ECONOMIA

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

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Seminario di studi strategici, Berlino, 28 giugno 2005.
Da sin. il general maggiore indiano Assir Karim, l'economista e politico russo Sergei Glaziev, Lyndon LaRouche, il direttore europeo dell'EIR Michael Liebig

Come si determina
il valore di una moneta?

Il 28 e 29 giugno 2005 si è tenuto a Berlino un seminario di studi strategici in cui diverse personalità, da varie parti del mondo, sono convenute per discutere con Lyndon LaRouche le sue analisi e proposte. Un resoconto completo e i discorsi principali dell'incontro sono stati pubblicati dall'Executive Intelligence Review dell’8 luglio (n. 27).
Tra gli esponenti della folta delegazione italiana l'on. Mario Lettieri della Margherita, segretario della Commissione Finanze della Camera, ha espresso il suo apprezzamento per le riforme monetarie proposte da Lyndon LaRouche di cui lui stesso si è fatto promotore al parlamento con una mozione approvata dalla Camera dei Deputati lo scorso 6 aprile.
L’on. Lettieri ha in particolare sollevato il problema della delocalizzazione, che sta colpendo drammaticamente l'economia italiana. Invece di investire nel Mezzogiorno, le imprese italiane investono in Romania, Polonia, Slovacchia, Turchia, ecc. E quando in questi paesi il costo del lavoro comincerà a lievitare, gli investitori si rivolgeranno altrove, dove la manodopera costa di meno. L'inondazione dei prodotti a prezzi stracciati sta travolgendo interi settori industriali altamente produttivi ed efficienti. Non si tratta di una problematica locale. Attualmente il sistema finanziario e bancario si regge esclusivamente sulle attività puramente speculative. Lettieri ha concluso il suo intervento lanciando un "appello affinché i parlamenti ad ogni livello facciano uno sforzo serio. Siamo in una situazione drammatica. Se non facciamo qualcosa le generazioni future finiranno in una nuova epoca buia".

L'on. Mario Lettieri, a destra, insieme a Lyndon LaRouche durante i lavori del seminario di Berlino

Di seguito riportiamo una sintesi delle fasi conclusive delle discussioni che hanno animato l'incontro, specialmente dopo che il prof. Stanislav Menshikov ha chiesto in che modo è possibile per le nazioni determinare il valore delle rispettive monete e i rapporti di cambio:
LaRouche: Vorrei concentrarmi su di un punto cruciale, il più importante: come determinare i cambi in un nuovo accordo monetario necessario per far fronte all'emergenza.
In questo caso ci troviamo di fronte ad un problema di metodo. Il problema è quello della differenza tra il metodo aristotelico in astronomia, rappresentato dal metodo di Claudio Tolomeo e che consisteva in una truffa, e il metodo di Giovanni Keplero. Si tratta di una questione antichissima, e che fu poi sollevata anche da Leibniz. Nel metodo tolemaico prevale la mentalità del contabile. Ma in economia la prima cosa da fare è mettere da parte i contabili, che equivale a mettere da parte Claudio Tolomeo se si vuole capire qualcosa di astronomia.
Il valore della moneta non è la media del suo valore statistico che oggi si calcola sui cambi. Il valore di una moneta è piuttosto la sua 'potenza'. E in che modo si esprime questa potenza o capacità della moneta? Si esprime nel tasso di crescita di quell'economia. Facendo un investimento si investe in una moneta. Certo che ci troviamo di fronte ai tassi d'interesse, ma la vera questione è qual è il tasso d'interesse effettivamente guadagnato, o meritato? A che tasso effettivamente guadagna qualcosa quella moneta? E questo ciò che ne determina il valore relativo.
Se adesso si considerano le questioni economiche usando come presupposto le cifre che si ricavano dalle statistiche di una qualsiasi economia, si compie un errore più grave di quello di Claudio Tolomeo, il quale commise una frode deliberata. La sua infatti non fu soltanto arretratezza e ignoranza ma una vera e propria truffa. Lui, come tutti gli esponenti dell'impero romano quale lui era, mentiva.

