ECONOMIA

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

ECONOMIA

 

 

 

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Alessandro Rossi: in difesa del protezionismo (in ricordo di Giovanni Cilli)

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Ancora un'altra truffa sulla ripresa USA

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Economia USA:
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No, non è una recessione, è il sistema che crolla

L'eredità di Vladimir Vernadsky

L’oro come antidoto alla febbre del dollaro

Iperinflazione:
crollano le dighe

Bundesbank: new economy
truffa statistica

L'euro travolto dal crac finanziario globale

Il falso mito del boom economico USA

Il test del Quoziente Intellettuale in economia

La distruzione delle ferrovie inglesi paradigma della "terza via" globalista

Il liberismo travolge i settori industriali trainanti

E' diretta da Londra l’operazione Apocalisse

LTCM: quando sono più furbi a sbattere il naso

Le tre curve che segnano il destino della bolla speculativa

Perché occorre abolire il Fondo Monetario



 [Solidarietà, anno VIII n. 2, giugno 2000]

Il test del quoziente intellettuale per l’economia

di Lyndon LaRouche

aprile 1999

Si consideri come i risparmi dei "ceti medi" tedeschi furono cancellati dall’iperinflazione di Weimar del 1923, e come la bolla iperinflazionistica controllata dal Governatore della Federal Reserve Alan Greenspan, che è persino più folle di quella, oggi minaccia di cancellare di colpo ciò che la gente è convinta di possedere.

Ci si chieda: vista l’esperienza mondiale che fu prodotta dall’iperinflazione di Weimar del 1923, come mai oggi c’è tanta gente in posizione influente che crede alla superstizione secondo cui lo stato di salute di un’economia si possa misurare con i prezzi delle azioni e delle obbligazioni? Perché la gente diventa improvvisamente stupida o ripete con troppa convinzione sciocchezze colossali quando si tocca l’argomento economico? Un comportamento così strano è dovuto ad una serie di diversi fattori.

Di seguito prendiamo in esame alcuni fattori tipici per poi affrontare l’argomento principale: com’è effettivamente possibile determinare se l’economia stia effettivamente crescendo o meno? Perché il mio metro per misurare lo stato di salute dell’economia, la cosiddetta "funzione delle tre curve", è l’unico che consente di determinare se l’andamento di Wall Street dev’essere ritenuto positivo o negativo?

1.0 L’idea delle "tre curve"

La semplice esistenza dell’inflazione dovrebbe già di per sé rivelare che il prezzo totale dei beni in un mercato finanziario può crescere, persino rapidamente, in una situazione in cui la produzione fisica netta della stessa economia diminuisce.

Pertanto, tutti gli adulti mentalmente sani dovrebbero ritenere una sciocchezza l’idea secondo cui gli indici dei mercati finanziari, come quelli di Wall Street, possano dare una misura dell’andamento dell’economia reale associata a quei mercati.

Inoltre intendo spiegare che occorre una certa cautela verso termini come "reddito nazionale" e altre nozioni semplicistiche di circolazione monetaria, quando vengono adottati come misurazione della "crescita economica".

Allo stesso modo, l’uso di "futures finanziari", come i cosiddetti "derivati", come metodo di "copertura dai rischi finanziari", rappresenta una forma di gioco d’azzardo che non può essere in alcun modo promosso al rango di "investimenti".

Dall’epoca dell’Amministrazione Carter, sotto il controllo della Commissione Trilaterale, che per prima produsse un deficit di bilancio, che è poi diventato cronico, a seguito dei cambiamenti strutturali che introdusse nell’economia USA, la composizione funzionale del cosiddetto reddito nazionale USA ha subito una trasformazione divenuta sempre più accentuata. 1

L’effettiva produzione di beni e di servizi relativi alla produzione è diventata una parte sempre più piccola del reddito nazionale nominale (e del cosiddetto Prodotto Interno Lordo) e al tempo stesso è aumentata rapidamente la ricchezza finanziaria fittizia puramente parassitaria.

Oggi la ricchezza fittizia è soprattutto costituita dal reddito nominale derivante dal traffico delle "obbligazioni spazzatura" e dei cosiddetti "derivati finanziari". Non è l’economia USA che cresce quindi, ma a crescere è solo il cancro che succhia la vita dal paziente.

Nella situazione che si è affermata sempre di più negli USA a seguito degli effetti shock derivanti dalle misure monetarie trilateraliste imposte tra il 1979 ed il 1982 dall’allora governatore della Federal Reserve Paul Volcker, i criteri precedentemente impiegati nel calcolo del PIL non offrono più nemmeno quella relativa utilità che poterono offrire fino a verso la fine del 1983.

Molte di quelle che oggi vengono computate nel reddito nazionale sono categorie di ricchezza puramente nominale che prima del 1971 praticamente non esistevano, che giustamente erano considerate attività illecite, prima che le leggi in materia subissero delle revisioni radicali, a partire dalla legge Kemp-Roth.

In breve, gran parte di queste categorie di reddito nominale è puramente fittizia: non è qualcosa con cui sfameresti i tuoi figli, né è qualcosa che il comune senso del pudore consiglia di vestire in pubblico.

Si pone la domanda: poiché gli indici dei mercati finanziari e il "Prodotto Nazionale Lordo" non rispecchiano neanche lontanamente l’andamento d’una economia nazionale, qual è la misura che occorre adottare?

Un’economia moderna, sia quella degli USA sia di quelli che erano chiamati "stati con una costituzione socialista", come l’ex Unione Sovietica, si può descrivere come un’ interazione tra tre grandezze variabili. Queste tre grandezze, che di seguito chiamiamo aggregati, sono:

a) Il totale della circolazione monetaria, per la quale la stima più adatta è quella del valore "M3" [circolante più ogni forma di deposito bancario pubblico, privato e dei non residenti];

b) Gli aggregati finanziari: crediti insoluti su pagamenti presenti o futuri, in forme contrattuali esplicite o meno;

c) Aggregati dell’economia fisica: l’imput e l’output dell’economia fisica considerati come un tutto funzionalmente indivisibile, prescindendo dal fatto che alcuni di quegli aggregati sono contati in termini monetari mentre altri no.

Per comprendere come funziona un’economia moderna occorre misurare il crescere o il decrescere di tutti e tre questi aggregati considerati simultaneamente.

Occorre considerare queste grandezze come variabili nel senso in cui questo termine è inteso dalla fisica matematica.

L’interazione tra i cambiamenti di queste variabili dev’essere concepita come una funzione.

Così definita, questa funzione fornisce la sola misurazione ragionevole e accurata dal miglioramento o peggioramento di un’economia presa complessivamente.

Come si suol dire: "tieni gli occhi sulla palla!", intendendo con ciò che non ci si deve lasciar fuorviare dal fatto che gli acquisti e le vendite di gran parte dell’output dell’economia fisica vengono misurati in termini monetari.

Come quando si mangia qualcosa che si è acquistato, il fattore che determina l’effetto di quel cibo su chi lo consuma non è il prezzo che è stato pagato. Bisogna badare a non lasciarsi ingannare, così come succede a gran parte degli economisti da strapazzo e dei parlamentari, finendo per presumere che i rapporti fisici tra la produzione ed il consumo siano determinati dai rapporti tra i prezzi pagati per quei prodotti fisici. Le mele e i bulloni presentano spesso un’etichetta con il prezzo, ma non bisogna mai presumere, come fanno gli economisti moderni, che i prezzi dei bulloni possano far crescere le mele.

