Mozione al Senato: nuova Bretton Woods via d'uscita alle crisi come quella argentina
Il 26 febbraio alcuni senatori italiani hanno presentato una mozione in cui propongono un nuovo Sistema di Bretton Woods come unica soluzione alla successione di crisi finanziarie come quella Argentina. La mozione è stata presentata anche alla Camera. Sotto sono riportate le liste, aggiornate fino a maggio, dei firmatari che hanno aderito all'iniziativa.
premesso:
che il crescendo delle crisi finanziarie e bancarie a partire da quelle del 1997 in Asia, Russia, America Latina, fino al più recente crollo della new economy in USA, alla gigantesca crisi bancaria giapponese in corso e alla bancarotta dellArgentina
non può che impensierire le popolazioni, le classi dirigenti, le imprese, gli investitori e i risparmiatori in quanto non è una serie di casi isolati ma la manifestazione di una crisi dellintero sistema finanziario caratterizzato dalla speculazione sfuggita a ogni controllo;
che lintera bolla finanziaria mondiale ha raggiunto la vetta dei 400.000 miliardi di dollari (di cui 140.000 solamente negli USA) in rapporto ad un PIL mondiale di circa 40.000 miliardi di dollari e che questo divario è andato accentuandosi soprattutto negli ultimi anni;
che la crisi finanziaria rischia di provocare una grandissima crisi per il risparmio e in special modo per i fondi pensione;
che la politica monetaristica del FMI nei confronti dei cosiddetti paesi in via di sviluppo quali lArgentina è stata negli anni passati direttamente responsabile dellaggravamento della loro situazione fino alla bancarotta, imponendo il pagamento di alti tassi di interesse e tagli del bilancio e degli investimenti produttivi che hanno gravemente intaccato il prodotto interno reale delle nazioni;
che la politica di privatizzazioni richieste dal FMI è risultata non adatta per tutte le situazioni, come dimostrano anche i ripensamenti in corso sulle privatizzazioni (per esempio quelli delle ferrovie) persino in Inghilterra, la nazione che per prima ha esaltato questo orientamento;
che il continuo pagamento degli interessi sul debito imposto dal FMI ha strangolato leconomia argentina. (Nel 1998 il pagamento degli interessi era l11% del bilancio nazionale, nel 2000 il 15% e nel 2001 il 18%. Questo salasso di ricchezza e di investimenti è andato sempre più ad incidere negativamente sulle entrate fiscali: nel 2001 le entrate fiscali sono crollate del 33% rispetto allanno precedente.);
che lintera America Latina negli anni passati ha già pagato più volte lintero ammontare del suo debito estero: nel 1980 era di 259 miliardi di dollari, nel 1999 dopo aver pagato cumulativamente 628 miliardi di dollari in interesse rimanevano 793 miliardi di debito da pagare (dati della Banca Mondiale);
che quindi la crisi argentina non è specifica a questa nazione bensì riguarda lintero continente latinoamericano, dove il Messico e il Brasile (dove la svalutazione della moneta non ha risolto il problema del debito, al contrario, e ha creato momenti di tensione con gli altri paesi del continente), per esempio, sono stati condotti dal FMI sullorlo di un crac come quello dellArgentina e di altre nazioni quali la Turchia e la Polonia, in quella che è una manifestazione molto forte della crisi dellintero sistema che si evidenzia in maniera sempre più quantificabile e tangibile anche negli USA, in Giappone e in Europa; per cui una duratura soluzione per lArgentina può avere luogo solo nel contesto di un totale riorientamento produttivo e di una riorganizzazione del sistema economico e finanziario internazionale;
che il crac in Argentina non può essere imputato semplicemente alla corruzione nazionale ma al sistema politico del FMI che, invece di sostenere una partecipazione vera nello sviluppo della nazione, ha introdotto meccanismi monetaristici che hanno favorito varie forme di corruzione. Ad esempio, parlamentari del partito argentino ARI il 31 dicembre 2001 hanno presentato una dettagliata documentazione sulla struttura bancaria parallela che ha organizzato illegalmente tra ottobre e dicembre 2001 una fuga di capitali e operazioni di riciclaggio per parecchi miliardi di dollari, che non sarebbero potuti avvenire senza che il FMI ne fosse a conoscenza. Il giudice di Bueno Aires Maria Servini de Cubria ha aperto unindagine sul caso;
che la Chiesa Cattolica argentina ha preso una posizione molto chiara sulla crisi. Larcivescovo di Rosario Mons. Eduardo Miràsha detto il 17 novembre 2001: Un popolo non può morire per pagare il debito. Mons. Hector Aguer di La Plata il 20 dicembre 2001 ha diffuso una lettera aperta sul debito estero dove denuncia tra laltro la politica (imposta dal FMI) di deficit zero che ha drasticamente ridotto il benessere generale allo scopo di pagare gli interessi sul debito agli usurai; infatti il popolo muore per debiti contratti da altri e per fini chiaramente non di interesse nazionale;
che varie forze politiche, economiche, sociali e religiose dellArgentina hanno posto al centro della discussione la proposta per un programma di ricostruzione e di sovranità nazionale che prevede i seguenti punti:
1) lo sganciamento del peso dal dollaro senza svalutazione o altre forme di dollarizzazione, di fatto una nuova moneta senza obblighi con lattuale sistema;
2) misure di controllo sui movimenti di cambi e di capitale come quelle che negli anni cinquanta si rivelarono capaci di proteggere le monete;
3) la creazione di una banca nazionale per emettere nuovi crediti a basso tasso di interesse e a lungo termine per espandere gli investimenti produttivi nellindustria e nellagricoltura, in particolare nella media industria;
4) il congelamento di tutti i debiti con lestero e lapertura di unindagine sulla legittimità del debito ancora dovuto;
5) la creazione di un coordinamento di difesa con altri paesi del continente mirante anche a creare un mercato comune latino americano;
6) la reintroduzione del principio inviolabile della sovranità nazionale contro ogni forma di interferenza da parte di strutture sovranazionali della globalizzazione;
impegna il Governo
1) per quanto riguarda direttamente lArgentina
a sostenere in ogni modo questo processo di riacquisizione della sovranità nazionale nella formulazione di una politica economica, come sopra riportata, nellinteresse del popolo argentino;
a sostenere in particolar modo la richiesta di moratoria sul debito estero;
a sostenere, anche con la partecipazione diretta, i progetti di rilancio degli investimenti nelleconomia produttiva;
a portare questa mobilitazione anche nelle istituzioni dellEuropa così da trasformare questo sostegno italiano in sostegno europeo e rilanciare in modo concreto limpegno già assunto dallEuropa per lamerica latina con lappoggio al progetto del Mercosur;
2) per quanto riguarda la crisi dellintero sistema finanziario e monetario internazionale
a portare avanti in tutte le istanze la richiesta di una totale revisione del ruolo e delle politiche del FMI;
a prendere in particolare liniziativa di proporre la convocazione di una nuova conferenza internazionale a livello di capi di Stato e di governo, come quella che si tenne a Bretton Woods nel 1944, allo scopo di fondare un nuovo sistema monetario internazionale e prendere quelle misure necessarie per eliminare i meccanismi che hanno condotto alla creazione della bolla speculativa e al crac finanziario sistemico e per mettere in moto programmi di ricostruzione delleconomia mondiale.