche in Argentina al presidente Nestor Kirchner, il 6 agosto a Neuquen. Kirchener risponde: "A settembre vado alle Nazioni Unite e sicuramente impazziranno di nuovo". |
Washington, 14 settembre Parlando a nome del
Gruppo di Rio dei paesi latinoamericani, il ministro degli Esteri dell'Argentina
Rafael Bielsa ha proposto una nuova conferenza di
Bretton Woods dei capi di stato nel suo discorso del 14 settembre alla seduta speciale dell'Assemblea Generale dell'ONU su "Finanziare lo sviluppo". I paesi del Gruppo di Rio "sollevano la necessità di riformare l'architettura finanziaria internazionale che è anacronistica ed inefficiente", ha detto Bielsa, secondo il quale il sistema internazionale "frappone ostacoli concreti sulla strada della costruzione di un necessario ambiente economico favorevole" allo sviluppo, alla creazione di posti di lavoro e a porre fine al problema della fame nel mondo. Bielsa ha dichiarato:
"Certamente questa non è soltanto l'opinione del Gruppo di Rio. Ci sono molti esperti, gruppi specializzati e leader in ogni parte del mondo che sono impegnati a promuovere un nuovo appello affinché si tenga una conferenza internazionale dei Capi di Stato, simile a quella di Bretton Woods nel 1944, per ricostruire un'architettura monetaria e finanziaria globale più giusta, che elimini le bolle finanziarie e si dedichi a sostenere l'economia reale".
Coloro che hanno seguito le attività del nostro movimento noteranno la formulazione quasi identica a quella contenuta nella mozione sponsorizzata dal movimento di LaRouche e approvata dalla Camera dei Deputati lo scorso aprile.
La "realtà della globalizzazione" è tale da rendere impossibile lo sviluppo delle nazioni, ha detto Bielsa. Non c'è nessuna possibiltà di riuscire a fare questo con la "convinzione e l'iniziativa" personali, perché il FMI "ha irresponsabilmente proposto ed ha fatto pressione sui paesi meno sviluppati affinché adottassero politiche che, lungi dal migliorare la loro condizione economica e sociale, li ha gettati in una miseria più grande di quella in cui si trovavano inizialmente. Tutto ciò in nome della crescita economica e del libero scambio".
Per noi, ha aggiunto Bielsa, "l'economia dev'essere al servizio del bene comune e il bene migliore dei cittadini è rappresentato dalla dignità che deriva dal lavoro ... Lo sviluppo umano e materiale è possibile soltanto quando ci sono posti di lavoro decenti. Finanziare lo sviluppo deve essere la priorità della comunità mondiale".
Il ministro argentino ha anche menzionato "il peso del debito estero" e la necessità di creare la possibilità di fare "investimenti produttivi nelle infrastrutture" che, ha aggiunto, tradizionalmente sono un settore di creazione di posti di lavoro.
Il
Gruppo di Rio, costituito nel 1986 come forum informale di coordinazione politica tra le nazioni dell'America Latina, attualmente è presieduto da Argentina, Brasile e Guyana e vi fanno parte 19 paesi: Argentina, Bolivia, Brasile Colombia, Chile, Costa Rica, Repubblica Dominicana, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Honduras, Messico, Nicaragua, Panama, Paraguay, Perù, Uruguay, Venezuela, e un rappresentante della comunità caraibica CARICOM.
L'appello di Bielsa, che ricalca le proposte di Lyndon LaRouche e del suo movimento internazionale, è stato generalmente censurato dalla stampa internazionale.