I mercati finanziari debbono essere visti come i luoghi in cui avviene soltanto lo scambio di titoli di proprietà di oggetti sia reali sia puramente fittizi.

La questione pratica è comprendere come il flusso degli scambi di questi titoli di proprietà influisca sul funzionamento dell’economia fisica.

I rapporti tra i prezzi dei titoli di proprietà ed i processi di economia fisica avvengono tra processi del tutto diversi tra loro. Ad esempio, nel linguaggio del fisico matematico, i rapporti tra denaro e prezzi sono intrinsecamente lineari, mentre invece i processi fisico-economici sono intrinsecamente non lineari 2.

La gestione di un sistema finanziario e monetario ha per scopo quello di costringerlo a comportarsi in maniera esplicitamente o implicitamente regolata, in modo che il flusso del credito e il potere d’acquisto siano diretti ad incoraggiare la crescita dell’economica fisica.

La crescita dell’agricoltura non dipende da quanti fertilizzanti e quante sementi si hanno a disposizione, ma dal fatto che questi vengano messi nel terreno con tutti gli accorgimenti necessari, altrimenti ne soffre il raccolto. È il modo fisico in cui i materiali vengono applicati, dagli agricoltori, al processo di produzione che genera una produzione utile.

Lo scopo è quello di garantire che l’agricoltore sappia ciò che sta facendo, che possa ottenere e impiegare tutte le componenti della produzione fisica, secondo le giuste procedure fisiche, e secondo i giusti tempi fisici.

Allo stesso modo l’economista, se è competente, si occupa di due questioni separate. In primo luogo si occupa dell’aspetto puramente fisico-economico del processo economico, senza badare al denaro o ai prezzi monetari. D’altro canto deve occuparsi di definire le regole fisicamente ed economicamente appropriate per regolare il commercio ed altri aspetti finanziari e monetari.

Questa regolazione ha per scopo la promozione preferenziale degli scambi e degli investimenti che collocano i beni fisici necessari là dove la loro presenza tende a produrre il risultato fisico-economico migliore.

Se l’economia fisica nonostante tutto funzionasse bene, nessuna persona normale si preoccuperebbe di una caduta dei prezzi degli investimenti finanziari 3.

Un economista sano si preoccupa dei prezzi dei titoli finanziari solo quando un crollo dei mercati finanziari, o all’opposto, un’espansione iperinflativa dei titoli di Wall Street, causa grosse sofferenze umane o il crollo dell’occupazione in particolare nei settori tecnologicamente progrediti. In fondo il denaro non ha un valore economico reale intrinseco: "È solo carta!"

La figura 2, che presentai per la prima volta nell’ultimo trimestre del 1995 4, è solo un esempio degli andamenti possibili che i rapporti funzionali tra i tre aggregati possono assumere in diverse condizioni. La figura mostra l’andamento verificatosi sia negli USA che in gran parte dell’economia mondiale nel periodo che va dal 1966 ad oggi.

La differenza principale tra i rapporti funzionali della figura e quelli vigenti nell’economia americana durante i suoi momenti migliori sta nel fatto che il periodo 1966-1967 corrisponde ad una fase in cui la crescita netta dell’economia fisica USA ha toccato lo zero, quando cioè gli investimenti nell’espansione e nel miglioramento della prod6uzione fisica cominciarono a scendere al di sotto del necessario per sostenere susseguenti tassi di aumento a lungo termine della produttività, pro-capite e per chilometro quadrato, dell’economia fisica, pari a quelli raggiunti o ancora maggiori.

Sebbene la produzione dell’economia fisica (comprese le spese militari) sia ancora aumentata per almeno un altro decennio, questa crescita fu principalmente effettuata "dando fondo" al capitale precedentemente accumulato ("risparmiato") negli investimenti in produttività e in infrastrutture economiche di base.

Con la svolta di politica economica verificatasi tra il 1966-1967 negli USA, il tasso di crescita economica reale netta pro capite iniziò a diminuire e gli effetti si cominciarono a sentire nella prima metà degli anni Settanta.

Quindi, approssimativamente, fra la metà e la fine degli anni Sessanta, i manager dell’economia USA abbandonarono la responsabilità morale di mantenere nel futuro almeno quello stesso tasso di crescita dell’economia fisica a cui si giunse nella ripresa kennediana, nel periodo successivo ad Eisenhower, tra il 1962 e il 1963. 5

Passiamo ora a spiegare quali sono i fattori utilizzati per datare questa svolta nel periodo 1966-1967.

Guardiamo di nuovo alla figura 2 per vedere com’è stata costruita. Il lato sinistro corrisponde al periodo 1966-1967, quando furono introdotti cambiamenti importanti, tra cui tagli selvaggi agli stanziamenti decisi da Kennedy per il "programma d’urto" spaziale, un programma che dal 1963 ad oggi ha costituito un fattore, purtroppo affievolitosi del tutto, di crescita dell’economia fisica e della produttività. 6

Seguiamo l’andamento delle curve verso destra, fino all’intervallo corrispondente al periodo 1997-1999, il punto al quale un’onda d’urto economica sospinge l’economia mondiale verso la fase terminale dell’attuale bolla finanziaria globale.

A questo punto la curva superiore, che rappresenta gli aggregati finanziari, raggiunge gli attuali livelli globali che i principali banchieri mondiali stimano a 300 trilioni di dollari di obblighi finanziari impagabili, mentre i livelli di output fisico pro capite s’avviano rapidamente verso il basso. A questo punto, sulla destra del grafico, la curva finanziaria s’impenna verso l’alto, assumendo un andamento pressoché verticale, mentre la curva dell’economia fisica crolla ancora più rapidamente.

L’intervallo 1997-1999 corris7ponde a dei cambiamenti fondamentali nell’economia USA e in quella mondiale. Verso la metà dell’ottobre 1998 i banchieri centrali del G7, come il Governatore della Federal Reserve Alan Greenspan, hanno abbandonato ogni remora ed hanno scantenato la più grande e la più folle bolla iperinflativa della storia.

I rapporti tra le tre curve del grafico si definiscono nel modo seguente.

Si noti come le tre curve sono coincidenti nel periodo 1966-1967. Perché ho utilizzato una scala in cui le tre curve appaiono quasi coincidere in questo modo?

Il problema è che per comprendere l’economia come un processo occorre confrontare il prezzo delle mele con il tagliando del prezzo attaccato ai bulloni.

Come ho sottolineato sopra, da una parte abbiamo grandezze fisico-economiche, che non si possono misurare in soldi, dall’altra abbiamo grandezze finanziarie, come i prezzi assegnati in un dato momento alle grandezze fisico-economiche.

Le grandezze fisico-economiche stesse sono spesso, ma non sempre, misurate dai mercati con i prezzi monetari correnti. Nel trattare questo problema di mettere a confronto le mele con il prezzo sulla loro etichetta siamo costretti ad introdurre certi tipi di indicizzazione.

Così ricorrendo all’indicizzazione si può paragonare un "paniere" di valori non monetari, valori fisici, con i prezzi di mercato attaccati ai prodotti contenuti nel "paniere". La maggior parte degli economisti professionisti lo sanno fare, quello che debbono invece imparare davvero è come farlo nella maniera giusta. 7

Così, come fanno di solito gli economisti, realizziamo un grafico adottando un indice dei prezzi, e stabiliamo i rapporti effettivi tra i tre aggregati — il prezzo nominale (tagliando) degli aggregati dell’economia fisica, il prezzo degli aggregati monetari, ed il prezzo degli agregati finanziari — ad un valore relativo comune di "100" per il punto 1966-1967.