La 'potenza' di una moneta dev'essere una decisione politica

In che modo determiniamo la 'potenza' di una moneta? Questo dev'essere una 'decisione politica' tra i principali governi del mondo. Non è questione di fare la media. Cercare di regolarsi in base alla media è la cosa più cretina che si possa cercare di fare.
Piuttosto, ci si regola cercando di stabilire qual è il tasso di crescita. Con questo sono convinto di poter rispondere anche a coloro che dicono che gli Stati Uniti versano in una situazione disastrosa ... Non è vero ...
E' infatti possibile determinare il valore del dollaro, cosa che dobbiamo senz'altro fare. E questo valore del dollaro si stima sulla base di ciò che ci possiamo fare ...
Occorre innanzi tutto considerare che il problema centrale adesso è quello della creazione del credito. Gli Stati Uniti, in particolare, non si sono dati quella capacità di emettere tutto il credito che è necessario per la realizzazione delle grandi infrastrutture. Se io fossi presidente, con il sostegno del Congresso promuoverei l'emissione autorizzata di credito nei termini consentiti dalla Costituzione e indirizzerei quel credito ai progetti di sviluppo delle infrastrutture economiche di base, ai tanti progetti pronti per essere realizzati -- per l'acqua, l'elettricità i trasporti, sanità e altro -- in tal modo si aumenterebbe automaticamente il tasso netto di produzione dell'economia USA, a partire da quest'anno, al di sopra del minimo necessario. Giacché siamo rimasti al di sotto del minimo necessario da quando Bush è presidente, e anche da prima. Dal 1999-2000, gli Stati Uniti operano in pratica in uno stato fallimentare. E non sono falliti perché sono una nazione, e una nazione ha la facoltà di decidere di ribaltare il fallimento, di sottrarsi alla propria bancarotta. Può farlo in virtù di una semplice decisione.
Ora, se si prende una tale decisione, se aumenta il credito emesso a basso tasso d'interesse e in un contesto di cambi fissi, diretto a questi progetti necessari, si inverte la tendenza alla bancarotta e, come avvenne sotto Roosevelt, in particolare negli anni Quaranta, improvvisamente quella americana diventa la più potente economia mondiale.
Consideriamo allora sotto questa luce che cos'è il valore del dollaro, che adesso batte la fiacca. Il suo valore è determinato dall'effetto che queste decisioni comportano, queste decisioni realizzabili che debbono essere prese dai governi.
Di conseguenza, in una conferenza monetaria non si ricercherà mai il consiglio dei contabili. Bisogna tenerli fuori dalla porta perché non farebbero che affossare con le loro sciocchezze una discussione che deve invece vertere sui punti essenziali, e ci costringerebbero a discutere all'infinito dei loro diversivi. Occorre invece che a discutere siano coloro che capiscono l'economia, che si rendono conto che occorre un accordo sovrano, chiaro e tondo su questo: l'economia deve crescere. Per cui le questioni serie da discutere sono: che direzione prendere? Che tassi di crescita si possono prospettare? Quali impegni di sviluppo tecnologico sono stati presi? E quali prospettive di sviluppo infrastrutturale ci sono?
Si prenda il caso dell'Italia, con i tanti progetti da realizzare, soprattutto nel Mezzogiorno. Questi sono dei progetti che metterebbero in moto tante altre cose. Se in Italia si genera il credito necessario per realizzarli questo significa che la moneta aumenta di valore.
In Germania l'opera è ancora più facile perché c'è ancora la Kreditanstalt für Wiederaufbau, che potrebbe rapidamente ridare ossigeno al mittelstand, la piccola e media industria. Questo consentirebbe di impegnarsi seriamente nei progetti a lungo termine che Germania, Russia, Cina e India stanno già sviluppando. Attualmente però, rispetto a ciò che occorre davvero, le dimensioni di tali progetti fanno sorridere: basta mettere le cifre di questi progetti in rapporto al numero degli abitanti di questi paesi per capirlo.
Occorre dunque stabilire, con questi paesi, qual è la crescita fisica che essi si ripropongono di seguire e poi occorre capire se si tratta di una cosa fattibile, se ci sono le condizioni e altri requisiti necessari.
Una volta che questo è chiarito si possono prendere questi propositi concreti come un valore relativo. Si può anche pensare di istituire un sistema monetario a doppio binario: in alcuni casi occorre un sistema monetario per gli investimenti a lungo termine, quello su cui definire i cambi ufficiali in un mercato internazionale regolamentato.
Si prenda poi il caso del rublo, che adesso purtroppo versa in condizioni miserevoli. La Russia, invece, è una nazione che ha un suo valore di tutto rispetto e che, una volta varati certi programmi, potrebbe funzionare egregiamente, e per questo occorrono investimenti a lungo termine. Occorre così creare un'area protetta della moneta ufficiale russa. Si stabilisce un accordo per difendere quella moneta che è voluto perché vengano fatti molti investimenti sulle infrastrutture economiche di base. Per questo occorrono istituzioni come il Museo Vernadsky, popolato di gente anziana ma che rappresenta un importante concentrato della capacità scientifica del paese.
Questo è anche essenziale per lo sviluppo dei rapporti tra Russia, Cina e India, che debbono basarsi sullo sviluppo infrastrutturale e delle risorse. Questo è fondamentale per l'intera Eurasia. Così, quando si crea una moneta su cui c'è l'accordo per investimenti a lungo termine, e questo accordo prevede che tale moneta sia protetta, questo mette in moto uno sforzo per portare le altre monete in sintonia con questa moneta che si vuole garantire sul lungo periodo. La moneta che è più garantita sul lungo periodo, a motivo dei grandi investimenti, diventerebbe per scelta l'unità di conto nei rapporti tra gli stati. Allora si cercherà di agire sulla qualità della moneta dello stato, la moneta corrente dell'economia interna, affinché sia correlata al valore concordato a lungo termine della moneta di conto ufficiale.