Confrontiamo poi ciascuna delle grandezze, separatamente, per ciascuno degli anni successivi, con la grandezza misurata per l’anno indice.

Se poi "facciamo la media" degli effetti cumulativi per periodi di cinque o dieci anni (le cosiddette "medie correnti"), per il periodo 1966-1999, i risultati approssimeranno l’andamento dato in figura 2.

La figura riproduce il fatto statistico che si è verificato un incremento accelerato degli aggregati finanziari, un aumento ad un tasso minore degli aggregati monetari ed un tasso di riduzione a lungo termine della produzione fisico-economica pro capite e per chilometro quadrato pari a circa il 2% annuo (netto), o anche maggiore, fino ad un’improvisa accelerazione del tasso di riduzione tra il 1987 ed il 1992 (quando James Carville, nella campagna elettorale del 1992, venne fuori con la sua nota battuta "è l’economia, stupido!").

La prova è chiara. Perché le cose siano andate in tal modo però non è generalmente compreso da politici ed economisti, come pure dalla maggior parte dei cittadini. Questo è il problema che stiamo qui affrontando.

La maggior parte degli economisti che dispongono di una decente preparazione matematica dovrebbe essere in grado di descrivere come si è verificata la recente crescita cancerosa degli aggregati monetari e finanziari; a tale scopo basterebbe anche una preparazione da scuola superiore.

L’aspetto che invece rappresenta la sfida più seria è il processo di economia fisica; questo, che rappresenta lo studio da me approfondito professionalmente, costituisce l’aspetto dell’intero processo che le facoltà di economia e interi governi e parlamenti non riescono ad afferrare.

Ciò che gli economisti solitamente non riescono a comprendere è la realtà fisico-economica che sottostà alle statistiche in superficie. Da qui deve partire la nostra esposizione delle relazioni che intercorrono tra l’economia fisica e gli aggregati monetari, esaminando la differenza cruciale tra due nozioni di profitto finanziario — come questo appare nelle economie sane e nell’attuale crescita cancerosa della "bubble economy", una caricatura grottesca del normale profitto finanziario.

 

1.1 Profitto finanziario ordinario

Il senso comune considera il profitto finanziario come fosse una scrematura, al di sopra della produzione corrente.

Se l’ammontare "scremato" lascia a sufficienza del reddito totale, così da sostenere in pieno i costi dell’economia fisica, allora possiamo considerare la "scrematura" come corrispondente, più o meno, al profitto finanziario ordinario.

L’economia USA nel suo complesso, però, non ha prodotto un normale profitto finanziario netto nel corso degli ultimi venticinque anni, o forse un po’ di più.

Se si tiene conto dei costi d’esercizio a lungo termine dell’economia reale, come i miglioramenti delle infrastrutture economiche di base, come i costi per il mantenimento di una popolazione alle stesse caratteristiche demografiche, o migliori, raggiunte sotto la presidenza di Kennedy, e se prendiamo in considerazione ciò che i banchieri di Wall Street hanno letteralmente rubato a regioni del mondo come l’America del Centro e del Sud, l’economia USA nel suo complesso non ha effettivamente prodotto un profitto finanziario ordinario netto da quando nel 1971-1972 fu introdotto il "sistema monetario a tassi fluttuanti", e sicuramente da quando Jimmy Carter fu eletto presidente nel 1976. Gli USA si sono mantenuti ricorrendo sempre di più al saccheggio di altri paesi, oppure dando fondo ai risparmi, accumulati in passato ad esempio nelle infrastrutture economiche di base, con miglioramenti realizzati più di trent’anni fa.

È un’abitudine davvero pessima per un’economia. Ma la maggior parte dei cittadini americani di oggi purtroppo l’ha acquisita sin dall’infanzia, dato che dura da una trentina d’anni. Senza timore d’esagerazione, si potrebbe dire che la maggior parte degli americani d’oggi non ha mai conosciuto le abitudini di una economia sana per tutta la sua vita adulta.

Non bisogna meravigliarsi del fatto che la maggior parte degli americani al di sotto dei cinquant’anni semplicemente non sappia far niente di meglio di ciò che ha fatto negli ultimi decenni. Essi non hanno mai appreso le buone abitudini di una sana vita economica che gran parte di noi delle precedenti generazioni reputiamo più o meno scontate, specialmente dopo l’esperienza dolorosa della Depressione degli anni Trenta.

In altre parole, il profitto finanziario oggi proviene dal midollo dal quale dipende la sopravvivenza stessa dell’economia. Come risultato, riflesso nella figura 2, la produzione reale pro capite e per chilometro quadrato dell’economia USA si è ridotta ad un tasso costante o crescente per più d’un quarto di secolo.

Nello stesso periodo però l’offerta monetaria è aumentata drasticamente e gli aggregati finanziari sono schizzati alle stelle. Perché i profitti finanziari a Wall Street continuano ad aumentare?

Questo ci porta al problema di un’economia speculativa che dobbiamo presumere sotto il controllo di individui che pensano solo nei termini della bolla speculativa come il governatore della Federal Reserve Alan Greenspan.

Una volta, quando era diretta dal segretario al Tesoro Alexander Hamilton, l’economia americana era molto più sana. Quando gli USA, come nazione, seguono i principi propri della loro Costituzione Federale, l’autorità di creare moneta è un monopolio conferito dalla legge naturale al governo USA, un’azione intrapresa con il consenso del Congresso: e così dovrebbe tornare ad essere oggi.

Oltre a questa moneta è possibile ed utile generare aggregati monetari addizionali, non come moneta, ma come credito, emesso da banche che operano in una maniera molto simile a quella del Kreditanstalt für Wiederaufbau nella Germania del dopoguerra, dando vita al programma di ricostruzione più riuscito di quest’epoca, il cosiddetto "miracolo economico tedesco".

In altre parole, se l’economia reale si espande non occorre limitare l’espansione del credito all’uso diretto dell’emissione della moneta nazionale più risparmi depositati; è anche possibile trasformare la crescita reale delle imprese — quando si tratta di crescita reale certa e non d’aria fritta di Wall Street — in una fonte addizionale di credito bancario così garantito, le cui linee di credito sono mirate alla promozione di guadagni notevoli nella produzione e nella produttività pro capite.

Questo è ciò che fece la Kreditanstalt für Wiederaufbau, ed è l’essenza della ricostruzione tedesca del dopoguerra, che è tanto più ragguardevole quanto è paragonata alla gestione pietosa delle economie britannica e francese, che in quello stesso periodo godettero di sussidi americani ben più consistenti.

Pertanto, contrariamente alle convinzioni di gente squilibrata come i seguaci di Milton Friedman, l’aumento dell’offerta monetaria non comporta automaticamente l’inflazione. Dipende da come viene gestito il credito. Se la combinazione di espansione monetaria e di credito è diretta verso l’aumento della produttività dell’economia fisica, pro capite e per chilometro quadrato, l’espansione del credito deve continuare o persino aumentare. In tal caso il risultato tenderà ad essere deflazionistico e non inflazionistico. Il miglioramento della qualità dei prodotti e l’aumento della produttività sono inerentemente deflazionistici, nel senso che il termine acquisisce per l’economia reale. L’espansione del credito diventa inflazionistica quando il turnover finanziario aumenta ad un tasso più elevato rispetto a quello dell’output dell’economia fisica reale. 8

Esiste poi un altro modo di generare profitti finanziari: un modo perverso. Questo significa profitti del tipo di quelli prodotti da una casa da gioco, dalla bolla dei tulipani nel XVII secolo, le bolle finanziarie di John Law all’inizio del Settecento, e dall’attuale bolla finanziaria, la più folle della storia, la bolla di Greenspan. La maggior parte degli aggregati finanziari negli USA sono dovuti alle leggi Garn-St. Germain e Kemp-Roth.

La prima venne ad assommare i suoi effetti a quelli della deregolamentazione promossa dalla amministrazione Trilaterale di Carter, distruggendo gran parte delle regole da cui era dipesa la ricostruzione degli USA dopo la Grande Depressione.

Paul Volcker, che salì al vertice della Federal Reserve sotto Carter, mandò in bancarotta (tra gli altri) le casse di risparmio S&L, mentre la Garn-St. Germain legalizzò attività di pirateria di Wall Street come le "junk bonds", che saccheggiarono le carcasse delle S&L cadute in rovina.

In passato il governo creava degli incentivi fiscali molto efficienti per gli investimenti produttivi; un buon esempio è rappresentato dal programma kennediano di sgravi fiscali sugli investimenti.

La legge Kemp-Roth stabilì l’esatto opposto, sottrarre il denaro dagli investimenti produttivi per riversarlo in quello che è il grande cancro di oggi, una bolla da 300 trilioni di dollari.

Lo scopo di una oculata politica di sgravi fiscali per gli investimenti è volta a scoraggiare gli investimenti direttamente inutili o di scarsa utilità e ad incoraggiare l’afflusso dei capitali in quelle categorie di investimento dell’economia fisica che procurano l’ottimizzazione dei guadagni sotto il profilo della produttività pro capite del lavoro. Programmi di questo tipo aumentano il gettito fiscale lordo di domani promuovendo la crescita, ed a tale scopo si riducono gli obblighi fiscali di oggi.

La Kemp-Roth, con la sua stupida "Curva di Laffer", fece l’opposto. Ridusse le tasse sui redditi di capitale finanziari, riducendo di conseguenza le entrate fiscali (gonfiando così il debito federale a livelli ben più preoccupanti di quelli raggiunti dalla deregolamentazione di Carter), e al tempo stesso scoraggiò gli investimenti in quelle categorie che erano state promosse dalle precedenti politiche di sgravi fiscali.

Una politica fiscale intelligente colpisce lussi e sprechi per promuovere sgravi fiscali per gli investitori più creativi e prudenti. Qual è allora la differenza tra ciò che descrivo come "profitto finanziario ordinario" ed i profitti puramente fittizi, quelli che gonfiano la bolla dei 300 trilioni di dollari? Come definiamo la differenza in termini funzionali?

1.2 L’economia della bolla

Tizio fa un contratto con lo strozzino Caio impegnandosi a versare 100 dollari settimanali in perpetuo. A quale prezzo Caio può vendere quel contratto su un mercato come quello di Wall Street? Al netto delle spese che Caio si deve accollare, come gli energumeni che deve mandare ogni tanto da Tizio perché versi puntualmente il dovuto, qual è l’incasso netto di Caio su quei 5200 dollari annui?

C’è di sicuro chi chiede: "Ma quanto ha prestato Caio a Tizio perché questi sottoscrivesse quel contratto?".

La domanda è inutile.

Si presuma che Caio non abbia pagato niente, ma gli abbia semplicemente rotto un braccio o gli abbia minacciato i bambini all’uscita dalla scuola: gli stessi metodi che Wall Street ha esibito contro i paesi dell’America del centro e del sud, o George Soros nei confronti dei paesi del Sudest Asiatico.

Se ci siano state delle spese o meno non ha un grosso peso nella determinazione del valore di mercato di quel contratto su piazze come quella di Wall Street.

I guappi di Meyer Lansky parlavano di "vigorish" [percentuale sulle scommesse, o più semplicemente l’usura], a Wall Street parlano di "leva finanziaria".

Se il tasso corrente per scontare simili contratti di vigorish fosse quello dell’attuale 20% annuo, il contratto di Tizio che paga Caio dovrebbe stimarsi sulle cinque volte l’incasso annuo previsto dal detentore del contratto, ossia sui 26 mila dollari.

Così funziona il "rapporto prezzo/utili".

Questo rappresenta un totale prossimo ai 26 mila dollari di capitale finanziario nominale, generato dall’espansione dell’"aria fritta" del ricavo annuo di 5200 dollari.

La stessa magia del "rapporto prezzo/utili" si applica al debito da gioco, oppure alle esotiche varietà di contratti futures chiamate "derivati finanziari".

Stentate a credervi?

Studiate la formula Black-Scholes utilizzata dagli investitori della Long Term Capital Management (LTCM) per scavare un buco da tre trilioni di dollari.

La stessa magia va applicata al capitale puramente fittizio impiegato nella truffa delle "obbligazioni spazzatura". Virtualmente la quasi totalità dell’attuale aumento dell’indice Dow Jones, specialmente a partire da metà dell’ottobre 1998, è rappresentata da redditi di capitale fittizi ottenuti come risultato di questo tipo di truffe del "rapporto prezzo/utili".

Nel caso della truffa dell’ascesa del Dow Jones dell’ultimo periodo occorre sottolineare tre fattori.

Il primo, e il più importante, è la follia pura e semplice che qualche volta è stata anche chiamata "esuberanza irrazionale", o "isteria di massa". Il secondo fattore è il pompaggio iperinflazionistico della bolla finanziaria da parte di enti irresponsabili come la Federal Reserve di Alan Greenspan. Il terzo è considerare dei redditi di capitale puramente fittizi, i cosiddetti "profitti contabili" sull’impennata degli indici borsistici, come una voce di reddito.

Nell’attuale orgia di Wall Street, una gran quantità di reddito puramente fittizio, "i profitti contabili indicizzati sulle contrattazioni", viene capitalizzata allo stesso modo in cui l’ipotetico contratto in mano a Caio viene trasformato da cambiale di 5200 dollari annui in una capitalizzazione fittizia di 26 mila dollari.

Per tenere in piedi tutto questo gioco occorre tener presente ancora un altro fattore: il flusso degli aggregati monetari riversati sul mercato, con un alto fattore di leva, dalle banche centrali ed altre banche.

Passiamo quindi ad esaminare come questo decantato "boom di Wall Street" è collegato all’economia reale.

Prendiamo il più semplice dei casi.

Per quanto riguarda la Federal Reserve, l’aumento degli aggregati monetari ad alto fattore di leva emessi avviene in due modi principali.

Uno è la semplice stampa di banconote da parte della Fed, il meccanismo del cosiddetto "moltiplicatore keynesiano". L’altro aspetto è la relazione di quel meccanismo con lo sconto di strumenti finanziari giacché la Fed ha facoltà di sborsare denaro contro titoli finanziari depositati presso le sue banche. Lo sconto di quella che in pratica si rivela carta straccia espande spropositatamente il flusso dell’aggregato monetario (sia reale che fittizio).

La capacità del sistema della Fed di produrre truffe del genere dipende da come funziona il suo "sportello di sconto".