L'infrastruttura è fondamentale

Le monete debbono essere definite in rapporto ad una tendenza verso la 'uguaglianza di capacità di riproduzione'. Si tratta di un concetto essenzialmente 'dinamico', che è proprio del pensiero di Leibniz o di Vernadsky, e in altre parole esclude i sistemi contabili del metodo cartesiano. ...
In effetti questi ultimi sistemi sono sterili, come gli eunuchi, un sistema contabile, insomma, non è in grado di rendere conto della capacità 'riproduttiva' di un'economia, mentre per noi questo è ciò che conta.
La 'potenza' di una specie è la sua capacità di riprodursi. La 'potenza' di un'economia, di una moneta, è la sua capacità riproduttiva, la rapidità con cui è capace di migliorare.

Menshikov: Mi consenta per cortesia di interromperla un attimo. Ieri stavo ascoltando gli interventi degli ospiti cinesi. Dicevano proprio ciò che lei sta adesso dicendo, dicevano cioè: "Va bene, gli USA vogliono che noi modifichiamo il nostro cambio rispetto al dollaro. Ma questo cambio è ciò che ci ha permesso di sviluppare il nostro paese sul lungo periodo, alimentando la crescita, ecc." Lei ricorderà: "Questo è il cambio monetario che ci ha consentito di mantenere la crescita economica e la stabilità politica". Essi stanno già approssimando un'idea del genere, ma mi pare di capire che la sua concezione è alquanto più complessa.

LaRouche: No, non è vero che la stanno approssimando. Forse questa è la loro intenzione, ma nella realtà non è così.

Menshikov: Capisco, ma che il cambio sia quello giusto è un'altra questione, visto che per loro la questione più immediata è quella di essere più competitivi. Cercare cioè di vendere i loro prodotti sul mercato, no?

LaRouche: Questa è in ogni caso una cosa da cambiare

Menshikov: Anche volendolo, se diciamo loro 'guardate che adesso voi vendete a prezzi troppo bassi, cinque o sei volte in meno di ciò che dovreste' e immaginiamo che vogliano darci retta, se si mettono a vendere al prezzo che qui ora a noi pare quello giusto essi finirebbero per non avere più alcun surplus nella loro economia.