Il principio è in essenza lo stesso in forza in quelle parti del mondo dove i contadini poveri sono costretti ad arrotondare il bilancio familiare vendendo le figlie adolescenti o addirittura bambine alla prostituzione organizzata. Per salvare la fattoria dal fallimento finiscono per vendere le figlie come schiave.

Se una corporation opera in passivo, o più semplicemente non ha un margine di profitto sufficiente a mantenere la competitività, attraverso il meccanismo dello sportello di sconto della Fed può disporre di qualcosa di simile al meccanismo che consente al povero disgraziato di vendere le figlie. Saccheggiare la compagnia, i dipendenti, le pensioni, la qualità del prodotto e qualsiasi altra cosa possa venire in mente alla fervida fantasia imprenditoriale di chi bada a generare un flusso di reddito scontabile, sia esso reale o fittizio.

Questo è ciò che l’economia USA ha fatto a partire dagli anni Settanta.

Questo ricorso ai meccanismi finanziari associati ad un tale impiego del sistema di sconto, volto ad aumentare il flusso di reddito nominale oltre ciò che può essere tollerato dall’economia fisica, ha condotto al collasso l’output pro capite e per chilometro quadro dell’economia USA.

Il saccheggio della base fisica dell’economia, effettuato per tenere in piedi le strutture finanziarie, costituisce il meccanismo funzionale che lega il crollo dell’economia USA al boom della bolla di Wall Street ormai prossima ad esplodere.

Dalla metà dell’ottobre 1998 la Fed di Greenspan ha aumentato il pompaggio iperinflazionistico a livelli che non hanno precedenti dall’epoca dell’iperinflazione di Weimer del 1923.

(...)

LaRouche fa quindi riferimento ad alcuni studi pubblicati dall’EIR su come, attraverso il FMI, Wall Street abbia imposto un debito da usura all’America Latina a partire dai primi anni Settanta, su come lo stesso meccanismo sia stato impiegato, a partire dal 1989, ai danni dell’ex Unione Sovietica e dell’Europa orientale, ed infine negli stessi Stati Uniti, ai danni della spesa pubblica. Fa infine riferimento al modo in cui Londra utilizzò il segretario di Stato USA Henry Kissinger, alla fine degli anni Settanta, per allestire il primo grande mercato speculativo, quello dei "petrodollari", che fu ufficializzato dal vertice monetario di Rambouillet del 1975.

 

2.0 L’economia reale:

l’uomo signore della natura

Quella umana è l’unica specie i cui singoli membri hanno la capacità di aumentare deliberatamente la densità demografica relativa potenziale dell’intera specie. Questa tratto distintivo si esprime tipicamente quando un individuo scopre un principio universale della fisica di dimostrata validità. La scienza dell’economia fisica, una delle branche della scienza fisica fondata da Gottfried Leibniz, prende in esame i cambiamenti degli assiomi nel comportamento umano che comportano un aumento della padronanza dell’uomo sulla natura, pro capite e per chilometro quadrato.

Il rapporto funzionale dell’uomo con l’universo si presenta alla percezione dei sensi in due modi. Nei miglioramenti che vanno dalla durata della vita al numero della popolazione e ad altre caratteristiche demografiche, e nell’aumento della capacità fisica di tale popolazione sull’universo, pro capite e per chilometro quadrato.

Queste forme percepibili del miglioramento della condizione umana vengono acquisite sia attraverso dei cambiamenti sostanziali del comportamento umano, come questo si esprime nel progresso scientifico e tecnologico, sia tramite alterazioni della natura che avvengono come realizzazione del beneficio implicito nel progresso scientifico e tecnologico.

Si consideri dapprima l’espressione fisico-economica di quei cambiamenti del comportamento umano, e quindi i cambiamenti dell’ambiente necessari al sostentamento della vita ad un livello demografico maggiore come esatto dal progresso scientifico e tecnologico. I cambiamenti del comportamento umano (ad esempio la cultura) sono principalmente di tre forme:

1. Scoperte dimostrabilmente valide di principi fisici universali.

2. Scoperte dimostrabilmente valide di tecnologie derivate dall’applicazione di principi universali.

3. Scoperte dimostrabilmente valide di principi compositivi dell’arte classica e di analoghi aspetti attinenti all’arte dello stato, attraverso cui le capacità cognitive dell’individuo d’una società sono mobilitate per l’applicazione di quei principi fisici e quelle tecnologie.

Per il nostro scopo faccio riferimento a qualche implicazione di quanto appena detto.

L’economia fisica esige dalla società in primo luogo che lo sviluppo delle capacità cognitive di ogni individuo sia protetto e coltivato.

Con ciò si vuol dire che lo scopo della società non è soltanto la promozione dell’attività produttiva da cui la sua esistenza dipende, ma di sviluppare capacità, come quelle cognitive, che consentono di mantenere un alto livello di produttività e di garantire futuri progressi nella stessa direzione.

Così, a questo riguardo e con tali premesse, la politica dell’istruzione diventa il centrale fattore determinante del successo o del fallimento di un’economia. È da questo punto di vista che la curva degli aggregati dell’economia fisica si presta ad essere compresa nel modo migliore.

2.1 Lo scopo dell’istruzione

Una società dovrebbe preoccuparsi di promuovere soprattutto tre aspetti dello sviluppo della mente dell’individuo.

In primo luogo la qualità dell’educazione dei bambini in età pre scolare.

Secondo, l’istruzione e la ricerca correlata come tali.

Terzo, il livello culturale delle generali relazioni interpersonali nella società.

In queste tre fasi dello sviluppo della mente degli individui, l’obbligo centrale della società è quello di promuovere nella persona umana una ben fondata immagine di sé, cosciente di essere di una qualità assolutamente superiore rispetto ad ogni altra specie vivente.

Questo si costruisce ad esempio quando il bambino o adolescente ha la soddisfazione di giungere ad una universale scoperta di principio di validità dimostrabile, o scoperte di pari importanza, impiegando ciò che lui riesce a riconoscere come il potenziale creativo della propria mente.

Questo è ad esempio il punto di vista tradizionale di quella che è nota come l’istruzione umanistica cristiana.

Si annoverano tra gli esempi di questa tradizione l’opera dei Fratelli della Vita Comune, gli echi di questa nell’opera degli Oratoriani in Francia e in Italia, e poi il programma d’istruzione umanistica classica di Schiller e Humboldt che il riformatore prussiano Wilhelm von Humboldt stabilì in Germania.

Impostazioni simili si riscontrano nell’opera di Wintrop e Mather nella Massachusetts Bay Colony e in altri educatori influenti negli USA prima di John Dewey.

Lo scopo dell’istruzione umanistica classica è la formazione di quelle che possiamo chiamare le "menti colte". Si consideri adesso questo dal punto di vita della scienza fisica. Tutta la conoscenza dei nostri rapporti effettivamente volitivi con l’universo fisico poggia su un aggregato di principi fisici universali di dimostrata validità.

Questi principi si verificarono originariamente come atti cognitivi creativi effettuati da un’individuo.

In molti casi, ma non in tutti, i nomi di quelle scoperte sono note, in particolare tra gli studenti, con il nome di quella persona che ha effettuato la scoperta. Lo scopo effettivo dell’istruzione è quello di creare le circostanze, ad esempio a scuola, in cui lo studente replichi il vero e proprio atto della scoperta.

In altre parole, un’istruzione carente insegna ad apprendere il nome del principio insieme alle spiegazioni ed alle illustrazioni della sua applicazione. Questo tipo di istruzione, il semplice "imparare", tende ad ottundere le capacità cognitive della mente dei ragazzi. Solo eccezionalmente dei ragazzi abusati con questo metodo di imparare "come si fa" riscono poi a manifestare le qualità di una mente effettivamente colta.

Per "mente colta" dobbiamo accordarci per intendere una mente formata dal processo di accumulare un bagaglio di esperienze originali di come sono stati generati i principi universali della fisica. Il nostro scopo è di fornire l’ambiente, gli insegnanti e le opportunità grazie alle quali ciascun bambino e adolescente possa raggiungere la maturità con qualità molto prossime a quelle della mente colta.

A livello professionale della fisica e di altre scienze, il laureato dovrebbe aver ripercorso la scoperta originale di gran parte delle principali scoperte della fisica che l’umanità ha fino ad oggi accumulato. Non è cosa da poco. La conoscenza dei principi della fisica attualmente disponibile si può rappresentare nel modo migliore con un molteplice riemanniano del tipo che lo stesso Riemann definì nella sua tesi di laurea del 1854.

Il laureato deve anche dimostrare una padronanza dei principi tale da riuscire lui stesso ad impostare un lavoro di ricerca originale. Questa è la definizione essenziale di una "mente scientifica colta".

Una società che ha istruito i suoi giovani a questi livelli cognitivi, produce una forza lavoro di cui si potrebbe dire "è capace di fare tutto". Invece di imparare soltanto il "come si fa" questo o quello, sa come affrontare i problemi man mano che si presentano, dentro ma persino oltre l’ambito immediato dei principi universali la cui scoperta originale ha ripercorso.

Questa politica di istruzione costa.

Finisce per rappresentare una delle voci maggiori nel bilancio delle amministrazioni pubbliche. Però, a prescindere da quanto una buona istruzione possa costare — contrariamente a quella oggi impartita — rappresenta uno dei costi più essenziali per far in modo che le cose funzionino a dovere.

A partire all’incirca dal 1963 si registra un declino catastrofico nella competenza degli insegnanti, della qualità generale dell’istruzione e della preparazione di fronte alla vita dei giovani che escono dalle scuole e dalle università.

In Germania, ad esempio, le "riforme di Brandt" distrussero la politica dell’istruzione che si rifaceva ancora al programma di Humboldt, finendo col produrre dei diplomati che sembrano di una classe mentale inferiore rispetto ai diplomati dell’epoca precedente. Si potrebbe giustamente sospettare che i maligni che hanno istigato questa riforma disastrosa in Germania, sia dagli USA che attraverso le proposte formulate a Parigi dall’OCSE nel 1963, erano motivati dall’odio contro la Germania e contro i tedeschi. Generalmente, in Europa e negli USA, si è verificata una tragica riduzione delle capacità cognitive e di altre attitudini proprie del potenziale produttivo della forza lavoro.

Lo stesso principio vale per l’istruzione alla composizione artistica classica ed ai connessi aspetti dell’arte dello stato. Ho affrontato questo problema in diverse altre occasioni, in particolare nel libro "The Road to Recovery".

2.2 Infrastrutture

Quando i primi coloni di lingua inglese raggiunsero il Massachussetts, la Virginia, la Pennsylvania, ecc. trovarono un mondo selvatico e inospitale, che presto fu costellato di fertili fattorie, città, strade, canali e successivamente di ferrovie.

La storia ci ricorda come l’Europa carolingia uscì dalla barbarie in cui era sprofondata con la caduta dell’impero romano principalmente grazie all’importanza attribuita agli investimenti nelle infrastrutture pubbliche. Anche il quasi miracoloso raddoppio della prosperità in Francia, durante il regno di Luigi XI, fu evidentemente dovuto a misure analoghe.

Un tale sviluppo del territorio abitato costituisce ciò che viene percepito dai sensi come le infrastrutture fisiche della società. Ma al contempo occorre riconoscere che l’istruzione, come sopra definita, e la composizione artistica classica, sono anche parte delle infrastrutture economiche di base, anche se i processi cognitivi che sono il soggetto dell’istruzione di per sé non siano direttamente percepibili ai sensi. Lo sviluppo della mente e lo sviluppo della natura, che ricade sotto la percezione dei sensi, costituiscono l’ infrastruttura economica di base di una nazione.

C’è una differenza abbastanza chiara tra le spese in cui una società incorre, da una parte, per mantenere e migliorare le infrastrutture economiche di base, e dall’altra per gli investimenti nella produzione di beni. Il successo degli investimenti nella produzione dei beni, ad esempio, dipende in primo luogo dalla capacità di collocare tale produzione in un ambiente adeguatamente preparato.

L’ambiente è l’infrastruttura di base necessaria.

È così che la Costituzione Federale degli USA prevede una divisione tra le imprese private e gli obblighi del governo di provvedere allo sviluppo di tutta la popolazione e di tutto il territorio con l’istruzione universrale ed altre forme di infrastruttura economica di base.

Lo sviluppo delle strade, della navigabilità dei corsi d’acqua, delle ferrovie e di altre infrastrutture economiche di base fornite direttamente o regolate dal governo si differenzia così dagli investimenti privati in una particolare fattoria, un’industria, ecc. È per modo di dire una questione di "proprietà".

Il governo è responsabile del bene comune, dello sviluppo e della protezione della qualità dell’intera popolazione e dell’intero territorio. L’autorità dell’investimento privato si limita all’ambito della sua proprietà, ed anche in tale ambito non può osteggiare il bene comune.

Il mantenimento ed il miglioramento delle infrastrutture economiche di base rappresentano un investimento capitale come il miglioramento di una fattoria o l’investimento in un impianto industriale.

Pertanto, mantenere e migliorare le infrastrutture economiche di base al livello necessario ad alimentare il progresso è un costo inalienabile di tutto quello che viene prodotto dall’intera società.

Uno dei fattori cruciali che definisce il periodo 1971-1972 come una svolta negativa per l’intera economia americana fu il coincidere della riduzione di fatto dei salari, sotto i programmi "Fase I" e "Fase II" del Presidente Nixon, e il continuo rinvio delle manutezioni delle infrastrutture costruite con precedenti investimenti. In questi due settori si registrò quindi il restringimento più marcato dell’economia reale.

(...)

LaRouche ripercorre le fasi dello smantellamento dei trasporti pubblici statunitensi e in tale contesto fa riferimento ad alcune differenze d’impostazione tra i presidenti Eisenhower e Kennedy. Pur riconoscendo il suo spirito patriottico, LaRouche spiega che Eisenhower fece troppo affidamento sulla propria capacità di trovare un modo per "convivere" con la perfidia britannica.

L’amministrazione Eisenhower s’impegnò in alcune occasioni in progetti positivi, ma quegli sforzi non furono mai tanto arditi da preoccupare eccessivamente la City di Londra e la sua succursale di Wall Street. Non erano né caldi né freddi, erano tiepidi: la recessione del 1957-1958 fu il tipico risultato dei compromessi dell’amministrazione Eisenhower con la realtà.

Tre elementi del periodo che va dal 1961 al 1966 sono esemplari degli aspetti migliori della politica kennediana e che furono pervertiti a partire dal 1966-1967, con la guerra d’Indocina:

1. Il "programma d’urto" di Kennedy per portare l’uomo sulla Luna. Per ogni dollaro speso in quel programma, l’economia USA ha ricavato ricadute superiori ai dieci dollari. Questo fu lo stimolo assolutamente più determinante per l’economia reale da quando quel programma fu varato.