LaRouche:
Non è vero, non è vero

Menshikov: Ovviamente stando alle regole vigenti adesso

LaRouche: Allora è diverso

Menshikov: Certo che non è vero, ma allora le cose sarebbero del tutto diverse. Quindi occorre un approccio completamente diverso, un contesto come quello che lei propone. E' una cosa difficile perché la definizione dei cambi in rapporto agli aspetti dinamici e a lungo termine da lei indicati non è uno scherzo. Ma ritengo comunque che sia possibile definirli. Mi pare però che i cinesi stiano pensando in questa direzione.

LaRouche: Certo, non mi pare che il problema cinese sia poi una cosa complessa a questo riguardo.

Menshikov: Perché ha un governo che può fare quello che vuole

LaRouche: No, non per questo, ma perché la Cina manifesta un impegno a riguardo della propria popolazione

Menshikov:
Questo è vero

LaRouche: In India ad esempio c'è il problema delle caste, che costituiscono un ostacolo: certi circoli al potere rifiutano di assumersi le responsabilità anche per i più poveri. In Cina gli ambienti di potere si preoccupano del futuro del paese guardando ad un arco di almeno due generazioni, considerando tutta la sua popolazione complessivamente. Questo è il problema che la Cina ora si trova ad affrontare. Ne abbiamo parlato nella seduta di ieri: la Cina non vuole essere solo un veicolo da sfruttare, che prende dall'estero dei prodotti da trasformare e riesportare. Vuole essere una nazione indipendente, capace di controllare indipendentemente la propria economia nazionale.
Il problema però adesso è che sono costretti a vendere al di sotto del valore di mercato, il 'vero' valore di mercato. Il risultato di ciò è che i miliardari cinesi riescono a sottrarre all'economia delle risorse che dovrebbero invece andare allo sviluppo interno. Nei rapporti internazionali però il risultato è che non si crea quell'afflusso di capitale in Cina che occorre per la rapida formazione di capitale necessaria per raggiungere gli obiettivi che implicitamente il governo cinese si è dato per i prossimi 25 anni, per i prossimi 50 anni, per le prossime due generazioni.
Per questo motivo, nel definire i rapporti di 'potere' occorre considerare l'arco di almeno due generazioni a venire, in ogni paese. Così se il tasso di sviluppo di questi paesi può essere ritenuto sufficiente, questo consente di arrivare ad un accordo internazionale di cooperazione tra questi paesi, prendendo come primo criterio quello del tasso di crescita di un dato paese, cosa che poi consente di stabilire il valore della sua moneta, qualcosa che occorre definire tenendo presente l'arco di due generazioni.
Come mai? Perché si tratta di una crescita che si alimenterà con il debito. Occorre aumentare l'indebitamento mondiale. Ma occorre aumentarlo in maniera calcolata, e cioè partiremo dall'idea che per un periodo che vada dai 25 ai 50 anni, a seconda degli aspetti economici considerati, si creerà un volume di debito che potrà essere ripagato in quell'arco di tempo. Occorre quindi sapere in che condizioni saremo quando arrivano le scadenze di questo debito.
Non vorremo certo essere nella situazione in cui l'Unione Sovietica versava nel 1957, epoca in cui io feci le mie prime previsioni econometriche. Non vorremo essere in una situazione in cui il credito da ripagare si estende oltre la durata fisica dei beni per produrre i quali quel credito è stato emesso. A tali condizioni il credito può essere continuamente emesso, per alimentare la crescita dell'economia, fintanto che la crescita netta dell'economia supera la crescita netta del debito.
Ecco dunque, invece di adottare un'ottica da contabili, consideriamo la questione da un punto di vista funzionale. Se si ritiene possibile sviluppare un'economia, fino ad un certo livello, in un arco venticinquennale o cinquantennale, è allora possibile emettere quel debito che è necessario per questa crescita. Ma se un certo tasso di crescita non si può ritenere possibile, allora non si deve emettere il credito che occorrerebbe, perché sarebbe la rovina.