2. Un nuovo programma di sgravi fiscali come complemento del "programma d’urto" spaziale che promosse l’espansione dell’economia reale.

3. Continuazione dell’espansione degli investimenti per mantenere e migliorare le infrastrutture economiche di base, un programma che fu successivamente ridimensionato producendo una contrazione netta continua delle infrastrutture dal 1971 ad oggi.

Oggi queste belle conquiste del passato non ci sono più. Le infrastrutture sono decrepite. Il termine stesso "bene comune", pilastro della Costituzione USA, è trattato come se fosse una parolaccia.

L’istruzione è diventata per lo più uno scherzo di pessimo gusto. Gli sgravi fiscali per gli investimenti prodottivi sono stati aboliti. La vera scienza, che in passato è stata la bandiera di ogni trionfo economico della nazione, è anch’essa considerata una parolaccia.

 

2.3 Industria e agricoltura

Il pilastro dell’industria moderna fu definito dallo studio sui principi del motore termico da parte di Gottfried Leibniz.

Così, il primo motore a vapore impiegato per muovere un battello fluviale fu realizzato in Germania con la collaborazione di Leibniz all’inizio del XVIII secolo.

I principi di Leibniz furono successivamente ripresi dall’opera di Lazare Carnot in Francia e con essi fu definito il principio della progettazione delle macchine utensili la cui adozione consentì alla Francia di riportare la vittoria sugli eserciti invasori tra il 1792-1794. La moderna società industriale fu definita nel programma che gli USA seguirono tra il 1861 e il 1876, influenzato dai principi di Carnot. Nacque così un modello che fu esportato in Germania, Giappone, Russia e altri paesi dopo il 1876.

La scoperta dei principi elementari delle macchine utensili da parte di Carnot si fondò sul concetto della geometria di posizione di Leibniz. Un maggior apprezzamento di questi principi si colloca nel successivo sviluppo delle cosiddette ipergeometrie realizzato in particolare da Carl Gauss e Bernhard Riemann.

L’applicazione del concetto di macchine utensili così rifinito, applicato alla progettazione di esperimenti di principio unici, ha reso possibile la moderna industria e agricoltura.

Su questa base, e su essa soltanto, è possibile comprendere i principi della moderna società industriale in maniera ragionevolmente efficiente.

L’applicazione di ogni scoperta dimostrata valida di principi universali della fisica comporta la produzione di nuove tecnologie presentate come sottoprodotti di vario tipo delle applicazioni di quei principi universali.

Ciò che vediamo in ogni buon progetto di macchina utensile è un assemblaggio multi-connesso di tali tecnologie.

Ciò che occorre riconoscere in ogni processo industriale o produttivo è proprio la stessa cosa. In tal modo la teoria generale della produzione dev’essere vista come un’applicazione generalizzata del principio del molteplice di Riemann.

Da questo punto di vista è possibile farsi un’idea effettiva delle questioni economiche rappresentate dalla definizione di costi e spese necessari del processo produttivo.

Considerando in particolare l’industria e l’agricoltura, in una forma sana di economia moderna concorrono due tendenze opposte.

Da una parte c’è la crescita dei costi dovuti all’aumento dell’intensità di capitale (fisico-economico), della densità energetica, della densità del flusso energetico, e della coerenza energetica del processo produttivo. Questo è un fattore di aumento dei costi.

Però, l’aumento della produttività ottenuta in questo modo riduce l’insieme dei costi pro capite di produzione, persino relativamente ad un aumento dell’intensità di capitale e di energia.

A rendere imperativa la crescita del’intensità di capitale e di energia è il fattore dell’attrito tecnologico.

Nel dare fondo alle risorse più a buon mercato e più facilmente disponibili, già la necessità di evitare un aumento dei costi fisico-economici pro capite, ci costringe a rendere delle risorse prima reputate inferiori, meno costose rispetto a quelle prima ritenute migliori.

Dobbiamo proseguire sulla strada del progresso scientifico e tecnologico, altrimenti cadremo in rovina per non essere riusciti a farlo. Ci sarebbero anche altre considerazioni da fare, ma questo dovrebbe essere qui sufficiente.

Le stesse considerazioni ci mostrano perché nella divisione del lavoro il settore delle macchine utensili costituisce la forza principale nel determinare il successo o il fallimento delle economie. Questo è oggi dimostrato dal fatto che senza una sana economia tedesca non può esservi una sana economia europea.

A sua volta l’economia tedesca non può essere sana se non è dominata dalla produzione di macchine utensili orientata verso l’esportazione. D’altro canto, sarebbe davvero molto difficile far fronte al problema della giustizia economica per le grandi popolazioni e regioni asiatiche senza una enorme espansione dell’afflusso delle macchine utensili più moderne dagli USA, dall’Europa con la Germania in testa, e dal Giappone, come pure dal potenziale per le macchine utensili rappresentato dal complesso scientifico militare-industriale dell’ex Unione Sovietica.

La struttura dell’industria (e della moderna agricoltura) è pertanto caratterizzata da un’elevata e crescente intensità di capitale. Per lo stesso motivo un’economia effettivamente moderna vanterà un aumento costante della scienza e tecnologia e richiederà corrispondenti livelli di adeguata preparazione e cultura della popolazione generale.

Paragonando i cambiamenti di questi elementi che sono stati effettuati nell’ultimo quarto di secolo e più, abbiamo di fronte la prova sconvolgente della misura in cui la nostra economia sia stata distrutta in quest’ultimo periodo.

 

2.4 Che cos’è il costo

Il vero costo di produzione è dato dall’ammontare degli ingredienti che sono necessari affinché la popolazione sia in grado di sostenere uno specifico incremento del tasso di crescita della produzione, una crescita misurata nei termini di quegli ingredienti.

Fornisco qualche indicazione di massima di come gli aggregati dell’economia fisica e dei valori monetari debbono essere comparati per costruire quelle curve rappresentate in Figura 2.

Questo significa che affidarsi alle stime a "dollaro costante" dei redditi e dei costi è una pratica irresponsabile.

A dover essere paragonato alla produttività fisico-economica pro capite e per chilometro quadrato è il rapporto fisico tra i panieri di mercato dell’economia fisica che rappresentano i costi, e non i prezzi monetari, nè i prezzi monetari aggiustati.

Inoltre, sebbene le infrastrutture costruite venti e più anni fa siano parte integrale dei costi funzionali della produzione di oggi, il costo dell’effettiva sostituzione delle infrastrutture non più utilizzabili non viene calcolato affatto, oppure si stima in prezzi di contabilità storica, non nei prezzi correnti di produzione. In breve, non c’è nessuna determinazione deduttiva competente dei rapporti tra i prezzi di ciò che compone i panieri di mercato dei costi e delle spese, e l’output ai prezzi correnti o aggiustati. Piuttosto, il valore funzionale dei panieri pro capite degli imput fisico-economici va misurato nei termini di tassi d’aumento relativi del tasso fisico-economico di profitto rappresentato dalla produzione corrente.

In prima approssimazione, la misura del valore degli imput è il tasso d’aumento dell’output sull’imput, realizzato tramite i modi di produzione e di consumo in vigore.

Più precisamente, è il tasso di aumento o diminuzione di quel tasso di profitto che si avvicina meglio ad una misurazione esatta dei valori fisico-economici.

L’unica determinazione significativa di quel tasso di profitto è nei termini pro capite e per chilometro quadrato.

Si considerino tutte le voci dei costi fisico-economici (imput), compresi i fattori di capitale fisico, come costo del lavoro. Si detraggano i costi di sostituzione ascrivibili a tutti quegli elementi dell’imput, come prezzi, dall’output fisico-economico totale, nei prezzi monetari correnti.

Facciamo un esempio.

Dal periodo 1946-1966 è andato aumentando il numero delle occupazioni lavorative per famiglia media necessarie per il mantenimento degli stessi livelli di vita di cinque o dieci anni prima.

Dopo il 1966, il tasso di natalità di gran parte delle famiglie è diminuito (in alcune parti del mondo catastroficamente). Al numero di ore lavorative settimanali accumulate si aggiungano i tempi per i trasporti. Si faccia il confronto del livello di vita fisico della famiglia con periodi precedenti, in termini fisico economici e non monetari.

Per la maggior parte della popolazione USA le condizioni di vita sono gradualmente peggiorate specialmente dopo il crollo di Wall Street del 1987.

Si guardi al futuro, alle prospettive dei bambini e dei giovani di queste famiglie. Si consideri soprattutto la loro istruzione.

Le scuole pubbliche per la normale popolazione praticamente non hanno più insegnanti competenti, programmi didattici competenti, né libri di testo decenti. Il troppo poco tempo da dedicare all’educazione in famiglia ha aggravato l’epidemia del semi analfabetismo, non solo tra i diplomati ma persino tra i laureati. Gli effetti del semi analfabetismo diffuso si riflettono nell’incapacità di produrre dell’economia USA. Si guardi a come gli USA sono rimasti indietro rispetto ad altri paesi, e non solo sotto questo punto di vista.

Si consideri come Wall Street stia saccheggiando il sistema sanitario, soprattutto quello per i meno abbienti, e le conseguenze che colpiscono le famiglie, costrette a farsi carico dell’assistenza di vecchi e malati.

Si guardi ai tassi di mortalità e di malattia tra i neonati e nella prima infanzia. Si guardi alle città dove le attività produttive sono state spazzate via dall’epoca della deregulation dei trasporti di Carter e da altre riforme altrettanto disastrose.

Queste e simili considerazioni fisico-economiche riguardano dei fatti chiaramente sotto i nostri occhi.

Per più del novanta percento della popolazione USA le condizioni di vita ed i livelli di produttività sono peggiorati, ma molta gente che vede tutto questo continua a parlare di "crescita dell’economia USA".

Praticamente è come se questa gente dicesse: "Che m’importa degli allevatori, io il latte e la carne li compro al supermercato".

Hanno letteralmente perso il cervello e quello che conta per loro sono solo i soldi.

Vengono in mente così quei tedeschi delle classi medie, all’inizio degli anni Venti, che non avevano né un’officina né una fattoria, né qualsiasi altro mezzo per produrre ricchezza reale, ma avevano messo tutti i loro averi in banca o in altri investimenti finanziari. Arrivò poi l’iperinflazione di Weimar del 1923 e cancellò i loro risparmi ed i loro investimenti.

A proposito della terribile situazione in cui versa l’istruzione scolastica non si può che riconoscere quanto sia giusto ciò che fu già detto in altre occasioni: chi non studia la storia ovviamente non imparerà nulla da essa.

 NOTE

1. Sebbene la capacità fisica dell'economia USA si sia andata restringendo irreversibilmente dal 1971-1972, quando si entrò nel "sistema monetario a tassi fluttuanti" ancora oggi sostenuto dal FMI, e sebbene il crollo del dollaro del 1971 fu la conseguenza della svolta verso la società post-industriale iniziata nel 1967-1968, qui si sottolinea che la demolizione strutturale dell'economia USA iniziò alla grande con il pacchetto di decisioni politiche adottate dall'amministrazione Carter, messo a punto dal Council on Foreign Relations tra il 1975 ed il 1976, pubblicato sotto il nome Progetto per gli anni Ottanta (New York: Magraw-Hill 1977). Il rapporto fu preparato sotto la direzione di Cyrus Vance, segretario di Stato di Carter, e da Zbignew Brzezisnki, consigliere alla Sicurezza Nazionale della stessa amministrazione. Le riforme strutturali che Carter riprese da quel rapporto, costituiscono la causa che ha provocato, da allora ad oggi, la cronica crisi del debito federale.

2. Il significato di questa differenza assolutamente decisiva è affrontato più avanti nel testo.

3. Se l'economia USA fosse amministrata saggiamente, come non lo è da oltre un quarto di secolo, se la General Motors fosse un'industria ben amministrata, gli investori seri che guardano al lungo periodo non si preoccuperebbero certo di una flessione del prezzo dell'azione sui mercati finanziari secondari. In un'epoca in cui le cose funzionano la gente seria investe sul medio o lungo periodo, nelle imprese o nei titoli governativi a lungo termine, e non andrebbe in giro a scambiare azioni come fossero figurine dei calciatori.

4. Discorso di Lyndon LaRouche ad una conferenza tenutasi il 2 e 3 dicembre 1995, intitolato "Siamo alla fine di un'epoca", pubblicato dall'EIR del 1 gennaio 1996.

5. Le considerazioni sul futuro come una misurazione del presente abbracciano diverse generazioni in un'economia nazionale. Questo è rappresentato particolarmente dai vari aspetti: nascita, educazione ed istruzione dei giovani. Più avanti affronterò alcune implicazioni pratiche di questa nozione dell’"orizzonte" del futuro come misurazione dell'economia del presente. Come illustrato più avanti, nessun economista serio dovrebbe asserire che un'economia reale si possa rappresentare nella forma matematica di un "gioco a somma zero".

6. Marsha Freeman "Space Program Paid Itself Many Times Over" comprende un riferimento allo studio realizzato nel 1976 dalla Chase Econometrics. EIR, 23 febbraio 1996.

7. Alcune implicazioni più importanti dell'indicizzazione del "paniere dei beni" sono trattate più avanti nel testo.

8. A condizione che gli aumenti dell'intensità di capitale degli investimenti produttivi rappresentino degli investimenti nel progresso scientifico e tecnologico, nelle infrastrutture economiche di base, o investimenti nelle infrastrutture sociali della crescita economica futura, quali sono i miglioramenti del sistema educativo e di quello sanitario-pensionistico, lo spostamento dell'output fisico-economico in questi investimenti deve rientrare nel totale della produzione netta corrente.

Quando qualcuno dice che il rialzo dell’indice Dow Jones dimostra la crescita dell’economia USA si dovrebbe rispondere: "Lei sta dicendo che il cancro cresce. Ma allora, dottore, mi dica, come sta il paziente?"Date le circostanze in cui versa la popolazione di gran parte del mondo, dire così non è certo una crudeltà. È ciò che una persona onesta e intelligente ritiene necessario dire di fronte al peggiorare dell’economia reale.La cosa migliore per comprendere ciò che accade alla borsa e alla situazione finanziaria di tanta gente è paragonare la tendenza instauratasi nei mercati finanziari dal 1997 all’aumento dei prezzi nella Germania degli anni Venti, in Reichmarks, nei primi otto mesi del 1923, fino al "putsch" della birreria del novembre 1923, quando Hitler divenne un fattore importante della politica tedesca [figure 1A-1B-1C]