Cicli di sviluppo a lungo termine

Pertanto la 'potenza' di un'economia, la potenza relativa della sua moneta è un tasso di crescita potenziale in quell'arco di tempo che si sta prendendo in considerazione. Ci sono cose come le centrali nucleari, ad esempio, per le quali si deve considerare un investimento esteso per un arco di 25 anni, anche se la centrale poi potrebbe funzionare bene fino a 35 anni. Ci sono i grandi sistemi di regolazione idraulica per i quali l'arco di vita si estende a cinquant'anni, se progettati e mantenuti adeguatamente. Soprattutto nelle infrastrutture, ma anche in altri investimenti capitali si parla sempre di cicli lunghi. In agricoltura ci sono cicli triennali per molti tipi di prodotti, mentre per la messa a cultura di nuova terra occorrono forse dai cinque ai dieci anni.
Questi cicli lunghi, che coprono da mezza ad una generazione, o talvolta anche due, sono gli aspetti di fondo dell'economia fisica. E se si riesce a determinare qual è la potenza di sviluppo economico fisico, sarà allora possibile stabilire i rapporti di cambio tra le monete in rapporto al tasso di crescita che si può prevedere, quando sarà adottata una politica che garantirà che questo accada!
Per questo motivo non si può lasciare che a definire i rapporti di cambio tra le monete siano dei contabili, che sbagliano, come accade oggi.
La domanda da porsi a questo proposito verte piuttosto su qual è l'indirizzo economico delle nazioni, sulla loro politica economica. Allora, i rappresentanti delle nazioni nelle sedi degli accordi internazionali si troveranno a riferire ai rispettivi paesi: "La proposta emersa è questa. Se accettiamo questa politica la nostra moneta avrà questo potere e gli altri paesi lo rispetteranno, e sottoscriveranno l'accordo". Cioè si arriva ad un accordo, come risultato, che non è frutto dei calcoli a tavolino dei ragionieri ma che scaturisce dalle decisioni di politica economica in materia di investimenti venticinquennali e cinquantennali.
E per questo occorre che si arrivi a degli accordi per raccogliere un consenso. In questo si colloca la disponibilità a sostenere lo sviluppo reciproco da parte dei paesi che rientrano in tali accordi. Quindi, invece di avere accordi sulla base conflittuale, secondo le dottrine di Hobbes, occorre avere un accordo fondato sul desidero dei paesi partecipanti a sostenersi mutualmente. E' lo stesso principio del trattato di Westfalia ed è qualcosa che si può applicare di nuovo.

A conclusione del seminario LaRouche ha aggiunto:

La cosa più importante da tener presente è che viviamo in un mondo in cui c'è un concetto del denaro, condiviso anche dai governi e dalle grandi istituzioni, che, sulla scorta delle mie conoscenze, posso definire folle, e per capirlo basta guardare ai risultati di come questo concetto è applicato.
Il valore del denaro non dev'essere determinato sulla base di criteri contabili ma secondo un principio scientifico. Il principio scientifico in questione è questo: qual è la capacità fisicamente sostenibile della volontà dei governi e della loro abilità di adoperarsi nella creazione del credito, sul lungo periodo, per lo sviluppo delle rispettive economie e della rispettiva produttività? Per questo tra le nazioni occorre identificare questo processo, usarlo e definire i valori in termini di credito, e di cambio, sulla base di queste determinazioni che debbono essere fisiche e scientifiche. Infatti la questione cruciale è qual è la vita fisica di un investimento? In che modo dev'essere mantenuto? Definendone la qualità e la durata. Queste sono le basi su cui si misura il credito da emettere: sulla chiarezza a riguardo della determinazione e competenza del governo 'a creare il valore', ad avere a disposizione la ricchezza sufficiente per ripagare puntualmente il debito creato per produrre.
Questa è una questione fisica e non contabile.